LA STAMPA DI LUGLIO 2015
Giornale di Brescia, 28 luglio 2015 Nasce la Fondazione Poste Insieme Onlus |
Corriere della Sera, 24 luglio 2015 |
Giornale di Brescia, 21 luglio 2015 |
Brescia Oggi - sabato 11 luglio 2015 CRONACA, pagina 9 Franco Mondini Un basista che studiava i piani e individuava gli obiettivi. Un covo dove nascondersi dopo i colpi. Mappe che indicavano come muoversi per Brescia e raggiungere banche e uffici postali da ripulire.La polizia ha scovato una banda di pendolari delle rapine composta da campani, tre uomini e una donna. Potevano contare sull´appoggio logistico di un conterraneo che abita in un cascinale tra Sant´Eufemia e Rezzato, diventato la base d´appoggio per mettere a segno i colpi seriali. La polizia li ha intercettati bloccandoli prima che entrassero in azione.E non è la prima volta che le forze dell´ordine bresciane si trovano a dover fronteggiare gang che provenivano dalla Sicilia o dal Napoletano, dalla vicina Bergamasca o dal Milanese. Ma i «viaggiatori»h anno sempre avuto un basista bresciano con un ruolo importante. Dopo le rapine, generalmente in banca, lasciavano armi e soldi in casasua e facevano ritorno a casa in aereo o in treno come se fossero turisti.GRAZIE ALL´INTUITO di due equipaggi della squadra Volante - indagini coordinate dal commissario Stefano Ravel - questa volta sono stati avvistati i componenti della banda che si aggiravano in gruppi di due o tre. Gli agenti li hanno notati posizionandosi vicino a banche e uffici postali nell´ambito dei servizi antirapine. E i loro sospetti si sono rivelati fondati.I cinque - età compresa tra i 32 e i 56 anni - stavano progettando tre colpi nel Bresciano. Gli agenti della Volante hanno fermato i presunti componenti della banda all´esterno del Centro meccanizzato delle Poste in via Dalmazia, in città, uno degli obiettivi che i rapinatori avrebbero voluto colpire secondo gli investigatori. Gli altri due obiettivi, per l´accusa, erano la filiale di una banca in via San Polo adiacente al centro commerciale Margherita d´Este, sempre a Brescia e l´ufficio postale di Castenedolo. Ad incastrarli il fatto che tutti avessero precedenti, le piantine e il fatto di aver effettuato ripetuti sopralluoghi per studiare i movimenti del personale di banca e posta. Non è stato chiarito se dietro al gran lavoro degli agenti della Volante ci sia un´indagine pregressa che ha permesso di accertare l´arrivo a Brescia di pendolari delle rapine. Un lavoro di «intelligence» che ha portato la polizia sulle tracce di probabili rapinatori. Nei loro confronti non è scattata nessuna denuncia anche se i sospetti erano fondati.PER LA BANDA campana è stato rilasciato il foglio di via a conclusione delle indagini che hanno impegnato Sezione Volanti e Anticrimine con accertamenti effettuati anche nel Napoletano.Per i prossimi tre anni non potranno mettere piede a Brescia. Anche il campano che risiede a Rezzato non potrà entrare nel territorio cittadino senza averne richiesto l´autorizzazione.In questura si lavora, attraverso l´analisi di filmati e di fotografie, per appurare se la banda di pendolari abbia messo a segno in passato rapine nel Bresciano ai danni di istituti di credito e di uffici postali. |
Giornale di Brescia, 11 luglio 2015 Pianificavano colpi in banche e Posta Nei guai 6 persone Sono cinque uomini e una donna con base a Rezzato. Il questore ha emesso fogli di via Con cartine dettagliate alla mano si aggiravano nei pressi di banche e uffici postali di città e provincia per monitorare gli ingressi e le vie di fuga e analizzare le abitudini dei dipendenti. Il tutto veniva documentato con scatti fotografici. |
Giornale di Brescia, 07 luglio 2015 Disservizi Se ritirare un atto diventa una vera corsa ad ostacoli Il 29 giugno ho trovato nella cassetta delle lettere un avviso, (di «cortesia!») di giacenza di un atto a me indirizzato e ritirabile presso un centro di via Dalmazia 13, che non conoscevo. Mi sono recato a tale indirizzo, con non poca fatica, perché detto immobile è situato in un vero e proprio labirinto, senza alcuna segnaletica evidente. Finalmente, dopo aver chiesto a diverse persone, sono giunto ad una guardiola presidiata e lì ho chiesto ancora informazioni. Mi hanno detto che lo sportello era proprio lì (nella guardiola) e mi hanno chiesto di attendere. Hanno telefonato all’incaricato, che è arrivato dopo 10 minuti e non ha trovato nulla. Mi ha allora dirottato presso l’Ufficio di via Don Vender e lì, (ironia della sorte, in un ufficio denominato di «cortesia») in una bolgia infernale di gente inferocita e imprecante, dopo circa mezz’ora di attesa (un solo sportello funzionante per la consegna degli atti) sono riuscito a ritirare il mio documento. In tale ufficio è apposto un cartello con gli indirizzi a cui inviare reclami (sito internet e casella postale, nel più completo anonimato). In tutto, questa caccia al tesoro è durata due ore e mezza. Ritengo - come minimo - che i responsabili del «dirottamento» debbano essere tempestivamente individuati e opportunamente sanzionati e spero vengano presi i più opportuni provvedimenti organizzativi perché questi episodi non abbiano più a ripetersi. Angelo Esposito Brescia |
Giornale Di Brescia, 05 luglio 2015 Quattro mesi di trattative non sono bastati. Slp/Cisl dura: «La politica ha fallito» di Flavio Archetti Quattro mesi di trattativa non sono bastati al Consiglio di Regione Lombardia per «salvare» gli uffici postali finiti nel mirino del Piano d’impresa 2013-2014 di Poste Italiane. Nonostante le mobilitazioni di sindaci e Consigli comunali, e le petizioni con centinaia di firme di cittadini e imprenditori, la società ha deciso di abbassare definitivamente la saracinesca su sette uffici della nostra provincia: Brozzo, Cogozzo, Mazzano, Castelletto di Leno, Provezze, Cogno e Botticino Mattina. Del gruppo degli otto indiziati segnalato a inizio anno si salverà solo Magno di Gardone Valtrompia, dove le due giornate di apertura settimanale continueranno a essere garantite. Altre due soppressioni sfoltiranno invece il gruppo degli uffici denominato «Posteimpresa»: sarà tolta operatività agli sportelli di via Gambara e via Foscolo, in città. Al capitolo «riduzione d’orario», un passo indietro con la riduzione di giorni di apertura toccherà a San Martino della Battaglia, San Pancrazio, Ponte Caffaro, Incudine, Ono San Pietro, Maderno, Valvestino e Prestine. La decisione, che va a ridurre ancora una volta la presenza capillare del servizio nel Bresciano, non sembra aver sorpreso troppo le organizzazioni sindacali, che in questi mesi sono state lasciate ai margini della trattativa. «Mi pare si possa parlare di fallimento della politica - ha detto il segretario di Slp/Cisl Giovanni Punzi – che magari ha messo buona volontà nel provare a dialogare, ma non ha ottenuto nulla. Il Piano è inesorabile,ma tanta decisione non coincide con l’avvedutezza delle scelte operate. I sette uffici - che probabilmente chiuderanno i battenti tra agosto e settembre – lasceranno scoperte comunità periferiche già prive di servizi e per questo ancora più bisognose del punto di riferimento rappresentato dalla posta. Più che un piano di rilancio - ha concluso Punzi -sembra un piano di ritirata». Dal 2010 a oggi organico ridotto di 258 unità Sono passi indietro che fanno poco clamore, eppure i numeri parlano chiaro. Dal 2010 a oggi l’organico postale a servizio di Brescia e della nostra provincia si è ridotto di 258 unità, ha perso 160 zone di recapito su 814, ha visto la riduzione dei giorni d’apertura in 31 uffici (compresi quelli ormai prossimi), e la chiusura definitiva di altri 18. Il Piano di riorganizzazione estenderà però i suoi effetti anche tra 2015 e 2016. |
Corriere della Sera – 05 luglio 2015 «Poste in Borsa per accelerare la svolta digitale del Paese» «Il mondo è cambiato e anche Poste italiane devono reinventarsi. Questa è la sfida che la privatizzazione, ormai avviata, permetterà di vincere ripensando un modello diverso nel passaggio dalla vecchia alla nuova economia. Una trasformazione analoga a quella che sta vivendo il Paese». Così Francesco Caio, da oltre un anno amministratore delegato delle Poste, annuncia il messaggio chiave del piano industriale quinquennale che a partire dalla metà della settimana prossima presenterà agli analisti sulle principali piazze finanziarie internazionali. «È il progetto pensato per mettere il gruppo al servizio dei cittadini accompagnandoli nella transizione dai processi analogici alla realtà del digitale. Un piano di sviluppo che proietta i nostri tre mestieri storici verso il futuro: la corrispondenza e la logistica dei pacchi per il commercio elettronico, pagamenti digitali e conti correnti, la gestione del risparmio». |
Brescia Oggi - sabato 04 luglio 2015 ECONOMIA, pagina 35 Il Tesoro conferma: l´operazione avverrà entro la fine dell´anno «Privilegi specifici» anche per i dipendenti possessori di azioni ROMA Prosegue come da tabella di marcia il percorso che porterà Poste Italiane in Borsa entro l´anno. Il ministero dell´Economia e delle Finanze (proprietario di Poste al 100%) ha deciso di riservare «quote rilevanti» delle azioni ai piccoli risparmiatori e «privilegi specifici per i dipendenti» azionisti. Una decisione voluta per «favorire l´equilibrio fra gli interessi degli shareholder e degli stakeholder». Tanto più che «la sostenibilità del ruolo sociale dell´azienda nel lungo periodo è uno degli obiettivi strategici dell´operazione di quotazione» e l´attenzione al ruolo dell´azienda nella comunità nazionale «parte integrante del piano industriale».Il mini-vertice di ieri al ministero a Roma ha verificato che l´operazione di quotazione finora ha rispettato «la tabella di marcia». Questo significa che già a fine luglio, inizio agosto, dovrebbe essere depositato in Consob il prospetto. Oltre all´ad di Poste Francesco Caio e al ministro Pier Carlo Padoan, hanno partecipato all´incontro anche i tecnici del Dipartimento del Tesoro, gli advisor (Lazard, Rothschild, lo Studio Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli& Partners e Clifford Chance) e i global coordinator (Mediobanca, Unicredit, IntesaSanpaolo, Citi, BofA, Merrill Lynch). Al termine il Tesoro ha emesso una nota dove viene confermato «l´obiettivo di portare la società in borsa entro l´anno in corso»; non è definita la quota esatta di capitale che il Tesoro intende privatizzare. Si è sempre parlato di un massimo del 40%, ma alla fine la partecipazione che sarà messa sul mercato sarà decisa dal Mef in prossimità dell´Ipo. Il Tesoro ha confermato «la perfetta sintonia tra la visione del Governo e quella del management» che consentirà ai vertici «di presentare l´operazione ai mercati non solo sulla base della riconosciuta esperienza personale ma anche con il sostegno della convinta fiducia delle istituzioni». Un viatico utile per il nuovo viaggio a Londra di Caio per incontrare i possibili investitori a metà luglio. «Dai primi contatti con gli investitori - fa sapere il Mef - è emerso che l´operazione di quotazione di Poste Italiane beneficia di una forte associazione con la stagione di riforme, rinnovamento e modernizzazione del Paese». |
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Giornale di Brescia, 04 luglio 2015 ROMA. Si è svolta al ministero dell’Economia e delle Finanze, una riunione sullo stato di avanzamento dell'operazione di quotazione in Borsa di Poste Italiane, alla presenza del ministro Padoan e dell’amministratore delegato della società Francesco Caio, con il contributo del Dipartimento del Tesoro, dei suoi consulenti e dei global coordinator dell'operazione. Nel corso della riunione è stato constatato l’avanzamento di tutte le operazioni preliminari nel pieno rispetto della tabella di marcia, e quindi viene confermato l’obiettivo di portare la società in Borsa entro l’anno in corso. |