LA STAMPA DI DICEMBRE 2016

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Giornale di Brescia, 23 dicembre 2016
DALLA PARTE DELL’UTENTE
Sono «schifato» dal servizio postale
Sono letteralmente «schifato» del nostro Servizio postale, perché? Il giorno 14 ottobre u.s. ho spedito dei notiziari tramite il servizio «Postatarget», le prime consegne sono state effettuate dopo oltre un mese, alcune sono in corso in questi giorni mentre altre non sono mai state consegnate e temo non lo saranno mai. Il giorno 5 dicembre ho inviato alcune lettere in città e in provincia, poche sono state recapitate in tempi ragionevoli mentre altre (come una indirizzata a me stesso) ad oggi non sono ancora giunte a destinazione. Sono abbonato ad una rivista settimanale e l’ultima copia che ho ricevuto è quella del 15 novembre. La cosa che più mi meraviglia è il fatto che da parte di Poste italiane non abbia mai letto una risposta sia alle molte «lettere al direttore», sia agli articoli apparsi sul vostro giornale riferiti a questo enorme disservizio. Ho letto solo qualche timido accenno da parte delle organizzazioni sindacali. Con tutta la disoccupazione giovanile che abbiamo è mai possibile che non si possa, in qualche modo, risolvere questo grave problema? Ricordo con nostalgia gli anni in cui la posta veniva consegnata due volte al giorno (i portalettere uscivano mattina e pomeriggio) ora si dice che viene recapitata a giorni alterni ma sarebbe più corretto dire «a mesi alterni». Sperando che il nuovo anno ci porti anche un miglioramento del Servizio postale porgo a lei e a tutti i lettori cari auguri di Buone Feste.
 Pier Giorgio Guindani Brescia

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Giornale di Brescia, 21 dicembre 2016
Poste, ora chiude il Centro contabile di via Gambara
I compiti a Milano, coinvolti 19 lavoratori Nulla di fatto all’incontro romano azienda-sindacati
Di Flavio Archetti
La stagione dei «tagli» alle Poste non si ferma. Dopo la chiusure degli uffici provinciali meno redditizi, l’introduzione delle aperture settimanali «a singhiozzo», le nuove chiusure pomeridiane e il recente avviamento del recapito a giorni alterni, ora la mannaia di Poste Italiane sta per abbattersi sul Centro contabile di via Lattanzio Gambara, che avrebbe ormai le ore contate. Il segretario cittadino della Slc Cgil, Laura Storti, spiega che «l’ufficio che si occupa della contabilità postale bresciana è stato considerato tra i pezzi aziendali sacrificabili sull’altare del risparmio, e sarà chiuso tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2017». Ad assumere i suoi compiti sarà il Centro della contabilità milanese, con un passaggio di testimone che coinvolge 19 lavoratori, «alcuni destinati a essere assorbiti dalla carente sportelleria cittadina, altri da collocare secondo i bisogni della rete postale e il grado di professionalità degli interessati». L’incontro romano. Intanto lunedì sera a Roma è andato in scena il primo dei confronti attraverso cui l’azienda sta prendendo contatto con i diversi territori regionali per comprenderne le problematiche, alla luce dei forti disagi riscontrati da personale e utenti dopo la partenza del recapito della posta a giorni alterni. Come racconta il segretario bresciano di Uilposte, Angelo Lo Presti, presente all’incontro romano, «dal faccia a faccia non sono uscite novità di rilievo. I rappresentanti sindacali hanno fatto emergere un quadro disastroso del servizio che accomuna tutte le provincie lombarde in cui è stato siglato l’accordo sul recapito a giorni alterni, che Uilposte non ha firmato. Le carenze -continua Lo Presti- sono numerose, tra tonnellate di posta in giacenza, calcoli di tempistiche e quantità sballate di materiale da consegnare, e pile di pacchi da recapitare che mettono a serio rischio la sicurezza dei portalettere. Ora l’azienda ci darà una riposta in un incontro da fissare a breve». Assente a Roma il segretario di Slp Cisl di Brescia, Giovanni Punzi, rappresentato dal segretario regionale Maurizio Cappello.

I problemi.
Il nuovo modo di consegne a giorni alterni ha mandato in grave crisi il sistema Poste di Brescia, visto che dopo i primi dieci giorni di consegne solo nell’ufficio di via Dalmazia, che ospita i portalettere cittadini, si erano accumulate otto tonnellate di corrispondenza in giacenza. E in provincia la situazione non è migliore.

Le richieste.
In attesa di provvedimenti  aziendali, i sindacati hanno assecondato il disagio dei lavoratori proclamando un mese di sciopero, dal 9 dicembre all’8 gennaio. La battaglia però si concentra sulla richiesta di equiparare Brescia alle «città metropolitane», dove le linee di consegna sono più numerose, più curate, e i problemi non ci sono stati.

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Giornale di Brescia, 18 dicembre 2016

POLEMICA
L’e-commerce?  Non mi pare aiuti la nostra economia

Nei giorni scorsi ho letto una lettera di un delegato Cisl su questa rubrica. Volevo chiedere al signor delegato (che tanto osanna e-commerce o come diavolo si scrive), se nei prossimi giorni, si prende cura delle mie sette commesse, causa chiusura e ridimensionamento, per e-commerce. E poi dove pagano l’Iva e le tasse questi, e in che percentuale? Dato che in Olanda, Slovenia ecc. l’Iva non è al 22%. A questo sindacalista stanno più a cuore il benessere degli operai o le grosse società all’estero?
Lettera firmata

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iN Chiari Week - VENERDÌ 16 DICEMBRE 2016
LA TESTIMONIANZA Nel mirino il nuovo sistema «a giorni alterni» che crea accumulo di posta e problemi a lavoratori e utenti
«Ora abbiamo le zone dimezzate e il lavoro raddoppiato»

CHIARI (bhd) A farne le spese sono comunque i cittadini che hanno lamentato ritardi nella consegna della posta e della qualità del servizio.
«Prima ognuno faceva giornalmente la propria zona ma ora, con il nuovo sistema, le zone si sono dimezzate con i portalettere spostati in aree che non conoscono - ha spiegato rabbuiato uno dei dipendenti che ha preferito rimanere anonimo - Noi consegniamo la posta ma poi, con il passare dei giorni, se ne accumula altra. E così il lavoro raddoppia. Senza dimenticare i tagli al personale. Oltre a noi ad essere danneggiati sono gli utenti».
I lavoratori lamentano pure le condizioni di sicurezza: «Il carico di posta che raggiunge quantità eccessive, i motorini e i palmari spesso non funzionano». Ai problemi se ne aggiungono altri, la partenza dei «giorni alterni» a cavallo delle festività e la consegna dei pacchi Amazon da parte della poste, frutto dell’accordo fra l’azienda e il colosso mondiale delle vendite on-line:
« E’ già da un anno che è stato attivato questo servizio (l’anno scorso abbiamo portato i doni di Santa Lucia) i pacchi in quel caso devono essere consegnati in giornata come richiede il cliente. Quando questo non avviene (ne abbiamo una marea) chiedono giustificazioni». E sulla lettera di denuncia? «Abbiamo avuto quasi l’unanimità, come spesso non accade, chiediamo che il sistema venga cambiato e che i sindacati si muovano in fretta».

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iN Chiari Week - VENERDÌ 16 DICEMBRE 2016
Sul banco degli imputati il sistema «giorni alterni»
CHIARI (bhd) La rivoluzione del postino a giorni alterni è partita a scaglione nel 2016. Una scelta, conseguenza di un piano di razionalizzazione portato avanti dall’azienda. Lunedì, mercoledì e venerdì in una settimana e martedì e giovedì in quella successiva. Il metodo ha «spodestato» la tradizionale consegna giornaliera.
La nuova disposizione è stata avviata dopo l’ok dell’Agcom (Autorità di Garanzia delle Comunicazioni) con la delibera 395/15 del 2015.
La corrispondenza «normale» è sottoposta al nuovo regime mentre per la posta «prioritaria» è garantita una consegna immediata.

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iN Chiari Week - VENERDÌ 16 DICEMBRE 2016
IL CASO I lavoratori del centro smistamento di via dell’Agricoltura hanno denunciato le condizioni di lavoro
I DIPENDENTI SCRIVONO AI SINDACATI
«ALLE POSTE SITUAZIONE INSOSTENIBILE»
Chiari. Tra le «vittime» del recapito «a giorni alterni» che sta mandando in tilt molti uffici postali, fra pacchi in giacenza, consegne in ritardo e la difficoltà di portalettere e lavoratori dell’azienda a stare al passo.
A denunciare le difficoltà sono stati una trentina di lavoratori del Cpd (centro primario di distribuzione) di Chiari in via dell’Agricoltura con una lettera indirizzati ai sindacati: «Il recapito “a giorni alterni” sta creando enormi difficoltà - si legge nella missiva – La quantità di posta è mediamente raddoppiata a questi si aggiungono le raccomandate». Nel centro di smistamento (dove lavorano circa una trentina di portalettere e nel magazzino una decina di persone) è entrato a regime da un mese.
Sotto la lente di ingrandimento, scrivono ancora i lavoratori, ci sarebbero problemi riguardanti la loro sicurezza «il carico eccessivo sui motomezzi limita la sicurezza per gli addetti ai recapiti». Non solo, anche i palmari usati nelle consegne non funzionerebbero in modo regolare: «Non è possibile continuare il nostro lavoro in queste condizioni e riteniamo che quanto segnalato porti ad una paralisi del servizio». Nella lettera poi si chiede un intervento urgente «per risolvere questi problemi e creare le condizioni di sicurezza oggi completamente disattese.
Considerato l’aumento del carico di lavoro non è più garantita la nostra incolumità e quella degli altri». Problemi strutturali e organizzati che si sommano, con l’avvicinarsi della festività natalizie, all’aumento del flusso di merce. I sindacati inoltre hanno puntato il dito contro la politica di ridimensionamento dell’organico.
«Le criticità sono evidenti sia per l’introduzione del nuovo sistema al quale si somma le festività. Si fa fatica a smaltire i flussi arretrati che prima dell’estate erano di 30 oggetti oggi arriviamo a più di 100 - ha spiegato G iovanni Punzi segretario generale dei postali Cisl - Abbiamo chiesto all’azienda di cercare di sanare la situazione di emergenza rimettendo in servizio alcuni lavoratori a tempo determinato che già conoscono il mestiere. Questo è un disagio che coinvolge i lavoratori e i cittadini».
Ma l’azienda non sembra disposta a fare un passo indietro: «Vedremo nei prossimi mesi quale sarà la mole dei flussi e se saranno necessari importanti correttivi».
Le sigle sindacali Cgil e Cisl, negli ultimi mesi, hanno organizzato due scioperi (fra i quali uno generale lo scorso 4 novembre) con l’obiettivo di convincere l’azienda a rivedere il nuovo sistema di recapito.

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Giornale di Brescia, 13 dicembre 2016

Anche nell’Ovest Poste nel caos: a Chiari il centro è al collasso

I dipendenti del punto di smistamento hanno scritto ai sindacati: «Situazione insostenibile»

Il dicembre nero di poste, pacchi e raccomandate non riguarda solo la situazione di Brescia città. Anche nell’Ovest Bresciano le lamentele fioccano, soprattutto a causa della consegna a giorni alterni e della mole impressionante di pacchi in smistamento, complice il periodo festivo e l’accordo stretto tra Poste e Amazon.

Criticità. La situazione più critica è al Cpd (centro primario di distribuzione) di via dell’Agricoltura a Chiari, dove passa la posta di mezzo Ovest Bresciano, per un totale di oltre 50mila abitanti. Nei giorni scorsi una trentina di lavoratori del centro - di fatto, la totalità - hanno recapitato una lettera ai sindacati e alla direzione di Poste Brescia, dove si lancia un grido di allarme e sofferenza: «La nuova organizzazione del recapito a giorni alterni - spiegano i lavoratori - sta creando enormi difficoltà in tutte le fasi di lavorazione e distribuzione. In primo luogo, riscontriamo che la quantità di posta giornaliera è mediamente raddoppiata. A questo si aggiungono tutti gli oggetti a firma - come le raccomandate - che, come noto, vengono distribuiti a giorni alterni comportando un aumento notevole dei tempi di lavorazione».

La situazione.  Condizioni di lavoro decisamente peggiorate, con conseguenti disagi per gli utenti e ulteriori difficoltà per chi è costretto a operare, anche perché «la quantità di corrispondenza dovuta alla situazione esposta in precedenza porta a un carico eccessivo sui motomezzi. Inoltre, i palmari non funzionano in modo regolare e creano stress e notevole perdita di tempo». Secondo gli operatori del servizio clarense, «non è possibile continuare il nostro lavoro in queste condizioni e riteniamo che quanto segnalato porti a una paralisi di tutto il servizio, con conseguenze gravi per l’occupazione in futuro». Gli operatori chiedono quindi soluzioni, in tempi rapidi. La deadline è fissata per l’anno prossimo: un appello rivolto sia alla direzione che ai sindacati, con la minaccia di stracciare le tessere.

La richiesta. «Chiediamo - si legge in chiusura della lettera - agli organi predisposti alla tutela della sicurezza un sollecito intervento poiché, considerato l’aumento del carico di lavoro, non è più garantita la nostra incolumità, mentre ai sindacati di risolvere con urgenza questi problemi e per creare le condizioni di sicurezza e qualità che oggi sono completamente disattese. Diversamente, entro la fine dell’anno restituiremo le tessere sindacali». Parole dure per una situazione molto pesante, quella dell’Ovest Bresciano, che Giovanni Punzi, segretario provinciale del sindacato più rappresentativo, l’Slp-Cisl, dice di «conoscere bene»: «La nuova organizzazione interna - spiega -, unita alle festività, ha provocato carichi impressionanti di lavoro. Per questo fino all’8 gennaio è stato indetto uno sciopero delle prestazioni straordinarie. L’azienda ha comunicato che per ora non intende tornare all’organizzazione precedente. Abbiamo proposto, almeno questo mese, un potenziamento richiamando in servizio alcuni dei tempi determinati scaduti, per poi ritrovare un nuovo equilibrio dopo l’Epifania».

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CORRIERE DELLA SERA  - Venerdì 9 Dicembre, 2016

Poste Italiane, dal 10 gennaio la raccomandata sale a 5 euro
di Fausta Chiesa

Dal 10 gennaio 2017 aumenta il costo di raccomandate e assicurate spedite tramite Poste Italiane. La classica raccomandata per l’Italia tra un mese salirà da 4,5 a 5 euro. Più in dettaglio le modifiche tariffarie riguardano le tariffe della Posta Raccomandata, che saranno incrementate in tutti gli scaglioni di peso. La tariffa per gli invii fino a 20 grammi varierà da 4,5 a 5 euro. L’aumento sarà applicato anche alle comunicazioni connesse alle notifiche. Cambieranno anche, con varie modalità, le tariffe per alcuni prodotti raccomandati particolari (Raccomandata PRO e Raccomandata Smart). Ma non solo. Aumentano anche le tariffe della Posta Raccomandata Internazionale: la tariffa per gli invii fino a 20 grammi per la Zona 1 (Europa e Mediterraneo) salirà da 5,95 a 6,6 euro. Le tariffe dell’Atto Giudiziario saranno incrementate in tutti gli scaglioni di peso. La tariffa per gli invii fino a 20 grammi passerà da 6,6 a 6,8 euro. Le tariffe della Posta Assicurata saranno incrementate negli scaglioni di peso successivi al primo (cioè oltre i 20 grammi) e per tutti i valori assicurati previsti. Per esempio, la tariffa per gli invii di valore fino a 50 euro e di peso da 20 a 50 grammi salirà da 6,9 a 7,25 euro. Anche le tariffe della Posta Assicurata Internazionale saranno aumentate negli scaglioni di peso successivi al primo. Inoltre, per Pieghi di libri e Pieghi di libri a tariffa ridotta editoriale sarà incrementato il diritto di raccomandazione da 2,35 a 3,35 euro.
Si tratta della seconda ondata di rincari, che erano scattati anche il primo dicembre 2015, quando la raccomandata in Italia era passata da 4 a 4,5 euro mentre quella internazionale era salita da 5,3 a 5,95 euro. La lettera che un tempo si chiamava «prioritaria» nel 2015 è passata da 70 a 80 centesimi e dal primo ottobre 2015 ne costa 95. Secondo un’analisi dell’Ufficio Economico Confesercenti, le tariffe postali in Italia hanno segnato un rincaro del 13,2% quest’anno, dopo l’11,3% registrato nel 2015. In base a un’indagine di Federconsumatori, nel decennio tra il 2006 e il 2016 il costo dei servizi postali è salito del 40,9 per cento. Dal maggio 2014, le Poste sono guidate da Francesco Caio, che nell’ottobre del 2015 le ha portate in Borsa.

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Brescia Oggi - giovedì 08 dicembre 2016 - PROVINCIA, pagina 23
MACLODIO. Dopo tante banche, questa volta i malviventi hanno preso di mira un ufficio postale
I ladri strappano il Postamat ma sono costretti a «mollarlo»
Il dispositivo di allarme e le telefonate dei vicini fanno arrivare in pochi minuti i carabinieri I cinque banditi non riescono a caricare il forziere
Giancarlo Chiari
Gli sportelli che erogano contanti restano l'obiettivo della bande che puntano sull'«approvvigionamento» facile di quantità di denaro rilevanti e subito disponibili. E così la notte scorsa un altro bancomat è stato preso di mira; non una banca questa volta, ma il Postamat dell'Ufficio postale di Maclodio. E nemmeno l'esplosivo è stato impiegato, ma i malviventi hanno fatto ricorso allo «strappo» che impiega una vettura di grossa cilindrata per strappare all'esterno la cassa, caricarla e fuggire. IL COLPO al Postamat di Maclodio, in via Carlo Alberto dalla Chiesa, ai confini con la zona industriale, ma a poca distanza dal municipio, è però fallito grazie alle telefonate dei residenti destati dal frastuono che hanno consentito alle pattuglie dei Carabinieri della compagnia di Chiari di arrivare in pochissimi minuti sul posto, obbligando i malviventi ad una precipitosa fuga a piedi nei campi, abbandonando vetture e la cassa strappata dalla sua sede. La banda, composta da cinque persone tutte mascherate con passamontagna e guanti, è arrivata poco prima dell'una di notte, davanti all'ufficio postale a bordo di una Fiat Punto, rubata a fine novembre a Botticino e di un Suv Sanyang, sottratto due giorni prima a Montichiari. I ladri dopo aver creato un varco con un piedi di porco hanno fatto passare dietro alla cassa una grossa fune. I movimenti del gruppetto sono stati avvertiti quando le operazioni per sradicare la cassa hanno prodotto rumori che hanno rotto il silenzio della notte. Il Suv a cui era stata agganciata la fune si è messo in moto trascinando la cassa automatica, facendo scattare l'allarme; nello stesse tempo sono partite le telefonate ai Carabinieri che hanno fatto convergere su via Carlo Alberto dalla Chiesa le pattuglie. La banda, che probabilmente aveva un palo, ha mollato tutto non appena sono comparse le luci blu delle macchine del Radiomobile. I cinque in pochi secondi si sono dileguati nella campagna fuggendo a piedi. I militari hanno circondato l'area dove si trovavano le vetture, con il Suv che aveva ancora agganciata la grossa corda con cui aveva strappato la cassa del Postamat sbriciolando la vetrata. I militari hanno recuperato le due vetture, accertando che i legittimi proprietari ne avevano denunciato il furto, e l'intera attrezzatura impiegata dalla banda. Le indagini, riprese ieri mattina partiranno dalle registrazioni delle telecamere del paese per cercare di dare un volto ai ladri.

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Brescia Oggi - giovedì 08 dicembre 2016 - LETTERE, pagina 53
L'improvviso moltiplicarsi degli addetti alle Poste di via Dalmazia per smistare i pacchi di Amazon
L'improvviso moltiplicarsi degli addetti alle Poste di via Dalmazia per smistare i pacchi di Amazon ha avuto un devastante effetto collaterale: arrivando di mattina presto, prima di tutti gli altri, i lavoratori «postali» occupano fino a sera tutti i posti auto liberi in zona, fregando i residenti e i clienti delle attività commerciali, farmacie comprese. Signor sindaco Del Bono, i vigili non possono fare niente? E lei non può imporre il disco orario?

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Giornale di Brescia, 7 dicembre 2016 prima pagina

Poste ancora in affanno tra tagli, pacchi e «picchi»
BRESCIA. Poste ancora in affanno a causa della nuova modalità di consegna «a giorni alterni» e della mole di pacchi di Amazon, mentre un nuovo «picco» di materiale è in arrivo da Milano.
A PAGINA 10 E 11

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Giornale di Brescia, 7 dicembre 2016 pagina 10 BRESCIA E PROVINCIA cronaca@giornaledibrescia.it

Disagi e disservizi  -  Il periodo nero delle consegne

Poste sempre più in affanno tra giorni alterni, pacchi Amazon e «picco» in arrivo
Non migliora la situazione per portalettere e utenti
Il Centro di via Dalmazia sommerso dal materiale

L’attenzione è massima, ma la situazione purtroppo non migliora.
Il Centro primario di distribuzione di via Dalmazia è sempre sommerso di posta in giacenza.
Alle montagne di lettere e pubblicità - che qualche giorno fa avevano raggiunto le otto tonnellate - si sono aggiunti alcuni giornali periodici, che non riescono più a essere consegnati il giorno tradizionale come succedeva fino a poche settimane fa. Quindi le tonnellate di materiale in attesa piuttosto che otte sarebbero diventate nove o dieci, e i portalettere sono sempre più in difficoltà.
Amazon. Ad aggravare una situazione già problematica si è aggiunto in questo periodo anche l’appalto di Amazon, per cui Poste Italiane ha avviato un servizio sperimentale di consegna dei pacchi previsto, per il momento, almeno fino a gennaio. A Brescia se ne stanno lavorando circa 40mila al giorno, visto chela nostra città è stata scelta insieme a Piacenza come luogo di smistamento verso l’intero Paese.
«Picco» in arrivo. E a complicare definitivamente le cose –secondo quanto è stato riferito ai postali bresciani dai colleghi milanesi - dal centro di lavorazione meneghino sarebbe in arrivo una nuova ondata di materiale che preoccupa non poco gli addetti al recapito, uno dei cosiddetti «picchi di lavorazione». Sul problema si stanno concentrando sia l’azienda sia i sindacati bresciani - attesi tutti insieme attorno al tavolo del confronto a Roma il prossimo 19 dicembre - anche perchè la crisi non starebbe più riguardano solo la roba ma anche le persone.
«Fretta e carichi doppi causano più infortuni e casi di crisi con intervento medico» Laura Storti Slc Cgil
La denuncia della Cgil. L’ultima denuncia in questo senso arriva dalla Camera del lavoro, dove la segretaria cittadina di Slc Cgil, Laura Storti, racconta di «una situazione di stress da lavoro correlato già preoccupante ». Cosa significa? «Che i nostri uomini e donne lavorano in condizioni molto difficili, con la fretta e i carichi di posta raddoppiati che causano più infortuni sul lavoro» e perfino "i primi casi di crisi con l’intervento di medici e ospedale».
E per la Storti non è finita qua. «Dal settore del recapito, tra Brescia e provincia, saranno tolti presto altri 45 portalettere, già istruiti per un futuro lavoro allo sportello.
Cosa succederà? Dovremo sopravvivere soltanto con i ragazzi assunti a tempo determinato? Delle 8mila assunzioni promesse dall’amministratore delegato Francesco Caione abbiamo viste solo 500, quando nel frattempo ci sono state 2mila 700 uscite con i prepensionamenti. In compenso sono stati stipulati contratti per collaboratori esterni "a chiamata" a 500mila euro l’anno. Quanti sportellisti e portalettere si sarebbero potuti assumere?»
Il «nodo» giorni alterni. Da parte sua il segretario Slp Cisl, Giovanni Punzi, punta ancora il dito contro la «rivoluzione» dei giorni alterni che, insiste, a Brescia non avrebbe mai dovuto essere avviata. «La nostra città ha flussi di posta e merce troppo importanti – ricorda Punzi - e va per forza considerata alla stregua di una città metropolitana, anche perché la presenza di imprese e utenti con carichi importanti è ben superiore a quella di altre realtà con il doppio o più degli abitanti».
Per Angelo Lo Presti, segretario Uil Poste, «non sta migliorando nulla, nonostante l’arrivo di rinforzi anche da fuori provincia. Cosa fare? Urge mettere mano all’accordo di febbraio, riconsiderando tagli di personale adottati senza calibrarli alle esigenze di un territorio molto più dinamico della media».

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Giornale di Brescia, 7 dicembre 2016 - pagina 10  - BRESCIA E PROVINCIA cronaca@giornaledibrescia.it

Il Black Friday.
Il peso dei pacchi Amazon è stato innescato dal «Black Friday». Come ci ha riferito l’azienda, quel giorno gli ordini elettronici hanno abbattuto ogni record, arrivando a un milione e 100mila. L’anno scorso erano stati 600mila.
I giorni alterni.
La crisi delle consegne introdotta dalla nuova metodologia dei «giorni alterni» riguarda soprattutto la Lombardia.
Secondo le rilevazioni di Poste Italiane, infatti, ben un terzo delle spedizioni e consegne nazionali di posta e pacchi avvengono o si originano nella nostra regione. Ecco perché, come da anni osservano i sindacati lombardi, «i tagli di personale dovrebbero essere effettuati altrove».
I «tagli».
La riorganizzazione avviata lo scorso 7 novembre ha portato alla riduzione di 160 portalettere nel Bresciano, 32 in città e 128 in provincia. I problemi, però, hanno indotto Poste Italiane a lasciare al loro posto molti dei postini «tagliati», a cui non è ancora stata cambiata mansione perché impiegati a sostegno dei colleghi titolari di zona.

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Giornale di Brescia, 7 dicembre 2016 - pagina 11  - BRESCIA E PROVINCIA cronaca@giornaledibrescia.it

LA TESTIMONIANZA
Una bresciana aspetta un pacco dal 30 novembre
«MA SANTA LUCIA NON PUÒ ATTENDERE»
Flavio Archetti
La nuova commessa che garantisce a Poste Italiane la distribuzione dei pacchi di Amazon sta appesantendo la già difficile situazione del recapito postale di Brescia. Questo non significa però che il materiale inviato dalla multinazionale statunitense dell’e-commerce abbia particolari problemi a giungere a destinazione, anche perché le Poste - che al momento si sono garantite un appalto di due mesi con possibilità di rinnovo, affiancandosi a corrieri privati – considerano strategico questo lavoro e ad esso i danno la priorità nelle consegne.
In questo senso sia Poste Italiane sia Amazon – che abbiamo interpellato al riguardo - hanno risposto di «non essere a conoscenza di criticità».
Per la multinazionale «la consegna delle spedizioni indirizzate a residenti di Brescia e dintorni risulta regolare», mentre dalla nostra spa pubblica a maggioranza statale fanno sapere che «la gestione dei pacchi Amazon, con particolare riferimento all’attività del Centro di smistamento di Via Dalmazia, non presenta al momento alcuna criticità e non si registrano giacenze».
Eppure nelle ultime ore alla nostra redazione è stato segnalato un caso di ritardo, evidentemente particolarmente sfortunato. La signora Roberta testimonia di attendere un libro dal 30 novembre e, consultando il sito dell’azienda, lo vede fermo già da qualche giorno. Trattandosi un regalo per Santa Lucia è importante che arrivi entro i prossimi cinque giorni, «altrimenti che Santa Lucia sarebbe?»

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Giornale di Brescia, 7 dicembre 2016 - pagina 11  - BRESCIA E PROVINCIA cronaca@giornaledibrescia.it

«Per il viavai dei camion dobbiamo parcheggiare fuori. E sono multe»

Ogni giorno nel cortile del Centro primario di distribuzione di via Dalmazia entrano ed escono molti camion carichi di pacchi Amazon. Per lasciare posto ai mezzi l’azienda ha ordinato ai dipendenti di parcheggiare le auto fuori dal recinto.
Considerato che dalle 6 alle 15 al Cpd sono presenti in media 200 lavoratori, è facile immaginare come i loro 200 mezzi abbiano iniziato a intasare la strade del quartiere Primo maggio. Così, secondo quanto riferisce il segretario Uil Poste Angelo Lo Presti, «in questi giorni sono entrati in azione anche i vigili, dispensando multe. Come se non avessimo già abbastanza problemi».

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Giornale di Brescia, 7 dicembre 2016 - pagina 11  - BRESCIA E PROVINCIA cronaca@giornaledibrescia.it

«L’e-commerce può portare nuove risorse»

L’auspicio
Slp Cisl punta sulla conferma dell’appalto. Ogni giorno 40mila pacchi lavorati

«La richiesta di nuovo personale destinato alle consegne per Brescia potrebbe concretizzarsi se trovasse continuità l’appalto di Amazon». Secondo il segretario della Slp Cisl, Giovanni Punzi, il lavoro avviato nelle ultime settimane con il gigante dell’e-commerce mondiale «è di grande importanza ». Fino a oggi, infatti, l’azienda ha coperto la mole di lavoro con l’assunzione di una settantina di giovani a tempo determinato. «Se la commessa fosse confermata - spiega Punzi - l’organizzazione del personale assumerebbe una fisionomia più stabile, anche perché il centro cittadino gestisce lo smistamento di questi pacchi verso tutta l’Italia con il solo centro di Piacenza.
In questi giorni se ne lavorano 40mila ogni 24 ore, con il contratto che prevede un tetto massimo di 60mila. I turni comprendono le notti, il sabato, e anche la domenica pomeriggio.
I pacchi arrivano sui camion e di notte su una decina di aerei che atterrano a Montichiari.
Se l’appalto diventasse fisso l’azienda doterebbe il Cpd anche di nuove attrezzature, come nastri trasportatori, scaffalature a misura per i pacchi, e nuovi spazi dove stivarli».

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Giornale di Brescia, 7 dicembre 2016 - pagina 58 – Lettere al Direttore

DISSERVIZI 1
Non ricevo posta da due settimane e abito in città
Da due settimane e mezzo non ricevo posta. Né giornali e riviste a cui sono abbonata, né tanto meno bollette che avrei dovuto pagare e che, se mai arriveranno, sarò costretta a pagare con la mora. Per non parlare di lettere ed altra corrispondenza personale. Abito nel cuore di Brescia, non in uno sperduto paesino di montagna. Leggo sul GdB che ben 8 tonnellate di posta giacciono negli uffici postali e che il personale è stato ridotto. Tuttavia non c’è soluzione e, con l’avvicinarsi del Natale, la situazione non può che peggiorare. Nemmeno due raccomandate mi sono giunte. Trovo che non sia degno di un Paese civile.
Maria Vino Brescia

Gentile Maria - e rivolgendomi a lei rispondo anche ai signori Ulisse e Luca, autori delle lettere che seguono - la sua testimonianza è specchio fedele di una provincia che soffre a macchia di leopardo.
Questo caos è sopportabile ma solo se temporaneo. Purtroppo non ne intravediamo sbocchi a breve.
Riduzione del personale, riorganizzazione del servizio e aumento della corrispondenza (pacchi Amazon compresi) sono certo elementi che pesano, ma non bastano a giustificare le prolungate e diffuse inefficienze, come documentano i nostri cronisti anche oggi, a pagina 10 e 11. Ci pare una questione lunga.
Nella speranza di essere smentiti, promettiamo di continuare a seguirla, passo dopo passo, lettera dopo lettera. (n.v.)

 

DISSERVIZI 2
La vista del postino ormai equivale a un miraggio
Tre settimane fa è iniziato il nuovo sistema distribuzione posta, una settimana due volte... e l’altra settimana tre... bene!
Comunque nella mia via, Villaggio Ferrari via Civerchio, in tre settimane, il postino si è visto solo due volte!! Dicono che prevale, per ora, la distribuzione delle sole raccomandate e multe, tralasciando le riviste che da abbonato, mi mancano già da quattro settimane, ma tutta l’altra corrispondenza «normale dove finirà?
Ulisse Ghidesi Brescia

 

DISSERVIZI 3
Pacchi: ripasseremo per la consegna, ma se io lavoro?
Purtroppo è ormai un anno che il servizio di recapito postale non è più attivo il sabato mattina; di recente addirittura si è deciso che la corrispondenza ordinaria venga consegnata dai postini a giorni alterni.
Il sabato era l’unico frangente in cui sarebbe stato più probabile trovare il destinatario per il ritiro diretto della missiva... ma tant’è in buona pace dell’utenza!!? Al netto che immagino siano scelte dettate dal «risparmio» piuttosto che dal «servizio», apprendo mio malgrado di alcuni sviluppi peggiorativi della situazione.
Al rientro dal lavoro di venerdì, trovo un avviso di passaggio del postino che reca la scritta; «verrà effettuato un secondo passaggio il prossimo giorno lavorativo utile».
Essendo che il sabato è stato soppresso per non meglio specificati motivi da Poste Italiane, il giorno utile successivo cade di lunedì dove ovviamente io sono nuovamente al lavoro!
Confidando nell’intelligenza di chi organizza il servizio e nella disponibilità degli operatori, mi reco all’ufficio postale di Gussago ove risiedo per chiedere se fosse possibile ritirare il plico personalmente.
Con mia grande sorpresa invece mi viene risposto che non solo non è possibile ritirare nulla, ma che i pacchi vengono riportati al venerdì sera al centro di smistamento di Nave dove verranno conservati fino a lunedì quando verranno riportati a Gussago e messi in consegna. Se non sarò in casa, potrò poi ritirare la missiva dal giorno successivo negli uffici postali... lavorando purtroppo tutta la settimana quindi... il sabato successivo!!
Informandomi meglio, capisco che puntualmente tutti i sabato mattina in posta si ripete questa «scenetta» che immagino potenzialmente si replichi su tutto il territorio.
Ora... al netto che fatico a vedere l’efficienza in quanto sopra descritto in riferimento alla giacenza dei pacchi nel week end (spiegatomi a voce da un operatore di sportello ma ho forti dubbi sia effettivamente così), chiedo umilmente... non sarebbe un buon servizio se almeno sul primo passaggio di venerdì, si lasciassero i pacchi/raccomandate disponibili al ritiro al banco? Non si risparmierebbero tempo e malumori? Se poi non venissero ritirati, potrebbero allora sì essere rimessi in consegna di lunedì.
Sarebbe bello leggere una risposta da parte di qualcuno di Poste italiane.
Luca Rezzola

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Giornale di Brescia, 06 dicembre 2016

DISSERVIZI  1

Libretti postali, estinguerli diventa impresa impossibile

Io e gli altri cointestatari (moglie, madre e sorella) abbiamo deciso di estinguere i seguenti Libretti postali: n. 00XXXXXXXXX2 (azzeramento deposito effettuato il 1° febbraio 2016, con versamento di 18,46 euro per recupero imposta di bollo effettuato in data 9 Settembre 2016). n. 00XXXXXXXXX5 (azzeramento deposito effettuato il 31 marzo 2016, con versamento di 20,51 euro per recupero imposta di bollo effettuato in data 9 settembre 2016 e con ulteriore versamento di 0,79 euro per recupero imposta di bollo effettuato in data 5 novembre 2016). n. 00XXXXXXXXX2 (azzeramento deposito effettuato il 1° febbraio2016, con versamento di 18,55 euro per recupero imposta di bollo effettuato in data 9 settembre 2016). n. 00XXXXXXXXX7 (azzeramento deposito effettuato il 31 marzo 2016, con versamento di 20,92 euro per recupero imposta di bollo effettuato in data 9 settembre 2016 e con ulteriore versamento di 0,38 euro per recupero imposta di bollo effettuato in data 5 novembre 2016), Mesi e mesi trascorsi senza poter concludere nulla nonostante le continue sollecitazioni da parte mia. Da non credersi nell’era dei computer, della comunicazione e dell’Immagine. Di recente la goccia che fa traboccare il vaso. Poste italiane scrive che i versamenti effettuati in data 5 novembre 2016 non sono andati a buon fine causa conto corrente non operante. Superfluo specificare che il numero di conto corrente era stato fornito da Poste italiane. Di sicuro io e gli altri cointestatari non abbiamo alcuna intenzione di pagare l’imposta di bollo per l’anno 2017 perché non può esserci imputata negligenza. Naturalmente prima di scomodare il Giornale di Brescia ho scritto al Sevizio Clienti di Poste italiane, senza ottenere risposta alcuna. Non c’è altro da aggiungere. Ciascun lettore tirerà le proprie conclusioni.  
Lettera firmata

DISSERVIZI  2

Il quotidiano che arriva il giorno dopo  

A proposito di (dis)servizi postali, segnalo un episodio minore, ma significativo riguardante la distribuzione della posta. Sabato 3 dicembre ho ricevuto (cosa che non tutte le settimane avviene) il Giornale di Brescia e con quello odierno c’era anche quello del 2 dicembre. Il 2 dicembre invece ho ricevuto quelli di mercoledì e giovedì. Luigi Pintor ha scritto anni fa che «il giornale di ieri è buono solo per incartare il pesce»: aveva ragione ed io inoltre non mangio pesce.
Giorgio Fontana Brescia

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Giornale di Brescia, 03 dicembre 2016 prima pagina

Disservizi
Posta in tilt per i pacchi Amazon
Quintali di lettere in giacenza: secondo i sindacati il problema sarebbe legato alla riduzione del personale e al boom di ordini dell’e-commerce.
Le lamentele dei cittadini: «Troppi ritardi»
BRESCIA. Periodo nero per la consegna delle lettere a Brescia: dopo l’avvio del recapito «a giorni alterni», molti uffici postali sono andati in tilt accumulando in giacenza quintali di carta.
Secondo la denuncia dei sindacati i motivi sarebbero da ricondursi alla riduzione del personale portalettere (tagliato per160unità in tutto il Bresciano, 32 in città e 128 in provincia) e all’aumento consistente dei volumi di posta, in queste settimane tornati ai livelli pre-crisi, complici le promozioni di Amazon che stanno riempiendo i magazzini di pacchi e-commerce. L’appello dei sindacati: «Aumentano i volumi di posta, chiediamo più personale».
A PAGINA 12 E 13
LA VICENDA Se una busta impiega trentatré giorni per fare due chilometri
L’APPELLO Il sindacato chiede più personale Agitazioni in vista

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Giornale di Brescia, 03 dicembre 2016 pag. 12-13
Lettere-lumaca, «colpa dei tagli di personale e dei pacchi Amazon»

In via Dalmazia si smistano gli ordini dell’e-commerce, mentre la posta bresciana finisce a Milano e a Verona
Flavio Archetti
La consegna della posta a Brescia continua il suo momento nero. Dopo l’avvio del recapito «a giorni alterni»,molti uffici postali sono andati in tilt accumulando in giacenza chi decine, chi quintali, di lettere, riviste e stampe pubblicitarie. Il motivo, spiegato inizialmente con «il raddoppio delle quantità di corrispondenza da lavorare quotidianamente da parte dei portalettere» (che la distribuiscono solo su una zona ma ne hanno una quantità doppia rispetto a prima), ha un’altra faccia che sta emergendo giorno dopo giorno. Secondo quanto denunciato dai sindacati bresciani e lombardi, con una serie di comunicati e nell’incontro di giovedì scorso con la Quarta Commissione della Regione Lombardia, alla riduzione del personale portalettere (tagliato per 160 unità in tutto il Bresciano, 32 in città e 128 in provincia) si è aggiunto un aumento consistente dei volumi di posta, in queste settimane tornati ai livelli pre-crisi, complici anche le promozioni di Amazon che stanno riempiendo i magazzini di pacchi e-commerce. «In più - come spiegato dal segretario di Slp Cisl, Giovanni Punzi - ogni giorno la posta tradizionale viene gonfiata da numerose multe e atti, in arrivo da Equitalia, Regione e Provincia, a cui si aggiungono le raccomandate per la posta «speed» (la modalità che consente di accedere ai servizi postali dal pc di casa). Altro problema sono i frequenti picchi di lavorazione dei centri di Verona e Milano (dove viene convogliata la posta raccolta in provincia, ndr) anche questi responsabili in parte della crisi del sistema Poste Brescia».

Assunzioni. Da Amazon sono arrivate comunque anche buone notizie. La multinazionale
ha affidato a Poste l’appalto di due mesi per la consegna dei suoi pacchi, in scadenza a gennaio. Un servizio svolto al Cp di via Dalmazia per tutto il nord Italia,con una mole di lavorazioni media giornaliera di 20mila oggetti e l’impiego di 75 giovani con contratto a tempo determinato. Per il segretario dei postelegrafonici bresciani Cisl, «la conferma dell’appalto Amazon potrebbe significare l’assunzione di nuovi portalettere in pianta stabile», passo importante per rimettere in sesto il servizio postale a Brescia e in provincia, anche tenuto conto che molti portalettere tagliati dalla nuova fase a giorni alterni non hanno ancora cambiato mansione e sono rimasti alla consegna per aiutare i colleghi titolari di zona».

Critiche. Ferma sulle sue posizioni iniziali Uil Poste.«Avevamo valutato positivamente l’accordo di settembre 2015 - ha ricordato il segretario cittadino Angelo Lo Presti - che prevedeva riduzioni moderate delle consegne con punte massime del 20%. Riteniamo invece sbagliato l’accordo di febbraio 2016, da noi non siglato, che taglia fino al 50%. Lo faremo presente di nuovo nell’incontro che l’azienda avrà con i sindacati lombardi il 19 dicembre a Roma, così come non mancheremo di sottolineare due necessità fondamentali: gestire meglio la distribuzione dei pacchi (un portalettere con il motorino come può caricarsene 20 o 30?) e fornire il personale di palmari efficienti e finalmente funzionanti, perché i postini perdono ore per l’incapacità delle memorie elettroniche di contenere la registrazione delle raccomandate quando sono numerose».

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Giornale di Brescia, 03 dicembre 2016 pag. 13

La vicenda
Un invito per il signor Donato: da via Tosio a via Tartaglia, passando da Verona
DUE CHILOMETRI IN 33 GIORNI
Flavio Archetti
Lettere che arrivano con tre settimane di ritardo, raccomandate da ritirare in uffici che distano chilometri da casa, ma anche corrispondenza che «non arriva mai» o viene recapitata a indirizzi lontani da quelli di destinazione. In questo primo mese di «giorni alterni» le lamentele si moltiplicano, nonostante le sforzo di una squadra di portalettere che non mancano di esperienza e non si risparmiano. Da via Tartaglia - per entrare nei dettagli del disagio cittadino - una testimonianza emblematica del momento «no» delle Poste bresciane. Secondo quanto riferisce il signor Donato, nella zona di campo Marte le lettere arriverebbero con ritardi che spesso ne vanificano la spedizione.
«Come è possibile - si chiede condividendo con noi le sue perplessità - che una convocazione a una riunione inviatami il 27 ottobre si arrivata alla mia cassetta postale il 30 novembre? In pratica da via Tosio a via Tartaglia ci sono voluti un mese e tre giorni, transitando da Verona, dove è stata timbrata l’8 novembre». Medesimo discorso per una fattura e una lettera di ringraziamento.
Naturalmente il nostro concittadino, come tanti altri, si chiede perché sia necessario il transito da Verona. La risposta ce l’ha fornita ancora una volta il sindacato, questa volta Uil Poste, ricordando che «dopo il declassamento del Cmp di via Dalmazia la lavorazione della posta e il suo smistamento nelle varie provincie della nostra area avviene nella cittadina scaligera». Insoddisfazione anche per il ritiro delle raccomandate «inesitate», quelle che il portalettere non consegna a casa e quindi tornano, in attesa di essere ritirate, all’ufficio postale.
«Essendo vicino alla posta di via Foscolo pensavo di poterle ritirare lì - si è sfogato Donato - invece ogni volta devo andare fino in via Don Vender, a Urago Mella, a mezz’ora di cammino da casa mia. Un’altra cosa che non riesco a capire».

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Giornale di Brescia, 03 dicembre 2016 pag. 13

«Aumentano i volumi di posta. Chiediamo più personale»
Tra le richieste, l’inserimento di Brescia tra le città metropolitane, con l’arrivo di maggiori risorse
«Confermare i giovani a tempo determinato, già addestrati»
Agitazioni in vista dal 9 dicembre

Il Sindacato
Le condizioni di lavoro a cui sono sottoposti molti portalettere bresciani è almeno «incresciosa». Di fronte alla nuova problematica situazione, i sindacati in questi giorni hanno preso posizione in due modi: facendo pressioni sull’azienda per ottenere l’incremento del personale addetto alle consegne, e proclamando lo sciopero delle prestazioni straordinarie.
«Se fino a ieri, dati alla mano, Poste Italiane ha portato avanti una politica di riduzione del personale parallela alla riduzione dei volumi di corrispondenza - si legge su un comunicato redatto da Cisl, Cgil e Sailp Confsal - oggi l’azienda deve prendere atto della positiva ripresa dei volumi di posta e agire di conseguenza.
Chiediamo uno sforzo eccezionale per il mantenimento in servizio del personale con contratto a tempo determinato, oltre alla messa in servizio di un nuovo contingente necessario per far fronte a questa imprevedibile emergenza». Personale straordinario che i sindacati vorrebbero «scelto preferibilmente tra quanti hanno appena cessato un periodo di lavoro in Poste Italiane, perché si tratta di ragazzi che conoscono già il servizio e le zone di recapito, e non necessitano dell’altrimenti indispensabile periodo di rodaggio».
Il giorno 28 novembre poi, «non avendo visto risposte alle problematiche oggetto dei disagi che hanno già provocato gli scioperi del 4novembre e delle prestazioni straordinarie dal 24ottobreal23novembre», hanno indetto un altro periodo di protesta.
Questa volta la sollevazione rispetto alle ore straordinarie è stata siglata da Slp Cisl, Slc Cgil, Failp Cisal, Confsal e Uglcom. Il periodo andrà dal 9 dicembre all’8 gennaio, con l’esclusione del 16 dicembre, giorno di scadenza dei pagamenti Imu. Nelle ultime ore dalle segreterie cittadine è arrivata anche la richiesta che «Brescia, vista la sua importanza economica, venga inserita nel novero delle città metropolitane, che godono di più personale e più linee di distribuzione».
Se la richiesta fosse accolta, sarebbe un recupero di almeno 15 portalettere.
F. A.