LA STAMPA DI MARZO 2015
Brescia Oggi - martedì 31 marzo 2015 CRONACA, pagina 17 |
Giornale di Brescia, 31 marzo 2015 |
Brescia Oggi - sabato 28 marzo 2015 PROVINCIA, pagina 26 |
Brescia Oggi - domenica 22 marzo 2015 PROVINCIA, pagina 24 Laura Piardi |
Brescia Oggi - giovedì 19 marzo 2015 PROVINCIA, pagina 17 L´azienda si confronterà ad un Tavolo con Comuni e Regioni prima di rendere operativa la ristrutturazione Tagli «congelati». Poste Italiane ha sospeso l´attuazione del piano di riorganizzazione che a partire dal 13 aprile prevedeva in Lombardia la chiusura di 61 uffici e l´apertura di altri 121 a giorni alterni. Sull´altare della razionalizzazione nel Bresciano sarebbero stati sacrificati sedici sportelli. Per quelli di Botticino Mattina, Brozzo, Cogozzo, Cogno, Magno di Gardone Valtrompia, Mazzano, Castelletto di Leno e Provezze di Provaglio d´Iseo era prevista la soppressione, mentre sarebbe stato ridimensionato l´orario di apertura delle sedi di San Martino della Battaglia a Desenzano, San Pancrazio a Palazzolo, Ponte Caffaro, Incudine, Ono San Pietro, Maderno, Prestine e Valvestino. |
Giornale di Brescia, 18 marzo 2015 Ieri manifestazione dei sindacati in città: in cinque anni persi 258 dipendenti, 160 zone di recapito e 11 uffici sul territorio. Dal 13 aprile «tagli» in altri 16 uffici È un regresso che fa poco clamore, passando quasi sotto silenzio. Eppure i numeri parlano chiaro. Dal 2010 a oggi l’organico postale a servizio di Brescia e del Bresciano si è ridotto di 258 unità, ha perso 160 zone di recapito su 814 (oggi ne sono rimaste 654), ha visto la riduzione dei giorni d’apertura in 23 uffici, e la chiusura definitiva di altri 11 sul territorio. Chiusure e riduzioni d’orario a cui dal prossimo 13 aprile se ne aggiugeranno altre 16: per la sopressione definitiva delle poste di Botticino Mattina, Castelletto di Leno, Mazzano, Provezze, Brozzo, Cogno, Cogozzo e Magno, e la riduzione d’apertura dei presidi di San Martino della Battaglia, Ponte Caffaro, Incudine, Ono San Pietro, Maderno, Valvestino, Prestine e San Pancrazio. Per attirare l’attenzione su una questione che penalizza il nostro territorio, i sindacati Slp Cisl, Slc Cgil, Sailp Confsal e Ugl Comunicazioni, hanno manifestato ieri mattina in via Gambara davanti alla sede della direzione di Poste Italiane. «Quello che è successo è solo una faccia della medaglia – ha precisato il segretario di Slp Cisl Giovanni Punzi – perché il Piano di riorganizzazione estenderà i suoi effetti anche tra 2015 e 2016. In questo biennio è atteso l’avvento della nuova modalità di recapito a giorni alterni nei paesi piccoli e di montagna. Questo porterà a nuovi tagli, ancora una volta per colpire gli uffici dove lavora un solo operatore, che a Brescia sono il 23%». Secondo l’azienda, però, la riduzione degli uffici e il dimezzamento in periferia del passaggio dei portalettere sarà compensato dalla modernizzazione in arrivo con il postino telematico. «Il portalettere non può risolvere il problema - continua Punzi – perché comunque non farà operazioni di consegna delle pensioni e pagamenti in contanti, ma riceverà solo raccomandate o potrà ricaricare servizi come Poste Pay e simili. Per noi rilancio significa fare accordi con gli enti locali per trovare nuovo lavoro e investire in nuovi mezzi di trasporto». A puntare il dito contro l’azienda e le presunte ingiustizie in tema di assunzioni ci ha pensato il segretario di Slc Cgil Laura Storti. «Riscontro un imbarbarimento nei rapporti umani, soprattutto dove appare fin troppo chiaro che fare cassa è diventato più importante del rispetto verso i dipendenti. In particolare sono infastidita dalle assunzioni fatte con scambio tra padri e figli, senza concorsi pubblici». Per il segretario di Confsal Francesco Doria un problema che merita attenzione
è «la svendita del tradizionale punto di forza rappresentato dalla capillarità degli uffici sul territorio», mentre per il consigliere regionale Fabio Rolfi, protagonista nelle settimane scorse di appelli che hanno sollecitato a intervenire in merito anche il Consiglio del Pirellone, «le rassicurazioni di Poste sui diritti dei cittadini sembrano le promesse di Pinocchio». |
Brescia Oggi - mercoledì 18 marzo 2015 CRONACA, pagina 10 Si sono radunati fuori dalle Poste di via Gambara, accanto alla Stazione, per protestare contro la politica di progressiva chiusura degli uffici postali bresciani. Le quattro segreterie sindacali della provincia – Cisl, Cgil, Confsal e Ugl Poste – ieri hanno gridato la loro contrarietà per tutta la mattina, sostenendo le ragioni del loro malcontento. «Dal 2010 è stata una continua spirale negativa, che trova nella razionalizzazione una soluzione fin troppo facile per risparmiare» ha fatto notare Giovanni Punzi, segretario generale dei lavoratori postali della Cisl. Eppure, gli ha fatto eco la segretaria di Slc Cgil Laura Storti, «Poste Italiane ha chiuso per l´undicesimo anno con un bilancio in attivo, dato che non può lasciare indifferenti sulle scelte che riguardano la nostra città e l´Italia intera». Scelte che, da cinque anni, hanno visto tagliati 258 posti di lavoro sul nostro territorio, soppresse 160 zone di recapito e chiusi 11 uffici postali, prima razionalizzati (con la riduzione dell´apertura settimanale) e poi definitivamente soppressi. A questi – spiegano i sindacati – tra il 2011 e il 2012 se ne sono aggiunti altri 23, per ora ridotti nei servizi, a cui si sommano ulteriori 8 uffici nei comuni di San Martino della Battaglia, Ponte Caffaro, Incudine, Ono San Pietro, Maderno, Valvestino, Prestine e San Pancrazio Bresciano. |
Giornale di Brescia, 17 marzo 2015 La mobilitazione dei sindacati contro la chiusura degli uffici postali, di cui otto nella nostra provincia,approda a Brescia. Gli organismi di categoria Cisl, Cgil, Failp, Confsal e Ugl hanno organizzato per questa mattina dalle 10 un sit-in di protesta davanti all’ufficio delle Poste in via Gambara. Il piano di riorganizzazione aziendale inizierà a far pesare i suoi effetti dal prossimo13 aprile: nel Bresciano verranno cancellati gli uffici di Brozzo di Marcheno, Cogozzo di Villa Carcina,Magno di Gardone Valtrompia, Mazzano, Castelletto di Leno, Provezze di Provaglio d’Iseo, Cogno e Botticino Mattina. Inoltre passeranno da tre a due i giorni di funzionamento settimanale a San Martino della Battaglia (Desenzano), San Pancrazio di Palazzolo, Ponte Caffaro (Bagolino), Incudine, Ono San Pietro, Maderno, Valvestino e Prestine. |
Giornale di Brescia, 12 marzo 2015 VEROLANUOVA Da un atto di bracconaggio parte un’indagine che mira a dimostrare l’esistenza di un’organizzazione dedita al riciclaggio, con giri d’affari milionari. Sono infatti questi gli sviluppi di un’indagine condotta dalla Polizia Provinciale che vede il coinvolgimento della Guardia di Finanza. La vicenda prende le mosse da un fatto banale: alcuni spari mettono in allarme dei cittadini che chiamano il 113, certi che si tratti dell’azione di un bracconiere. Per competenza vengono fatti intervenire gli agenti del comando provinciale di via Romiglia. La Polizia Provinciale contesta ad un sessantenne il bracconaggio e procede,prima di sequestrare il fucile,a perquisire un capanno in cui l’uomo dichiara di serbare attrezzi. Vi trovano in una scatola una cinquantina di targhe (anteriori e posteriori) di automobili, con le carte di circolazione e i certificati di proprietà. L’uomo non chiarisce al momento il perché delle targhe conservate, se non come quanto restasse di una sua attività di demolizione ormai cessata. Ma è nel passaggio di competenza dagli agenti di polizia venatoria alle aliquote appartenenti alla Stradale – ora in forza alla Provinciale - che emerge come quelle targhe si riferiscono ad altrettanti veicoli che risultano ad oggi circolanti e mai oggetto di contestazioni per sanzioni o bolli non pagati. Ad un’ulteriore perquisizione emergono nuovi documenti: estratti conti, fatture e bonifici passati attraverso Banco Posta di cifre trasferite in contanti da continui prelievi. E qui emerge l’elemento che diventa competenza della Guardia di Finanza: il titolare dell’allora attività di demolizione risulta destinatario di decine di bonifici da centinaia di migliaia di euro al mese, tutti provenenti dalla medesima società che acquista rottame. Curiosa la scansione della giornata tipo del nostro: l’1marzo2011 riceve un bonifico su bancoPosta di 150mila euro. Lo stesso giorno preleva in contanti alle 10,17 ben 15.000 euro a Orzivecchi, alle 10,31 a Pompiano 14.000, alle 10,42 a Corzano 10.000, alle 11,12 a Brandico 6.000, alle 12,12 a Verolavecchia 12.500, alle 12,50 a Verolanuova 10.000, alle 13,10 a Quinzano d’Oglio 10.000, alle 13,36 a Seniga 15.000. Il giorno dopo alle 9,42 con un Postamat a Dello ne preleva altri 15mila. Bonifici che diventano euro fruscianti fuori dai controlli e in un lasso di tempo «sospetto». Così la scansione mensile dei bonifici ricevuti in Posta in un mese:150mil al’1marzo, 50 mila il 2, 81.348 il 3, 50mila il 4, 90mila il 10 con altri due bonifici da 69.373 e 42mila, 115mila l’11, 120mila il 15, 107mila il 18, 80mila e altri 60mila il 21, 80mila il 22,92mila il 24, 70mila il 25 e 80mila il 29marzo. Come dire: 1,3 milioni incassati in un mese e riscossi in contanti in vari passaggi. E come potevano gestire così agevolmente gli uffici postali tali erogazioni in contanti? Perché le targhe senza demolizioni alla Motorizzazione? Domande a cui ora troveranno risposte le Fiamme Gialle. |
Giornale di Brescia, 09 marzo 2015 |
Brescia Oggi - domenica 08 marzo 2015 PROVINCIA, pagina 25 |
Brescia Oggi - sabato 07 marzo 2015 PROVINCIA, pagina 22 Brescia Oggi - sabato 07 marzo 2015 ECONOMIA, pagina 33 Brescia Oggi - sabato 07 marzo 2015 CRONACA, pagina 8 |
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Giornale di Brescia, 04 marzo 2015 MILANO Giù le mani dagli uffici postali. Se ci sono tagli da fare vanno concordati con i Comuni, i sindacati, le associazioni di utenti: in ogni caso non devono penalizzare i territori, specie quelli più deboli. La Regione dice no al piano di riorganizzazione varato da Poste Italiane, che prevede la chiusura in Lombardia di 61 uffici (455 in Italia, 8 nel Bresciano) e l’apertura a giorni alterni di altri121(608 totali, 8 nella nostra provincia). Le Poste non possono, in nome del business, ledere l’universalità del servizio, tanto più in un territorio come quello lombardo, ricco di valli, frazioni, paesi isolati e privi di sportelli bancari, malamente collegati con i centri più grandi. È l’opinione unanime del Consiglio regionale, che ieri (65sì) ha votato una risoluzione sull’argomento. Dunque, tutti d’accordo, maggioranza e opposizione, contro Poste Italiane. Il documento impegna la Giunta del presidente Roberto Maroni ad intervenire sul Governo per chiedere la sospensione del progetto (le Pt sono un’azienda pubblica); chiede che la Regione verifichi le criticità che il piano delle Pt provocherebbe; invita a creare un tavolo di confronto fra Poste, istituzioni, Comuni, sindacati, associazioni di consumatori ed utenti per formulare una nuova proposta. La Giunta,per bocca del sottosegretario agli enti locali,Daniele Nava, si è detta d’accordo: «La particolarità morfologica della Lombardia non può essere ignorata. Nel tavolo regionale che costituiremo, sperando che la Direzione nazionale delle Poste dia mandato a quella regionale per trattare, cosa al momento non prevista, bisognerà analizzare le criticità e trovare proposte concrete di soluzione che possano fare sintesi tra le esigenze dell’azienda e quelle della collettività». Finora i segnali provenienti da Poste Italiane non sono stati positivi, ha spiegato Nava. «Nell’incontro che le Regioni hanno avuto il 19 febbraio con l’amministratore delegato della società, Francesco Caio, è emersa la disponibilità a valutare singole eccezioni, ma non a fermare il piano». Ecco perché, ha insistito il sottosegretario, «è fondamentale condurre una battaglia comune». Nel dibattito in aula ci sono stati toni diversi. Il leghista Fabrizio Cecchetti ha parlato di «scelta vergognosa da parte di Pt,che deve servire i cittadini non seguire logiche di mercato, anche perché da 11 anni la società èi n equilibrio finanziario e fa utili». Stefano Buffagni (M5S) ha attaccato il Governo per la prossima privatizzazione di Pt: «Un errore svendere il patrimonio per sanare i buchi di bilancio dello Stato». Gianantonio Girelli (Pd) ha proposto che la Regione studi un nuovo modello di servizio postale specifico per le piccole comunità:«Basta con uffici supermercato che vendono anche i gratta e vinci». Ma le Poste sembrano intenzionate a procedere Nonostante le proteste dei sindaci, le petizioni dei cittadini e, da ultima, la presa di posizione del Consiglio regionale della Lombardia, il Piano di riorganizzazione aziendale di Poste Italiane sembrerebbe destinato a tirare diritto per la sua strada. La posizione della spa a maggioranza pubblica è stata infatti confermata pochi giorni fa a Palazzo Broletto dai dirigenti postali nell’incontro avuto con il presidente della Provincia di Brescia Pierluigi Mottinelli e con il presidente di Acb Gabriele Zanni. I tagli e le chiusure, destinati a far pesare i loro effetti dal prossimo 13 aprile, prevedono la chiusura definitiva dei punti di riferimento postali di Brozzo di Marcheno, Cogozzo di Villa Carcina, Magno di Gardone Valtrompia, Mazzano, Castelletto di Leno, Provezze di Provaglio d'Iseo, Cogno e Botticino Mattina. Oltre alle chiusure verrà ridotto l’orario di apertura al pubblico da tre a due giorni degli sportelli di San Martino della Battaglia di Desenzano, San Pancrazio di Palazzolo sull’Oglio, Ponte Caffaro di Bagolino, Incudine, Ono SanPietro, Maderno di Toscolano, Valvestino e Prestine. Il Piano di riorganizzazione aziendale di Poste Italiane, ancora riferito agli anni2013-2014, preoccupa il personale e i sindacati perché potrebbe essere seguito da altri provvedimenti analoghi quando entrerà il vigore il Piano d’impresa 2015-2019. Nelle istituzioni del Bresciano quindi c ’è molta preoccupazione, soprattutto peri piccoli centri delle valli, dove comunque la presenza dell’ufficio postale oltre a costituire un servizio di grande importanza sociale per i residenti, ha la funzione di tener vivo un tessuto urbano e conferirgli valore anche in chiave turistica. |