LA STAMPA DI OTTOBRE 2011

Giornale di Brescia - 30 ottobre 2011

Prima vittoria (dopo quattro anni!) sulla pigrizia organizzativa di Poste Italiane

Ci sono voluti quattro anni! Giovanni Punzi, Segretario generale Slp Cisl, il sindacato dei lavoratori delle Poste, è combattuto tra la rabbia per le lentezze di Poste Italiane e la soddisfazione per un servizio finalmente più a misura di cittadini. La questione è quella delle raccomandate che i portalettere non possono consegnare per l'assenza dei destinatari (le raccomandate, come altri tipi di posta, vanno infatti firmate per ricevuta). Ora, fin che si abita in un paese, non ci sono grossi problemi: i cittadini sanno che devono andare all'ufficio postale a ritirare la loro corrispondenza. Ma per chi abita in città, soprattutto se si parla si anziani, le cose si complicano.

LE CONVENIENZE DELLE POSTE E QUELLE DEI CITTADINI
Poste Italiane ha stabilito dei punti di distribuzione della "posta inesitata" - così si dice nel burocratichese delle Poste - secondo le sue convenienze, che però non corrispondono a quelle della stragrande maggioranza dei suoi utenti. E così capita che per recuperare una raccomandata le persone debbano farsi dei veri e propri viaggi attraverso la città con la perdita di tempo e i relativi disagi che ognuno può immaginare.

LA CISL SOLLEVA IL PROBLEMA DAL 2007
Giovanni Punzi e il Sindacato dei postali della Cisl hanno cominciato nel 2007 a sollevare questo problema, con raccolta di firme, lettere, pressioni, coinvolgimento delle istituzioni. Una battaglia difficilissima che ha sbattuto per quattro anni contro il muro di gomma della direzione Poste Italiane di Brescia. Nei giorni scorsi è avvenuto però qualcosa che ha del miracoloso.

MIRACOLO! MIRACOLO!
Per ritirare le loro raccomandate gli abitanti del Quartiere Primo Maggio non dovranno più andare all'ufficio postale di Via Don Vender ma a quello, più vicino e per loro più comodo, di Via Lattanzio Gambara. Un ruolo importante lo ha giocato in questa decisione delle Poste il pressing della Circoscrizione Brescia-Ovest.

E ADESSO SI MUOVANO ANCHE LE ALTRE CIRCOSCRIZIONI
Tutto e bene quel che finisce bene?
"Insomma! La speranza è che adesso si faccia una riorganizzazione complessiva - risponde Punzi - che metta le ragioni dei cittadini davanti alla pigrizia organizzativa della dirigenza di Poste Italiane. E visto che il contributo della Circoscrizione è stato decisivo, Slp Cisl ha scritto a tutti gli altri Presidenti perché portino avanti analoghe richieste per favorire i cittadini del loro territorio. Ad ognuno di loro abbiamo scritto che Slp Cisl è fin d'ora a disposizione per documentare Circoscrizione per Circoscrizione le soluzioni più semplici e più immediate. La nostra battaglia per un servizio realmente vicino ai cittadini è sicuramente anche quella di chi, come i Presidenti delle Circoscrizioni, hanno la responsabilità delle strutture decentrate sul territorio".

Giornale di Brescia - 30 ottobre 2011

"A rischio gli uffici postali delle Valli"

BRESCIA
Le Poste si riorganizzano sul territorio ed a risentirne saranno i piccoli centri, che a Brescia significa problemi soprattutto nelle Valli.
A lanciare l'allarme Nino D'Angelo, vice segretario Failp-Cisal Brescia, la sua collega Maria Teresa Zagaria ed il legale che segue il sindacato, avvocato Marcello Galdi.
Ieri mattina nella sede di via Ducco si è discusso del progetto di Poste italiane che prevede appunto la chiusura definitiva di molti Uffici, secondo l'azienda diventati antieconomici; creando così, secondo i rappresentanti sindacali, disagi sia ai lavoratori che alla popolazione, "creando un depauperamento di risorse ed un senso di abbandono". "Le Poste vogliono creare due categorie di utenti - ha spiegato D'Angelo -, quelli dei grandi centri (dove non ci sarà nessuna ristrutturazione), ed i piccoli centri (come molti Comuni appunto delle nostre valli) che invece subiranno una ristrutturazione, che in poche parole significa chiusura di alcuni uffici".
A livello nazionale tra la fine del 2011 ed il 2012 saranno tra 800 ed i 1.500 gli uffici postali che chiuderanno, con circa 4.000 esuberi.
"Ad essere scardinato sarà il "servizio universale" - ha continuato D'Angelo -, quello che garantisce l'apertura degli sportelli per cinque giorni a settimana. Ma per la nostra città il vero spreco da tagliare è la Filiale 2 che non ha senso di esistere, perché non si recuperano risorse chiudendola?". f. a.

Brescia Oggi - domenica 30 ottobre 2011 PROVINCIA, pagina 22

VILLANUOVA. Il caso dell´ufficio di Bostone

"La politica di tagli di Poste Italiane penalizza le valli"

Il sindacato rilancia l´emergenza "Si sta andando verso il collasso"

Elia Zupelli
La razionalizzazione "effetto-falce" di Poste Italiane investe anche i Comuni bresciani: disservizi, uffici alterni e soprattutto presupposti del servizio universale disattesi a tal punto da generare una scissione tra utenti di "serie A" (gli abitanti delle città) e periferici clienti di "serie B".
A fare la voce grossa in merito alla questione è stata la Failp Cisal, che ieri mattina ha tracciato i profili di una situazione da allarme rosso, stigmatizzandola in modo lapidario e senza mezzi termini nelle parole del suo portavoce, il vice segretario Nino D´Angelo come "un gioco sporco e antidemocratico, dove alla fine a rimetterci sono sempre i lavoratori". Nello specifico, sinonimo dei cittadini stessi, dato che tali inadempienze del sistema postale gravano particolarmente su alcune zone della provincia. Cinque, le aree dove la batosta secondo l´analisi di Cisal - pesa come un macigno: Valcamonica, Valsabbia e Valtrompia, oltre all´alto Garda e ai comuni a ridosso del lago d´Iseo. Spalmati nel calderone di un nuovo regime postale a giorni alterni che dalle stime su scala nazionale riguarderebbe potenzialmente 10 milioni di utenti e quasi cinquemila comuni. In soldoni, per i luoghi a bassa densità abitativa questo equivarrebbe a dire uffici aperti col contagocce, rischio esuberi alle stelle e prospettiva di cassa integrazione per Poste Italiane. Ipotesi che peraltro - ha ricordato D´Angelo durante la sua analisi - in alcune realtà bresciane si è già trasformata in un preoccupante dato di fatto: è il caso di Bostone, piccola frazione di Villanuova sul Clisi dove gli uffici aperti a giorni alterni e i disagi all´utenza e al lavoro sono cosa molto più realistica di un semplice spauracchio. Incastrandosi in un quadro più esteso, i cui profili secondo il legale di Cisal Marcello Galdi "costituiscono una vera e propria forma di inadempimento contrattuale, con tutte le implicazioni penali che questo potrebbe determinare". Un capitolo a parte, riguarda la querelle attorno alla filiale 2 di Brescia. Per Cisal "è una macchina senza motivo di esistere, che assorbe soldi pubblici e produce solo costi. Destinare i 220 mila euro che percepisce annualmente il suo direttore al potenziamento degli uffici sarebbe già un primo, passo in avanti".

Brescia Oggi - mercoledì 26 ottobre 2011 PROVINCIA, pagina 20

Poste, Piatucco teme uno stravolgimento

E se l´ufficio postale di Piatucco, così come lo conoscono i lumezzani, venisse totalmente stravolto? Voci di corridoio dicono che potrebbe (il condizionale è d´obbligo) accadere. La possibile chiusura del servizio è ormai il tormentone del momento, ma in realtà non si tratterebbe di uno stop definitivo della struttura, bensì di un cambio del target di riferimento. Oggi la "posta" del cittadino; domani un servizio dedicato (e riservato) a professionisti, alle piccole e medie imprese e a tutti i possessori di partita Iva.
La popolazione, soprattutto quella anziana, è preoccupata perchè sparirebbe una importante comodità. Ma cerchiamo di fare il punto premettendo che non ci sono comunicazioni ufficiali a confermare questa fuga di notizie. Lumezzane dispone di tre uffici postali nelle frazioni più importanti: Sant´Apollonio, San Sebastiano e Piatucco. Proprio quest´ultimo, considerato un punto d´appoggio per tutte le frazioni basse del paese (Gazzolo, Gombaiolo, Valle, Dosso ma anche Pieve, Fontana e Renzo), potrebbe essere trasformato in un "Pt business" (o "Postaimpresa"), la formula scelta da poste italiane per offrire un servizio ad hoc alle aziende (spedizioni, servizi finanziari, assicurativi, di comunicazione commerciale, telefonia, forniture per ufficio e servizi on line).
La struttura di Piatucco, di proprietà dell´azienda postale, è ben servita da parcheggi, ha una buona metratura interna e, oltre ai tre sportelli, offre il postamat. I commenti? "Trasferire l´utenza nella filiale di San Sebastiano, la principale del paese che rimane aperta anche il pomeriggio, sarebbe sicuramente poco pratico considerato che, già oggi, si fatica a trovare posti auto liberi, il locale è spesso congestionato, e non è raro vedere la coda", dicono numerosi clienti. L´ufficio di Sant´Apollonio, invece, è all´estrema periferia Nord del paese, quindi non facilmente raggiungibile dagli abitanti delle diverse frazioni.
E se poste Italiane decidesse di mantenere un reparto della filiale dedicato ai clienti retail? Già oggi, nei giorni e negli orari più convulsi, i tempi d´attesa sono, a parere di alcuni utenti, troppi lunghi. Per ora i dirigenti di poste italiane non rilasciano dichiarazioni, ma il sindaco Silverio Vivenzi si è attivato e incontrerà il direttore della zona 2 già domani. La maggior paura? Vedere sparire l´ufficio con la stessa rapidità con la quale l´ex ospedale del Villaggio Gnutti si è trasformato in "Fondazione Maugeri". M.BEN.

Giornale di Brescia, 19 ottobre 2011

Ufficio postale di via Moretto "chiuso per rapina"

"Ma come? Ieri non funzionavano i terminali. Oggi è chiuso per rapina!". Gli utenti dell'ufficio postale di via Moretto sbuffano nel trovarsi la saracinesca chiusa. Ad avvisarli dell'impossibilità di entrare, due cartelli: uno scritto a mano in stampatello, evidente, un altro scritto al computer, con un linguaggio molto formale ma allo stesso modo esaustivo "Si informa la gentile clientela che il giorno 18-10-2011 questo ufficio è chiuso al pubblico per rapina".
A creare il disagio, ieri mattina alle 8.35 due banditi che hanno messo a segno il colpo fruttato un bottino di 600 euro. Solo uno dei due è entrato nell'ufficio postale, alzandosi il cappuccio della felpa sulla testa per non farsi riconoscere. Il giovane, probabilmente italiano, teneva in pugno un coltello da cucina, ha aperto lo sportello che separa i clienti dai dipendenti ed è entrato nell'area riservata. Quindi ha aperto un cassetto e ha arraffato le banconote che c'erano dentro ponendole in un sacchetto di plastica che aveva con sè.
"Datemi i soldi" avrebbe gridato alla direttrice e ai due dipendenti appena entrato. Quindi, tenendo ben stretta la busta di plastica, è scappato fuori per strada in tutta fretta, dove, all'angolo tra via Moretto e via Santa Croce, c'era un complice ad aspettarlo su una Fiat Uno, a quanto pare rubata. Scattato l'allarme, sul posto sono arrivati i carabinieri della stazione di Piazza Tebaldo Brusato e dell'aliquota operativa del Radiomobile che hanno prima ascoltato quanto successo, e poi cercato di acquisire le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza, non solo delle Poste ma anche degli edifici vicini. "Ci siamo spaventati molto" si limita a dire la direttrice, senza entrare nei particolari, mentre una dipendente passa con panno e alcol su tutte le superfici toccate dal rapinatore e poi dai carabinieri che hanno cercato impronte digitali.
Daniela Zorat

Giornale di Brescia, 18 ottobre 2011

Poste, mattinata di passione agli sportelli
La piattaforma Sdp si blocca per qualche ora, i clienti vengono rimandati a casa

Computer in tilt, nessuna operazione possibile, clienti rimandati a casa. Con una indicazione: inutile riprovare in altri uffici.
È stato un lunedì mattina di passione negli sportelli di Poste Italiane. A causa di problemi all'intera rete informatica nazionale non è stato possibile effettuare versamenti, pagamenti o altre delle più consuete operazioni.
Nulla da fare, quindi, per coloro che si erano recati di buon'ora negli uffici. Il mancato funzionamento del sistema ha interessato la prima parte della mattinata. Poi a partire dalle 10 la situazione è tornata via via alla normalità, così che verso mezzogiorno l'operatività di quasi tutti gli uffici era nuovamente a pieno regime. Nel pomeriggio, con una nota ufficiale, Poste Italiane si è scusata per i disagi provocati alla clientela, nulla aggiungendo circa le cause del disservizio che, come già lo scorso giugno, ha interessato gli uffici sparsi lungo tutta la penisola. A far tribolare per qualche ora gli utenti sono stati nuovamente i capricci della piattaforma Sdp. Contro la quale puntano il dito i sindacati.
"Sebbene dalla metà di giugno fino a oggi (ieri per chi legge, ndr) si sia verificato soltanto il black out odierno - ha osservato Giovanni Punzi della Cisl-Slp - la nuova piattaforma presenta ancora grosse lacune. Sistematicamente infatti il sistema rallenta di molto le operazioni ogni inizio mese, nel momento in cui si verificano le operazioni di accredito delle pensioni sui libretti di risparmio".
Lo stesso Punzi ha poi evidenziato come già dal 3 ottobre una buona parte dei dipendenti di Poste Italiane non stia effettuando "prestazioni straordinarie e aggiuntive".
I lavoratori chiedono "che al più presto si metta mano ad un piano di rilancio che possa riposizionare l'azienda", sia "che a tutti gli impiegati venga riconosciuto il premio di risultato dell'anno scorso". m. nic.

Accogliamo positivamente la decisione Aziendale di trasferire le raccomandate inesitate da Via Don Vender a Via L. Gambara. Nei prossimi giorni ripresenteremo la petizione e le firme raccolte davanti l'ufficio di Fornaci e consegnate all'allora Sindaco Corsini, per trasferire parte delle raccomandate inesitate da Fornaci a Brescia (zona di Via Corsica). Chiederemo anche la dislocazione delle inesitate negli altri uffici postali della città (zona San Polo/SanPolino) coinvolgendo i presidenti delle Circoscrizioni visto che oggi, rispetto al passato, è possibile ridisegnare la mappa circa la consegna delle raccomandate tenendo conto delle esigenze dei cittadini. Inoltre perchè il servizio della consegna delle inesitate, nonostante i lavori eseguiti da tempo, non è sttao ancora attivato nell'ufficio di Rovato. Anche in questo caso dobbiamo sollecitare il Sindaco?

Giornale di Brescia, 15 ottobre 2011

Q.re 1° Maggio 1 Da lunedì raccomandate in via Gambara

Nel luglio scorso il consiglio della Ovest aveva deciso di sostenere la petizione presentata da 500 cittadini del quartiere 1° Maggio che chiedevano che il servizio di ritiro delle raccomandate venisse spostato da via Don Vender a via Gambara. Il recapito di via Don Vender, infatti, risulta essere molto più distante e poco accessibile soprattutto per le persone anziane.
Durante l'estate i rappresentanti della Circoscrizione e il presidente Mattia Margaroli si sono incontrati più volte con i funzionari di Poste italiane che, recentemente, hanno deciso di acconsentire allo spostamento che entrerà in vigore da lunedì.
"Sono molto soddisfatto del risultato - spiega Margaroli - anche perché all'inizio pareva un problema burocraticamente insormontabile. Grazie all'interessamento della dottoressa Pecorari (Dirigente di Poste Italiane) l'istanza dei cittadini è stata accolta e il nuovo servizio di ritiro delle raccomandate sarà attivo da lunedì prossimo. Questo risultato dimostra ancora una volta come l'azione delle Circoscrizioni possa essere incisiva per dar voce ai cittadini. Mi auguro che il nostro sindaco possa intervenire affinché il Governo ritorni sulla decisione di eliminare i decentramenti, fondamentali per la presenza delle istituzioni sul territorio".

Brescia Oggi - Giovedì 13 Ottobre 2011 PROVINCIA, pagina 23

Audace "blitz" in Posta a Bogliaco Bottino 2mila euro

Il malvivente ha agito indisturbato Nell'ufficio c'era solo un'impiegata

Non c'è stata violenza, ostaggi, inseguimenti, nulla del genere, ma solo il classico copione "prendi i soldi e scappa". La rapina è stata compiuta ieri, poco prima delle 14, ai danni dell'ufficio postale di Bogliaco, frazione di Gargnano. Alle poste, situate a fianco della 45 Bis, ha fatto irruzione un uomo con il volto coperto da un foulard e da un cappellino calato sugli occhi. Ninacciando l'unica dipendente presente, è riuscito a scavalcare il bancone e a farsi consegnare il denaro custodito in cassa, stimato approssimativamente in circa due o tremila euro.
Attimi di paura per l'impiegata che, sotto choc, non è riuscita a individuare in che direzione il malvivente sia fuggito, se a nord in direzione di Riva del Garda o invece a sud, verso Salò. L'uomo, secondo le prime informazioni, di nazionalità italiana a giudicare dall'accento, si è dileguato a piedi facendo perdere le sue tracce.
Sul posto sono intervenuti i Carabinieri di Gargnano e gli agenti della Oolizia locale che stanno cercando di ricostruire la dinamica dei fatti anche con il supporto delle telecamere installate sul territorio. L.S.

Giornale di Brescia, 13 ottobre 2011

Bogliaco Solitario rapina la Posta

BOGLIACO
Di incursioni del genere da queste parti non se ne ricordano. Fa così notizia l'azione del rapinatore solitario che nel primo pomeriggio è entrato nell'ufficio postale della frazione gargnanese, in via della Libertà, ed ha minacciato l'impiegata.
Rapina a voce armata, avrebbe commentato un ufficiale dei Carabinieri passato ad altro incarico fuori provincia. Etichetta che ben si attaglia al colpo piazzato dallo sconosciuto, a viso scoperto e senza arma di sorta, che ha rivolto alla 54enne impiegata parole che sono suonate assai convincenti. Minacciose al punto da spianare la strada della cassa a chi le ha sibilate. Rapido il passare di mano, dal cassetto alla tasca del malvivente di turno, di contanti per circa duemila euro. Poi la fuga a piedi all'uscita dell'ufficio, che si trova nel tratto della Statale che attraversa il borgo, a un paio di centinaia di metri dallo storico Palazzo Bettoni.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della vicina caserma e della Compagnia di Salò.

Brescia Oggi - Giovedì 06 Ottobre 2011 PROVINCIA, pagina 21

ESINE. Ieri l'inaugurazione in via Leutelmonte: "Una presenza importante per la zona"

Dal sindacato Uil un presidio per migliorare i servizi postali

La proposta: rilanciare la rete magari con il "postino telematico" De Rose: "È solo attraverso l'innovazione che si può crescere"

Paolo Morandini
Anche nei paesi di montagna, da quando l'Ufficio postale è diventato un servizio gestito da una SpA, le parole d'ordine sono "bilancio e razionalizzazione". Ma la modernizzazione ha comportato un ridimensionamento di quella rete capillare che prima era a vantaggio dei paesi più piccoli; e oggi è diventato un disservizio soprattutto per gli anziani, che vedono nell'ufficio postale un punto di riferimento. Di contro i dipendenti di Poste italiane, nella prospettiva della "razionalizzazione", temono per il proprio posto di lavoro.
Ecco spiegato il ritorno in Vallecamonica a Esine, in via Leutelmonte, di un presidio della Uil-Poste, aperto al pubblico il mercoledì pomeriggio dalle ore 16 alle 18.
"La situazione degli uffici postali nei piccoli paesi - ha spiegato ieri a margine dell'inaugurazione del presidio Vito De Rose, segretario provinciale di Uil-Poste - ha per noi un'importanza notevole, poiché, come per altre scelte da prendere, le decisioni partono dal vertice a Roma, dove sono prioritari i numeri, i bilanci, e non la realtà dove operano le filiali. È indubbio che i bilanci sono importanti per una SpA, ma i numeri del fatturato delle società che fanno capo alla holding Poste Italiane dicono che le risorse per mantenere il servizio sul territorio ci sono".
IL SINDACATO quindi rilancia, partendo dalla presenza anche nei paesi più piccoli di un presidio, magari a giorni alterni. "Crediamo che la forza di Poste Italiane sia proprio la rete che copre tutto il territorio - ricorda De Rose - e che oggi il tradizionale servizio di consegna della posta sia solo una parte dei numerosi servizi innovativi che l'azienda offre, tra cui ricordiamo BancoPosta e PostTel. Crediamo che il rilancio della rete possa essere fatto attraverso il cosiddetto "Postino telematico", ovvero il compito dato all'operatore non solo di consegnare la posta, bensì di raccoglierla per il cliente "porta a porta", oltre che poter pagare bollettini postali o fare altre operazioni attraverso l'operatore stesso. È innovando che si cresce, e l'innovazione crediamo debba portare vantaggi anche per i dipendenti della SpA".
Ed è proprio una considerazione legata alla ridistribuzione delle risorse che ha portato quattro sigle sindacali - cisl, Confsal Com, Ugle Com, e naturalmente Uil-Poste - a proclamare uno sciopero un po' particolare, fino al 30 di ottobre: gli addetti di Poste Italiane si asterranno dalle prestazioni straordinarie aggiuntive, ovvero rispetteranno rigidamente l'orario da contratto, con il rischio di provocare disagi per l'utenza.
"La nuova apertura del presidio Uil Poste a Esine il mercoledì pomeriggio - ha ricordato il camuno Roberto Sanzogni, di Uil Funzione pubblica - è una presenza importante, che si aggiunge alla presenza già consolidata del patronato pensionati, aperto il mercoledì e il giovedì mattina, e alla copresenza a giorni alterni di associati delle diverse categorie".

Giornale di Brescia, 05 ottobre 2011

DELLO
Ufficio postale totalmente inadeguato

Vorrei segnalare, attraverso il suo quotidiano, una situazione che ormai si protrae da molto tempo, troppo ormai, e a cui purtroppo non viene data la giusta importanza da chi di dovere.
Prendo spunto dall'articolo pubblicato in data 28/09/2011 recante il titolo "Villanuova, ufficio postale nuovo di zecca!". Io risiedo a Dello, piccolo centro ma che conta ormai circa 5.000 abitanti tra comune e frazioni ed anche Dello, come quasi tutti i paesi ormai, ha il proprio ufficio postale che, trovandosi in centro, è comodo da raggiungere ed alla portata di tutti.
Vorrei segnalare, tuttavia, al signor Giuseppe Erario, direttore della Filiale di Brescia di Poste Italiane che ha presenziato all'inaugurazione a Villanuova la situazione attuale dell'ufficio postale di Dello:
1.All'entrata vi sono tre scalini così da rendere impossibile l'accesso a disabili o persone anziane che faticano a deambulare;
2.La sala d'attesa è grande all'incirca 5 mq, spazio evidentemente insufficiente per vedere rispettate le regole sulla privacy per garantire la quale la gente in attesa dovrebbe sostare sul marciapiede al di fuori dell'ufficio;
3.Non vi sono impiegati a sufficienza (spesso 1 solo sportello, al massimo 2, anche perché di più non ve ne sono), costringendo gli utenti a lunghe e snervanti code di attesa;
4.Non parliamo poi dell'incresciosa situazione che si verifica nei giorni di erogazione delle pensioni: l'utente che per sua sfortuna dovesse recarsi in posta a cavallo di tali giorni per eseguire delle mere operazioni postali, trova quasi impossibile persino accedere all'ufficio tanto da essere costretto a recarsi alla posta dei paesi limitrofi.
Allora a chi spetta la decisione di intervenire per cambiare/rimodernare/ampliare/ristrutturare l'ufficio postale? Io, come del resto molti altri abitanti del luogo, mi sono informato ma si sa che su questioni spinose vi è sempre il disaccordo e non si capisce mai fino in fondo di chi sia la responsabilità: c'è chi dice che l'ufficio debba metterlo a disposizione il comune, chi al contrario afferma che sia compito di Poste Italiane, sta di fatto che gli anni passano, il paese ingrossa e nessuno interviene. È da anni che si sentono voci circa un ampliamento/spostamento dell'ufficio postale di Dello ma fino ad ora nulla è stato fatto.
Quel che è certo è che chi di dovere deve intervenire ed anche in modo urgente perché il paese nell'arco di 10 anni si è quasi raddoppiato in numero di abitanti anche grazie alle attività delle numerose fabbriche che vi sorgono nei paraggi. L'ufficio postale invece, beh, quello è sempre lo stesso, con 3 scalini all'ingresso, una sala d'attesa che definirla tale è puro eufemismo ed impiegati insufficienti!
Signor Giuseppe Erario, faccia un salto al mio paese e verifichi di persona! In fondo Dello si trova a soli 18 km da Brescia.
Giovanni Maffeis - Dello

IL FAILP di BRESCIA non finisce di stupirci. Dopo aver chiuso positivamente il conflitto di lavoro con l'Azienda, oggi sulla stampa locale parla di carenza di personale, dei problemi del recapito, della sicurezza ecc. tutte motivazioni riportate nel cartello rivendicativo del nostro sciopero che inizia da domani fino al 30 ottobre.
Non comprendiamo perché a fronte delle denunce riportate nell'articolo il FAILP ha preferito condividere con la CGIL una linea di condivisione della politica Aziendale piuttosto che aderire al nostro cartello rivendicativo.

Brescia Oggi - Domenica 02 Ottobre 2011 PROVINCIA, pagina 18

LA VERTENZA. Da domani parte la protesta dei dipendenti

Sarà un ottobre "caldo" con scioperi e assemblee

Sciopero con blocco degli straordinari, assemblee, manifestazioni e presidi per informare cittadini, imprese ed istituzioni: è il nodo della vertenza nazionale e lombarda promossa dai sindacati Cisl-Slp, Uil poste, Confsal e UglCom messa in atto per tutto il mese di ottobre "a fronte - si legge in un comunicato congiunto - di un quadro preoccupante della qualità dei servizi offerti ai cittadini e alle imprese, con un'Azienda ripiegata su se stessa ed incapace di dare risposte in un mercato in forte evoluzione e particolarmente esposto alla concorrenza, che sta portando gravi ripercussioni e demotivazioni tra i lavoratori per il mantenimenti dei livelli occupazionali e sulle prospettive per il futuro".
UNA VERTENZA, quindi, che ha come obiettivo principale quello di "una migliore offerta dei servizi di poste Italiane attraverso la soluzione dei molti problemi che attualmente ne frenano la qualità, le potenzialità e lo sviluppo".
In particolare - si legge nella nota - i problemi riguardano le coperture degli organici, i mezzi di trasporto, la sicurezza, le strutture operative e la rete dei collegamenti. Ma anche il mancato pagamento ai lavoratori del saldo del Premio di risultato 2010.
Tra le prime iniziative a sostegno della vertenza, l'astensione dalle prestazioni straordinarie ed aggiuntive da domani fino al 30 ottobre; assemblee di 2-3 ore in tutti i luoghi di lavoro; comunicazioni, volantinaggi e presidi nelle province e nelle più importanti città lombarde per informare cittadini e imprese sui motivi della vertenza.
È inoltre prevista una grande manifestazione con presidio domenica 18 ottobre, in occasione della Convention Aziendale a Milano.

NO COMMENT
"Si tratta di questioni che attengono al sindacato e che vengono discusse nelle sedi preposte"

Brescia Oggi - Domenica 02 Ottobre 2011 PROVINCIA, pagina 18

"Si tratta di questioni che attengono al sindacato e che vengono discusse nelle sedi preposte": questo il laconico commento di poste Italiane, sentite in merito al dossier presentato dalla Failp-Cisal.

IL DOSSIER. Il sindacato autonomo Failp Cisal mette a nudo i due volti di un servizio che sta penalizzando aree della provincia già alle prese con problemi infrastrutturali

poste, dietro lo sportello spunta il "vuoto"

Nel mirino la Filiale 2. Il segretario De Maddis: "Non c'è personale sufficiente per coprire tutti gli uffici delle tre valli e dell'Alto Garda"

Situazione critica per Poste Italiane: la Failp Cisal denuncia gravi carenze strutturali, ...

Alessandro Faliva
Organici carenti, troppi uffici ostaggio del degrado. Sono i due volti dell'inesorabile declino del servizio postale in provincia di Brescia quelli affrescati in un quadro a tinte fosche dal Failp Cisal. Il sindacato torna a lanciare l'allarme su una gestione a due velocità dell'attività che penalizza aree già alle prese con problemi infrastrutturali come le valli.
Nel mirino del dossier è finita soprattutto la Filiale 2, che opera nelle tre valli bresciane e sull'Alto Garda. Una realtà che fino al 2006 occupava 650 dipendenti tra sportellisti, portalettere e personale di direzione. Addetti drasticamente ridotti con lo scorporo dei portalettere (confluiti nella Ram 4) e con il taglio del resto della pianta organica che conta 150 sportellisti, 20 direttori più altri funzionari suddivisi tra commerciale e personale in direzione. Una coperta troppo corta per coprire con efficienza un bacino che conta 131 uffici postali: 74 monoperatore e 3 standard, per un totale di 77 uffici con un solo dipendente al loro interno.
"Il problema è che non c'è personale sufficiente per coprire i 77 uffici quando capitano malattie, ferie o altri contrattempi che impediscono all'operatore di aprire fisicamente la sede", denuncia il segretario del sindacato autonomo, Beniamino De Maddis. Per questo la soluzione adottata da anni dalla Filiale 2 è quella di far aprire a scacchiera, sempre dallo stesso dipendente, questi uffici per due ore al giorno.
I LAVORATORI sono quindi costretti ad aprire più uffici nell'arco della giornata, spesso senza preavviso. "Ricevono telefonate anche durante l'orario lavorativo, quando da regolamento l'azienda dovrebbe avvisare di tutti gli spostamenti almeno tre giorni prima - continua De Maddis -. Qualche volta devono improvvisamente chiudere l'ufficio dove sono per spostarsi nell'altra filiale, con disagi che spesso colpiscono in primis gli utenti".
Anche se i costi per gli "spostamenti" sono comunque rimborsati, non ci sono limiti "territoriali": così, se un dipendente si trova in un ufficio della Val Sabbia, può capitare che debba spostarsi in Val Trompia. La soluzione di De Maddis è semplice: "noi siamo contrari a questa filiale, che rappresenta unicamente uno spreco di soldi e di risorse. Le due filiali potrebbero benissimo essere fuse senza problemi. Evidentemente fa comodo a qualcuno avere due responsabili, due direttori e così via, stipendiati con i soldi dello Stato, in un momento di grave austerity".
A complicare la vita dei dipendenti che si trovano ad operare nei piccoli uffici di paese, si aggiungono anche le strutture stesse che dovrebbero garantire di svolgere un lavoro ottimale. In realtà la situazione è ben diversa. Solo nel 2011 il sindacato ha inviato all'azienda 47 esposti per denunciare gravi carenze strutturali, senza mai ricevere risposta. "In provincia abbiamo centri grossi con 40 portalettere, perfettamente funzionanti, ma contemporaneamente anche piccoli uffici dove le condizioni lavorative sono vergognose", commenta Nino D'Angelo, vicesegretario Failp.
LA LISTA È LUNGA, e comincia con l'ufficio postale di Serle, "nel quale lavorano due portalettere e due impiegati in condizioni da terzo mondo: un ufficio postale di facciata, peccato che il luogo deputato allo smistamento delle lettere non è altro che un bugigattolo con una scrivania fatiscente".
Il caldo estivo dei mesi scorsi è stato un problema per chi doveva recarsi a Ghedi. L'ufficio postale della zona non ha mai potuto accendere il climatizzatore. "Per cinque volte l'intervento dei tecnici esterni si è concluso tra scuse e giustificazioni forzate. Quest'estate abbiamo avuto episodi di colleghi svenuti e bambini che hanno avuto malori. Tutto ciò è controproducente anche per l'azienda, con rischi di denunce da parte dei privati".
Va decisamente meglio - se si può dire così - a chi lavora nell'ufficio di Sirmione. Qui ci si "limita" ad un po' di muffa e di sporcizia, sicuramente non il miglior biglietto da visita per una delle punte di diamante del turismo lacustre. E condizioni simili si registrano anche nelle strutture di Cizzago, Castelcovati, Rudiano, Roccafranca (dove addirittura sui muri penzolano in bella vista i fili dell'impianto elettrico) e Trenzano.
E QUI NASCE il paradosso secondo i sindacati: se i Comuni mettono a disposizione locali più "confortevoli", l'azienda rifiuta. "A Serle dal 2006 ci sarebbe un ufficio nuovo messo a disposizione dal Comune, mai utilizzato", spiega D'Angelo.
Arretratezze e disagi che per il sindacato sono da ricercarsi nel giro di appalti (e subappalti) che investe le imprese di pulizie incaricate di operare nelle filiali: gli operatori (spesso extracomunitari o comunque persone bisognose di guadagnare un reddito, seppur minimo) ricevono una paga regolare il primo mese, e poi non vengono più pagati, o vengono sostituiti da un giorno all'altro.
Anche in questo caso, chi si occupa delle pulizie deve fare la spola da una filiale all'altra, ed è quindi costretto a lavorare in maniera approssimativa. "In questo giro dei subappalti noi non possiamo fare nulla perchè non abbiamo il diritto di controllare gli accordi stipulati da poste Italiane con le ditte appaltatrici. Purtroppo manca la trasparenza che i cittadini meriterebbero".
UN PROBLEMA che investe anche le consegne del sabato. Se con il "Progetto 8/20" del 2010 si è stabilito che i portalettere lavorassero cinque giorni e non più sei, il sabato i giornali in abbonamento vengono consegnati ai privati da una ditta appaltatrice. Anche in questo caso controlli approfonditi sulle motivazioni di una mancata consegna non vengono effettuati: "spesso e volentieri - conclude De Maddis - i giornali non vengono consegnati e magari i reclami dei clienti arrivano il lunedì ai postini che non c'entrano nulla".

Licenziato in luglio per le "irregolarità"

Nel "tour de force" denunciato nel dossier prodotto dalla Failp, che impone ai lavoratori postali di chiudere un ufficio per spostarsi in un altro, a pagare in prima persona è stato S.D. Dopo una vita nelle poste (27 anni di servizio), il 54enne è stato licenziato nel mese di luglio a seguito di un controllo da parte dell'ispettorato nella zona di Salò, dove sono emerse delle irregolarità nelle procedure di passaggio cassa e chiavi dell'ufficio (dettate probabilmente dalla fretta di dover andare ad aprire un altro ufficio).
IL SEGRETARIO della Failp Cisal, Beniamino De Maddis, punta il dito: "Più che un'indagine si è trattato di una vera e propria inquisizione, durante la quale al lavoratore è stata "estorta" una confessione di colpa".
Per il sindacato gli ispettori sono perfettamente a conoscenza del "metodo", ma evidentemente in quel momento serviva un capro espiatorio.
Il dipendente al momento è in attesa di sapere se il ricorso che ha presentato al Tribunale di Brescia verrà accolto, "ma in tutto questo l'azienda l'ha abbandonato al suo destino, senza prendere le sue difese", conclude De Maddis.

 

sito a cura della Segreteria Territoriale SLP CISL di Brescia -  email slpbs@tin.it
webmaster  Antonio Vegliante