LA STAMPA DI GIUGNO 2011

Giornale di Brescia – 30 giugno 2011

Ufficio postale, l'Amministrazione promette battaglia

Ossimo non si arrende. Nella battaglia contro Poste italiane, nel tentativo di scongiurare la riduzione - se non addirittura la chiusura - dello sportello di Ossimo Superiore, è entrata una nuova «arma». Da qualche giorno, l'Amministrazione ha lanciato una raccolta firme per chiedere che sia almeno ripristinata l'apertura dell'ufficio su tre giorni settimanali, così com'era fino a poco tempo fa, «nel rispetto del contratto di servizio con lo Stato e soprattutto degli ossimesi, che tanto hanno dato in termini di lavoro e risorse». Già qualche anno fa, la decisione di offrire il servizio solo martedì, giovedì e sabato era stata mal digerita, figuriamoci oggi, con una nuova contrazione alla vigilia della stagione turistica. Il sindaco, dopo aver invitato la gente a un maggior utilizzo, aprendo alla possibilità di trasferire la tesoreria comunale in posta, ha sottolineato i disagi, specie per anziani e persone non automunite.

Brescia Oggi - Domenica 26 Giugno 2011 PROVINCIA, pagina 29

OSPITALETTO. Giovanni Battista Sarnico ha deciso di chiedere l'intervento della direzione

«Troppe code allo sportello» Il sindaco scrive alle poste

In dieci anni la popolazione è cresciuta da 10.500 a 15.000 abitanti ma gli impiegati nell'Ufficio sono rimasti praticamente invariati

L'ufficio postale di Ospitaletto è nella bufera. A protestare sono i cittadini che, vittime di lunghe code nei momenti di maggiore affluenza e di altri disservizi, hanno chiesto l'intervento del sindaco Giovanni Battista Sarnico.
A contribuire ai disagi nell'ufficio della poste Italiane di Piazza del Mercato sarebbe la scarsità di personale: «Dal 2001 ad oggi il Comune di Ospitaletto è passato da circa 10.500 a 15.000 abitanti, mentre il personale che offre il servizio postale è rimasto pressoché invariato in termini di unità impegnate - sottolinea il sindaco Giovanni Battista Sarnico -. Inoltre le poste hanno ulteriormente ampliato l'offerta di servizi e si sono configurate come una realtà assimilabile ad una banca, e questo ha creato anche un accesso privilegiato agli sportelli, allungando significativamente i tempi di attesa».
UN DISAGIO che non è prevedibile? «In effetti non si possono più riscontrare fasce di orario privilegiate, ma si assiste ad un elevato traffico di persone a tutte le ore. Abbiamo controllato per più giorni, presi come campione, che al mattino alle 8.30 la popolazione in attesa dell'apertura degli sportelli varia da 9 a 14 utenti mentre, in altri momenti, in attesa ci sono state fino a 28 persone».
E il disagio dura da tempo: «I cittadini di Ospitaletto da mesi ormai lamentano lunghi tempi di attesa: credo che la situazione possa ormai definirsi drammatica, pertanto urge un intervento mirato e risolutivo - continua il sindaco -. Molti cittadini sono venuti in Comune a protestare e da qualche giorno alla segreteria del sindaco stanno arrivando parecchi reclami anche in forma scritta».
Sarnico ha scartato l'idea di raccogliere firme tra i cittadini per dare peso alla protesta e ha invece deciso di scrivere direttamente alla direzione di poste Italiane Spa: «Come rappresentante di questa comunità ho sollecitato un intervento da parte della direzione per normalizzare il servizio e spero di ricevere a breve una risposta. Mi auguro vengano prese le misure per ripristinare un servizio di qualità».

Giornale di Brescia – 25 giugno 2011

Ospitaletto Disservizi alle Pt: protesta del sindaco

OSPITALETTO
Il sindaco Giovanni Battista Sarnico ha scritto una lettera di protesta alle Poste Italiane per lamentare la difficile situazione dello sportello locale. «Ospitaletto dal 2001 ad oggi è passato da 10.500 abitanti a 14.000, mentre il personale del servizio postale è pressoché invariato. Inoltre, la società ha ampliato l'offerta dei servizi, e ciò ha creato un accesso privilegiato agli sportelli, allungando non poco i tempi d'attesa. Si assiste ad un elevato traffico di persone, a tutte le ore. I cittadini da tempo lamentano la criticità della situazione, e chiedono un intervento risolutivo». A nome della comunità il sindaco ha sollecitato un intervento della Direzione delle Poste.

Giornale di Brescia, 24 giugno 2011

Poste, in 33 paesi sarà un'estate a singhiozzo

Un po' le ferie estive, un po' il processo di razionalizzazione, fatto sta che negli uffici postali bresciani s'annunciano tre mesi «a singhiozzo». Già da lunedì, e fino al 18 settembre, in 33 paesi (scelti fra i Comuni nei quali sono attivi almeno due uffici) è stata cancellata la settimana piena, introducendo l'apertura a cinque, quattro o tre giorni settimanali. In altri dodici uffici postali (in sei casi dal 27 giugno al 4 settembre, in altri sei dal 1° agosto al 4 settembre) verrà eliminato il doppio turno.

IN CITTÀ Chiusure a giorni alterni per 19 sportelli

Anche le Poste del capoluogo, al pari di quelle della provincia, risentiranno del provvedimento di riduzione degli orari che Poste Italiane applica in estate. A Brescia la chiusura a giorni alterni riguarderà 19 uffici (quasi la totalità) mentre quella sui doppi turni (che elimina le aperture pomeridiane) gli altri quattro. Attenzione quindi perché per i mesi di luglio e agosto i tradizionali punti postali funzioneranno a singhiozzo un po' ovunque, da Mompiano alla Mandolossa, passando per i due uffici di San Polo, Sant'Eufemia, la Stocchetta e i villaggi Sereno e Ferrari. Stesso discorso per gli sportelli di via Caduti del lavoro, via Canipari, via Scuole, via Bologna, via Grandi, via Moretto, via Lombroso, via Santa Caterina, via Bevilacqua, via Piave e via Baracca. Apertura garantita sempre al mattino, ma niente pomeriggio invece in via Cipro, via Don Vender, via Foscolo e piazza della Vittoria.

Poste: le mezze giornate dei 33 uffici in provincia

Non sarà un'estate a tutta forza quella dei servizi postali bresciani. Anzi, probabilmente a seguito di un lavoro progressivo di «razionalizzazione» che negli ultimi anni ha ridotto i giorni di apertura mattutina e pomeridiana di molti uffici piccoli e medi, potrebbero essere tre mesi proprio a «singhiozzo».
Nella nostra provincia quest'ultima parte di giugno coincide quest'anno con un doppio passaggio riduttivo.
A fianco del tradizionale taglio estivo agli sportelli dei centri minori e al doppio turno di quelli più grandi, si aggiunge la diminuzione «definitiva» delle aperture «da sei a tre giorni» e «da tre a due giorni» per i dieci uffici di Anfo, Brozzo, Fasano del Garda, Garzone, Lavone di Pezzaze, Magno, Mura, Nozza, Ossimo Superiore e Provezze.
Per le chiusure estive i paesi penalizzati saranno 33, scelti esclusivamente dove la presenza dei punti postali nel Comune in questione è garantita da almeno due uffici, o in alcuni casi anche di più.
La scelta è caduta indistintamente tra i laghi di Garda e Iseo, l'hinterland cittadino, la Bassa, la Franciacorta e le valli Trompia, Camonica e Sabbia, basata sulla consistenza dei flussi di clientela e sul numero di operazioni medie giornaliere eseguite.
In questi 33 abitati il taglio sui giorni di apertura cancellerà la settimana piena, prevista normalmente dal lunedì al sabato, introducendo quella a cinque, quattro o tre giorni, dal 20 giugno al 18 settembre.
L'eliminazione del doppio turno invece riguarderà dal 27 giugno al 4 settembre i centri di Breno, Darfo Boario, Gardone Valtrompia, Gussago, Lumezzane e Pisogne, mentre dall'1 agosto al 4 settembre Chiari, Ghedi, Montichiari, Palazzolo sull'Oglio, Rezzato e Rovato.
Al capitolo dei cambiamenti permanenti, riservati agli uffici minori, il calendario penalizzerà particolarmente otto realtà bresciane, lasciando due soli giorni di apertura nei paesi di Brozzo (mercoledì e venerdì dalle 8.30 alle 14), Fasano del Garda (martedì e giovedì), Gorzone (martedì e giovedì), Lavone di Pezzaze (giovedì e sabato), Magno (martedì e sabato), Nozza (lunedì e venerdì), Ossimo Superiore (giovedì e sabato) e Provezze (mercoledì e venerdì).
Drastico anche il passaggio per le valsabbine Anfo e Mura, destinate nelle prossime ore a passare da un servizio pieno di sei giorni a uno dimezzato di tre giorni.
«Per l'estate -fa sapere Poste Italiane- gli uffici osserveranno orari mirati a mantenere un costante e capillare presidio del territorio, continuando a offrire un servizio che rispetta gli standard di qualità aziendali».
«Le modifiche vengono introdotte dopo un'attenta valutazione dei flussi di clientela e dei volumi di attività registrati negli anni precedenti, senza perdere di vista la distribuzione geografica delle poste, garantendo a tutti una buona vicinanza agli sportelli aperti».
Per le nuove chiusure definitive invece l'azienda considera «necessario un adeguamento per gli sportelli meno redditizi e frequentati».
A seguito di un incontro con i dieci sindaci coinvolti, l'associazione dei Comuni e la Prefettura, Poste Italiane ha garantito di «non avere intenzione di chiudere nessuno dei punti toccati», dando la sua disponibilità dopo l'estate a rivedere i piani a seguito comunque di opportune verifiche.
Resta quindi il fatto che negli uffici che riportiamo nell'apposito grafico a fianco scattano una serie di limitazioni ai servizi in ordine di tempo e di aperture orarie. Flavio Archetti

Brescia Oggi - Martedì 21 Giugno 2011 PROVINCIA, pagina 23

COCCAGLIO. Ufficio chiuso a causa dei lavori

Senza le poste per una settimana Odissea fra i disagi

La riapertura lunedì 27 giugno. Intanto trasferte nei paesi vicini

Paolo Tedeschi
Sono giorni di grandi disagi per gli utenti dell'ufficio postale di Coccaglio. A causa di lavoro di ristrutturazione, infatti, l'ufficio resterà chiuso fino a sabato 25 giugno e pertanto, di fatto, il ritorno alla normalità avverrà soltanto lunedì 27 giugno.
NEL FRATTEMPO gli utenti saranno obbligati a rivolgersi alle poste dei Comuni vicini, a seconda del tipo di servizio.
Per il pagamento delle pensioni non ancora riscosse in questi giorni di chiusura dell'ufficio coccagliese, i cittadini dovranno rivolgersi, con gli immaginabili disagi, all'ufficio postale di Rovato che è situato in via Spalenza 6, ed è aperto dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 19.
Per quanto riguarda invece il ritiro della corrispondenza e degli oggetti non consegnati per assenza del destinatario ci si dovrà rivolgere all'ufficio postale di Cologne (via Facchetti), aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 14).
Per gli altri servizi restano disponibili anche gli ufficio postali dei Comuni più vicini, ovvero quello di Chiari (in via Mellini 13/b, aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 19), Castrezzato (in via Roma 8, aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 14) e Cazzago San Martino (in via Carso 22, aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 14). Tutto questo finchè, il 27 giugno, le poste di Coccaglio riapriranno.

Giornale di Brescia – 18 giugno 2011

Accordo tra Poste e consumatori per il rimborso dei disservizi

ROMA
Piena operatività per i 14mila uffici postali distribuiti sul territorio nazionale. Il bilancio di ieri fa registrare 9,3 milioni di operazioni eseguite. Lo rende noto Poste italiane precisando che nella settimana dal 13 al 17 giugno la media giornaliera si è attestata sui 9 milioni di operazioni, con picchi superiori ai 10 milioni.
Ieri, Poste Italiane ha inoltre concluso l'accordo con le Associazioni dei consumatori sull'apertura dei Tavoli di conciliazione «per il rimborso a favore dei cittadini che hanno subito danni a causa dei problemi informatici avvenuti tra il 1 e il 10 giugno scorsi. La procedura di conciliazione sarà gratuita e la domanda potrà essere presentata dal 1 luglio e fino al 31 dicembre direttamente negli uffici postali o inviata alle Associazioni di consumatori».
In questa settimana, «ogni giorno sono state eseguite mediamente 1,8 milioni di operazioni di pagamento di bollettini di conto corrente» e per la scadenza del pagamento dell'Ici, «gli uffici postali hanno accettato più di 2 milioni 200mila modelli F24 per il versamento dell'imposta sugli immobili e nella sola giornata di ieri, ultimo giorno utile per il pagamento, gli sportelli hanno eseguito quasi 300mila transazioni Ici».
«L'efficienza degli uffici postali, la qualità dei servizi e la sicurezza delle transazioni e delle informazioni - conclude la nota - vengono monitorate in tempo reale da Poste Italiane attraverso la Service control room».
«L'azienda ha accolto le nostre richieste, prevedendo indennizzi non solo per chi ha subito danni dimostrabili, ma anche per i pensionati che hanno subito disagi». Lo ha affermato a tal proposito il presidente di Codacons, Carlo Rienzi, soddisfatto dell'intesa raggiunta con Poste Italiane in merito alle conseguenze dei problemi informatici dell'inizio del mese.

Giornale di Brescia – 18 giugno 2011

Coccaglio Lavori: Poste chiuse per dieci giorni

L'Ufficio postale di Coccaglio

COCCAGLIO Dieci giorni senza Ufficio postale. Da ieri e fino a sabato 25, infatti, l'Ufficio di piazza Europa non funziona per permettere lo svolgimento di alcuni lavori di ristrutturazione e di alcune opere di manutenzione. Gli utenti dovranno attendere fino a lunedì 27 prima che il servizio ritorni operativo, mentre nel frattempo, per ovviare al momentaneo problema, gli utenti saranno obbligati a rivolgersi alle Poste dei paesi limitrofi. Nessuno sportello temporaneo sostitutivo è stato attivato nel centro franciacortino per aiutare i cittadini che, in questi dieci giorni di chiusura straordinaria, possono invece solo tenere sott'occhio, sulla base delle loro diverse esigenze, un preciso calendario con indicati gli orari d'apertura degli uffici più vicini ai quali rifarsi.
Ecco come ci si dovrà comportare, secondo il prospetto divulgato in questi giorni dall'Ufficio postale: per il ritiro della corrispondenza varia sarà possibile rivolgersi all'Ufficio di Cologne in via Facchetti (aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 14), mentre per il pagamento delle pensioni non ancora riscosse gli interessati potranno invece rivolgersi all'Ufficio postale di Rovato in via Spalenza numero 6, aperto dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 19.
Per qualsiasi esigenza ci si potrà comunque rivolgere anche agli altri Uffici postali dei paesi limitrofi: a Chiari in via Mellini 13/b (aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 19), a Castrezzato in via Roma 8 (aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 14) oppure a Cazzago San Martino, in via Carso 22 (aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 14). La comunicazione con gli orari è affissa alla vetrata dalla Posta, oltre che pubblicata sul sito www.comune.coccaglio.bs.it.

Brescia Oggi - Mercoledì 15 Giugno 2011 LETTERE, pagina 53

PROTESTE

Se le poste vanno in tilt

Caro direttore, ogni nodo viene al pettine, come è avvenuto per lo stop del sistema informatico degli uffici postali. Il mancato «perfezionamento» dello stesso, ha provocato, intere giornate di disservizi. Con ritardi ed arrabbiature per gli utenti, costretti, dopo snervanti attese, a battere in ritirata. Quindi ritardi per la riscossione delle pensioni, dei pagamenti in scadenza: ratei, mutui, spese condominiali, ecc.
A questo punto c'è da chiedersi quali vantaggi ha portato la privatizzazione del servizio postale.
Cominciamo dalla distribuzione della corrispondenza, allorquando il postino «bussava due volte al dì» ed il recapito avveniva al mattino ed al pomeriggio, con soddisfazione degli utenti; specialmente per chi aveva i propri cari lontani.
E' vero che mancavano telefonini, computer ed altri moderni mezzi di comunicazione. Ma una lettera aveva un altro «sapore» e profumo, per le mamme che avevano i loro rampolli a soldato e per i fidanzatini che leggevano e rileggevano le missive. Ora si devono accontentare degli striminziti messaggini telefonici.
Altro punto dolente, la raccolta postale che avviene solo dal lunedì al venerdì sino alle 12, esclusi i sabati ed i festivi. Con conseguenti accumuli e tardiva distribuzione, che in alcuni casi è addirittura soppressa, come avviene in provincia, mancando il portalettere, per cui chi attende posta, è costretto a recarsi all'ufficio.
A tappare le falle, intervenga chi di dovere.
Giuseppina De Giosa

Giornale di Brescia – 13 giugno 2011

CHIARI - All'ufficio postale lentezze insostenibili

Non so a chi rivolgermi - sicuramente un ufficio ci sarà - ma penso che come me tanti cittadini clarensi concorderanno che un ufficio postale così messo non può funzionare. Assurde code interminabili ogni giorno affollano l'ufficio, nonostante i dipendenti postali facciano il possibile per esaudire le richieste, ma non riesco a capire perché il direttore dia la precedenza ai correntisti postali e non ai comuni cittadini che vogliono solo usufruire del servizio per quello che è (ufficio postale e non solo banco posta).
Così capita che una persona fa la fila per parecchi minuti, anche tre quarti d'ora, e in più si vede continuamente passare avanti i correntisti che sono in attesa da molto molto meno tempo, oppure trova tutti gli sportelli solo per loro (io avevo dinnanzi solo due persone e ho dovuto attendere 30 minuti vedendo sempre correntisti avanzare). Oltretutto una cittadina come Chiari ha 17.000 abitanti e parecchi stranieri che fanno richiedere più tempo per le operazioni. Come può, in una simile situazione, un ufficio con pochi sportelli esaudire le richieste? Ora, se è una negligenza del direttore che si faccia chiarezza, oppure se è tutto lecito per l'ennesima volta un grazie per l'inefficienza della direzione generale di Poste italiane.

Giornale di Brescia – 12 giugno 2011

BancoPosta a tasso zero? «Inaccettabile»

ROMA
«Riteniamo grave l'operazione avviata da Poste Italiane nei confronti di tutti i titolari del conto Banco Posta». Lo dicono Adusbef e Federconsumatori. «Da un giorno all'altro 5,6 milioni di clienti si sono visti arrivare la comunicazione dell'azzeramento, a partire dal 1 settembre 2011, degli interessi. Il tasso di interesse annuo passerà, così, dallo 0,15% allo 0,00%», spiegano le due associazioni dei consumatori, sottolineando che si tratta di «una modifica unilaterale, che i titolari del conto dovranno accettare oppure scegliere di depositare i propri risparmi altrove».
«Il facile utilizzo ed i costi contenuti erano il pregio di tale conto, e lo differenziavano dai classici conti correnti bancari. Con questa operazione, invece - concludono - si riduce il divario tra le Poste e le banche, ed aumenta così il disagio soprattutto dei titolari di conto che non hanno entrate fisse, ad esempio i giovani».

Giornale di Brescia, 11 giugno 2011

Poste in tilt. Aperta un'istruttoria

ROMA
Poste Italiane a rischio sanzioni per i disservizi che hanno mandato in tilt gli uffici postali nei giorni scorsi. Il Ministero dello sviluppo economico ha infatti aperto un'istruttoria per accertare responsabilità e valutare provvedimenti a carico dell'azienda. È intanto polemica sulla decisione di Poste di azzerare gli interessi ai propri correntisti: l'obiettivo, spiega l'azienda, è di permettere ai propri clienti di passare a un nuovo prodotto «su misura». Ma i consumatori sono già sul piede di guerra.
Proprio mentre gli uffici postali sono tornati alla normalità, dopo una settimana di code e rallentamenti agli sportelli a causa di un guasto informatico, ieri la direzione generale per la regolamentazione del settore postale del Ministero dello sviluppo economico ha aperto un'istruttoria in qualità di Autorità di vigilanza del mercato sui recenti disservizi postali: l'obiettivo è di «accertare le responsabilità che hanno provocato gravi disagi all'utenza e valutare iniziative e provvedimenti anche di carattere sanzionatorio a carico di Poste Italiane».
Secondo tecnici del ministero ci sono tutti i presupposti per l'istruttoria: il disservizio è infatti considerato grave e imputabile alla gestione. Ora, proseguono i tecnici, si tratta di capire cos'è successo e per questo si attende di ricevere da Poste la documentazione richiesta.
Intanto l'Ibm, che nei giorni scorsi è stata chiamata in causa dall'ad di Poste Massimo Sarmi (ha annunciato che Poste stava valutando di chiedere un risarcimento alla società che gestisce i software), precisa di non concordare «con le dichiarazioni rese in questi giorni da Poste», e mette in chiaro che «la priorità adesso è il ripristino dell'operatività del cliente con cui ha una lunga storia di collaborazione».

Brescia Oggi - Sabato 11 Giugno 2011 PROVINCIA, pagina 21

ROÈ VOLCIANO. Serve un bacino di 15 Comuni

Nuovo Centro recapito Le poste si organizzano

E' stato presentato ieri a Roè Volciano il nuovo Centro di recapito di poste italiane. Alla presenza dei sindaci dei 15 Comuni il cui territorio viene servito dal Centro, entrato in funzione il 19 agosto 2010, il responsabile del recapito per la provincia di Brescia, Franco Scapin, ha illustrato l'operatività del nuovo Centro. La sede è stata progettata in funzione delle attività svolte in sequenza all'interno dell'ufficio. Con questo sistema, anche in caso di assenza temporanea del titolare della zona, il sostituto potrà organizzare il giro quotidiano di consegne.
Nel Centro lavorano 61 addetti, fra portalettere e operatori interni, viene effettuata la ripartizione della corrispondenza (circa 14.3 milioni di pezzi in un anno) e preparato il «giro» per ognuna delle 51 zone. Il bacino comprende Salò, Vobarno, Roè Volciano, Gavardo, Muscoline, Puegnago, San Felice, Vallio Terme, Villanuova, Gardone Riviera, Gargnano, Tignale, Toscolano Maderno, Tremosine e Limone. E.P.

Brescia Oggi - Giovedì 09 Giugno 2011

La modernità dissipata di un Paese senza poste

Uno spettacolo come quello offerto dalle nostre poste in questi giorni danneggia gravemente l'immagine dell'Italia nel mondo: per chi ci guarda, italiani e stranieri, non siamo un Paese all'altezza del progresso tecnologico, ma siamo arretrati e siamo fermi. Perché non si tratta di un guasto al sistema centrale di una rete di computer: quello può starci. Non si tratta nemmeno di un servizio che va in tilt e rimanda a casa gli utenti senza averli serviti: è una cosa grave, non dovrebbe mai succedere, ma può succedere. Qui si tratta di ben altro: un servizio pubblico di primissima importanza, come le poste, dotato di un nuovissimo sistema computeristico, è bloccato da oltre una settimana, e: 1) non si riesce a farlo funzionare come dovrebbe nella sua normalità, 2) non si capisce qual è il problema, non c'è una diagnosi né prognosi, 3) vengono fornite notizie tranquillizzanti «fra un'ora partiamo», «l'emergenza è finita», che si rivelano puntualmente sbagliate, 4) l'unica dichiarazione del potere politico è l'augurio che non parta una «class action».
La paralisi ultrasettimanale delle poste è un guaio che deriva da molte disfunzioni. E sono tutte queste disfunzioni a mostrare al mondo che non siamo un Paese moderno.
Il nuovo cervellone centrale delle poste ce l'ha fornito una ditta straniera, la IBM, e adesso che il cervellone s'è guastato (praticamente subito, appena entrato in servizio), è la ditta costruttrice che sta lavorando alla soluzione del problema inviando in Italia trenta tecnici e mettendone a disposizione altri cento, fra la California e il Canada.
Dunque siamo nelle mani di altri, non solo nella produzione di queste macchine ma anche nella loro manutenzione. Macchine così non sappiamo né costruirle né ripararle. Nel campo tecnologico, siamo colonie.
Si dirà: ma gran parte del mondo è nelle nostre condizioni, la super-tecnologia è di poche superpotenze, per non dire di una sola. Vero. Noi siamo acquirenti. Ma siamo inadeguati anche come acquirenti. Un acquirente compra bandendo una gara d'appalto, l'appalto ha delle regole, chi fornisce il servizio ha degli obblighi, tra gli obblighi c'è sempre l'assistenza immediata ed efficiente. E l'appalto deve contenere i dati del servizio che viene richiesto.
È inammissibile che adesso, tra le scuse del malfunzionamento, si adduca che gli utenti sono troppi. È vero, si tratta di 14mila uffici e 60mila terminali. Ma chi concorre, concorre per prestare quel servizio, e riceve un compenso adeguato.
Gli impiegati delle poste ripetono che loro non c'entrano, fanno quel che devono fare e anche di più, perché adesso lavorano anche fuori orario: è vero, il problema non è nel personale, è nella macchina, quindi in chi l'ha costruita e in chi l'ha comprata. Quando nei servizi pubblici si verifica qualche grosso guaio, la prima preoccupazione delle autorità è che tutto rimanga come prima, che nessun colpevole venga punito, e che la base (l'utenza) si plachi il più presto possibile. Anche questo è un comportamento da Paese non moderno. Sarebbe bello se ora le autorità non dicessero: «Calmi, sistemiamo tutto in fretta», ma dicessero: «Siamo arrabbiati quanto voi, chi ha vinto la gara non rispetta i patti, lo puniremo anche a nome vostro».
La class action è una reazione sacrosanta, da Paese moderno. L'insabbiamento è una reazione arcaica, da Paese arretrato. A quest'ora dovremmo sapere cos'è successo, di chi è la colpa, e come la pagherà. I clienti lo chiedono, perché hanno coscienza dei loro diritti. I dirigenti non rispondono perché non hanno coscienza dei loro doveri. (fercamon@alice.it)

Giornale di Brescia – 09 giugno 2011

Poste: giornata senza intoppi nei 288 uffici del Bresciano

Computer di nuovo accesi e linea informatica stabilmente funzionante. Dopo una settimana di black out il sistema che gestisce le tante operazioni del servizio postale, dai versamenti all'erogazione di denaro, passando per la spedizione di raccomandate e telegrammi, ha finalmente cominciato a funzionare senza singhiozzi.
Ieri mattina i 288 uffici sparsi per il Bresciano hanno potuto tornare a lavorare senza continui impedimenti e pressioni, consentendo di tirare un bel sospiro di sollievo agli impiegati e alle migliaia di utenti bisognosi di un servizio davvero basilare.
Un problema che - stando a quanto il tam tam mediatico e le poche dichiarazioni di Poste Italiane hanno consentito di capire - ha riguardato l'intero Paese, da Milano e Venezia, fino a Firenze, Roma e Reggio Calabria, dove le poste sono state messe ko da un difetto alla nuova piattaforma informatica «Ibm», quella che secondo il piano di ammodernamento aziendale dovrebbe sveltire il funzionamento del sistema interno entro la fine di giugno.
«Sembra che il periodo più "nero" mai vissuto dalle nostre Poste si stia per concludere - riferiscono dal sindacato postelegrafonico Cisl -. Oggi le macchine hanno funzionato a dovere e tutti gli uffici hanno potuto smaltire gli arretrati dei giorni scorsi, lavorando allo stesso tempo con tempestività e efficienza sugli impegni di giornata. Attendiamo di verificare nei prossimi giorni la stabilità del nuovo sistema, visto che entro il 16 giugno è previsto un forte aumento delle operazioni legato alla scadenza dei pagamenti dell'Ici. Ci auguriamo che i problemi siano tutti superati davvero». E se lo augurano pure gli utenti che hanno avuto a che fare con un ufficio postale negli ultimi giorni. f. ar.

Giornale di Brescia – 08 giugno 2011

Poste, il ritorno alla normalità un cammino tutto in salita

Dopo una settimana di black out «a singhiozzo» del sistema informatico, la situazione degli uffici postali continua ad essere piuttosto critica.
Anzi, lo è sempre di più, visto che il lavoro e le pratiche inevase si stanno progressivamente accumulando, aggravando una crisi per cui una soluzione definitiva sembra ancora lontana. Il «tutto ok» comunicato ieri pomeriggio a tutta Italia da Poste Italiane non è stato quindi seguito dai fatti, precipitando nel caos l'organizzazione di tutte le poste bresciane, sempre più affollate da utenti insoddisfatti, nervosi e ansiosi di poter eseguire le operazioni desiderate.
Il settimo giorno di inadeguata operatività ha creato infatti un clima di forte esasperazione, che ieri pomeriggio è sfociato in una serie di prese di posizione molto decise da parte dei sindacati e delle associazioni dei consumatori. «Siamo allibiti dall'assenza di interventi da parte delle istituzioni e della politica -attacca il segretario di Slc Cgil Alberto Sinico- che a questo punto auspichiamo con forza. Con l'intero Paese in tilt a causa dei continui, gravi disservizi, si può sapere cosa aspettano i nostri rappresentanti a chiedere spiegazioni e avviare una seria verifica su quanto sta accadendo? Ci pare infatti ormai evidente - continua Sinico- che ci troviamo di fronte a un problema senza precedenti, e l'azienda ha bisogno di un adeguato sostegno da parte di forze esterne, visto che il nostro sistema economico non può permettersi di fare a meno del corretto funzionamento dei suoi servizi essenziali».
Reazioni senza mezze misure non sono mancate nemmeno da parte di Slp Cisl.
«Se il problema, come insiste a dire la direzione postale, è costituito dalla gran mole di arretrati, proponiamo un azzeramento di questo fardello chiudendo per una giornata gli uffici - gli fa eco Giovanni Punzi -. In questo momento di grande difficoltà ci stiamo preoccupando soprattutto di rimanere al fianco del personale. La soluzione proposta dai vertici aziendali infatti non può essere quella di scaricare tutte le responsabilità sulle spalle degli impiegati, costringendoli a turni infiniti in attesa del ritorno della «linea».
«Denunciamo molta approssimazione e mancanza di attenzione, e troviamo inaccettabile che nei due uffici cittadini funzionanti, di piazza Vittoria e via Foscolo, nessuno abbia pensato di far fronte alle resse aumentando il personale». Ma mentre si assiste al rimpallo delle responsabilità i disagi restano ed a pagarli sono i cittadini. Flavio Archetti

IL RISARCIMENTO

Federconsumatori chiede i danni a Poste Italiane

Dopo aver ottenuto l'apertura di un tavolo di conciliazione con Poste Italiane, per il risarcimento degli utenti danneggiati, le associazioni di consumatori si stanno adoperando per rendere chiari i passaggi necessari. «È indispensabile conservare tutte le prove dei disagi patiti - spiega Italo Cavagnini, della Federconsumatori di via Folonari - come ad esempio bollette, fatture, e contravvenzioni scadute. Con la possibilità di documentare l'accaduto chiederemo un risarcimento forfettario, in base al danno reale subìto». Federconsumatori risponde allo 030 3729251 begin_of_the_skype_highlighting 030 3729251 end_of_the_skype_highlighting. A livello nazionale il Codacons ha deciso di fare un primo passo concreto pubblicando sul blog www.carlorienzi.it un modulo che i cittadini possono utilizzare per ottenere l'indennizzo.

Brescia Oggi - Mercoledì 08 Giugno 2011 NAZIONALE, pagina 3

DISSERVIZI. Computer ancora a singhiozzo. Cda convocato d'urgenza

Poste in tilt, è bufera
«Il governo riferisca»

Il Pd chiede chiarimenti in Parlamento, il Pdl parla di problema vecchio Polemiche sull'Autority

ROMA
Ancora disagi negli uffici postali. Il guasto informatico che nei giorni scorsi ha mandato in tilt il sistema di poste Italiane continua a tenere impegnati i tecnici, ma, fa sapere l'azienda, ieri sono state comunque eseguite circa 7 milioni di operazioni postali e finanziarie. E per esaminare i disservizi dei giorni scorsi e adottare provvedimenti, il presidente delle poste Giovanni Ialongo ha deciso di convocare in via d'urgenza il Consiglio d'amministrazione.
Dopo ormai cinque giorni di rallentamenti e disservizi a causa di problemi al sistema informatico, anche ieri si sono verificati disagi in alcuni uffici postali. Il sistema informatico funziona ancora a singhiozzo e così, mentre alcuni sportelli sono aperti, altri non riescono ancora a funzionare. Alcuni cittadini non sono riusciti non solo a non pagare le bollette, ma nemmeno a ritirare le pensioni o le raccomandate.
Nel complesso, dal primo giugno a ieri, gli uffici hanno pagato 2 milioni di pensioni. E nel frattempo «prosegue», fa sapere l'azienda, «il lavoro dei tecnici per ripristinare la piena funzionalità del software su cui poggia l'operatività dei 60.000 sportelli postali». Domani poste italiane incontrerà i rappresentanti di tutte le associazioni dei consumatori per aprire il tavolo di conciliazione e discutere le modalità di risoluzione dei problemi derivanti dagli inconvenienti tecnici.
Sulla questione interviene anche la politica, con il Pd che chiede al Governo di riferire in Parlamento, mentre il deputato del Pdl Manlio Contento, ricordando una propria interrogazione parlamentare del giugno 2010, fa notare che il «problema dei disservizi postali esiste da un bel po'».
Intanto si torna a parlare del ruolo dell'Agenzia di regolamentazione del mercato postale, per il cui avvio si attende il parere del Parlamento sulle nomine dei tre componenti del collegio. Il presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà, che a proposito dei disservizi di questi giorni ha escluso un eventuale intervento dell'Authority («C'è un'Agenzia, se ne occuperà l'Agenzia»), ha ricordato che la sua proposta era per affidare il compito all'Agcom, «perché nel suo Dna è presente la competenza postale». Ma visto che la scelta è stata diversa, l'augurio ora è che «l'Agenzia sappia amministrare questa indipendenza anche conquistandola giorno per giorno non facendosi tirare per la giacchetta».
Anche secondo Corrado Calabrò, presidente dell'Agcom (già intervenuta a condannare l'accaduto) sarebbe stato meglio attribuire la competenza sul settore postale alla propria Autorità: «Noi e l'Antitrust avevamo inviato una segnalazione a Governo e Parlamento» e questo «perché è un'Autorità indipendente, ha la competenza tecnica e sarebbe stata in condizione di operare il giorno successivo all'entrata in vigore della legge».

Giornale di Brescia, 07 giugno 2011

Poste, superato il guasto non i disagi

Utenti in coda

Dopo sei giorni di grandi difficoltà, con il sistema informatico in tilt per un problema al software gestionale, pare che finalmente dalle 13 del pomeriggio di ieri il guasto sia stato domato e l'improvvisa crisi della «nuova piattaforma», addetta da qualche mese alle operazioni postali, sia stata superata. Con tante difficoltà comunque, visto che anche la giornata di lunedì è andata agli archivi come una delle più «nere» che si ricordino alle Poste, e le code davanti agli sportelli di tantissimi uffici di città e provincia hanno raggiunto i marciapiedi antistanti le vetrate fin dal primo mattino.
Stando a quanto osservato nelle ultime ore comunque la prudenza è d'obbligo. Almeno se consideriamo che il funzionamento a singhiozzo (in cui a qualche momento di attività corretta si sono alternati lunghi attimi di black out totale) negli ultimi giorni è stato praticamente la norma, e che il ritorno della «linea» ha già fatto pensare più volte alla fine della lunga odissea di impiegati e utenti, salvo smentire l'ottimismo poche ore dopo.
Tra tanti uffici in panne, incapaci di pagare le pensioni, effettuare i versamenti, ricevere raccomandate e telegrammi, e erogare le richieste degli sportelli Banco posta, è utile e curioso sapere che a Brescia si sono salvati dalla clamorosa debacle i due punti di piazza Vittoria e via Foscolo, gli unici in città (e tra i pochissimi in tutta la nostra provincia) a non aver ancora aderito al progetto modernizzatore che entro la fine di giugno dovrebbe aver completato il suo programma di estensione in tutta Italia.
Nel Bresciano, su un totale di 288 uffici postali sparsi tra la città l'hinterland, i laghi, le montagne e la pianura, almeno il 90% sono stati coinvolti nei black out.
Nel pomeriggio di ieri intanto Poste Italiane ha fatto sapere che dalle 13 il problema sembra risolto, anche se «potrebbero continuare a esserci rallentamenti causati della grande mole di arretrati accumulati durante il disservizio».
Stando ai fatti invece l'unica certezza sono le difficoltà del personale postale, davvero esasperato dall'impossibilità di svolgere il proprio compito, e i disagi causati a centinaia di migliaia di cittadini da nord a sud del Paese.
Cosa è successo ieri nel Bresciano? «La giornata è iniziata nel migliore dei modi - spiega il segretario postelegrafonico Cisl Giovanni Punzi, che dalla sede di via Altipiano d'Asiago è rimasto tutto il giorno in contatto con gli uffici di mezza provincia -. Molti impiegati hanno iniziato il turno con almeno un'ora di anticipo, per completare le chiusure contabili rimaste inevase il sabato. Le code iniziali sono state smaltite rapidamente nella prima parte della mattina, ma verso le 10 i computer hanno ricominciato a non funzionare e la situazione si è nuovamente aggravata».
«Nel pomeriggio dagli uffici aperti - ha concluso Punzi - ci hanno segnalato qualche miglioramento, ma non possiamo dire di esser tornati alla normalità, soprattutto se quanti hanno finito l'orario alle 13 non hanno potuto uscire dopo aver svolto tutti i compiti correttamente». Flavio Archetti


ACCOLTA LA RICHIESTA DEI CONSUMATORI

Ci sarà un tavolo per risarcire gli utenti danneggiati

Nell'ennesima giornata di passione negli uffici postali, giunge una buona notizia: Poste Italiane ha infatti accolto la richiesta delle associazioni dei consumatori di aprire un tavolo di conciliazione volto a risarcire gli utenti danneggiati dai disagi informatici. Per ridurre i quali, gli uffici postali sono stati aperti ieri oltre il normale orario di chiusura, fornendo «un volume di servizi nella media delle attività abituali»: sono stati garantiti i servizi a tutti i clienti in attesa, per oltre 6 milioni di transazioni; sono state pagate più di 250mila pensioni e eseguite oltre 1,5 milioni di operazioni di pagamento di bollettini. Quanto al tavolo di conciliazione, che si terrà nei prossimi giorni col compito di verificare ed esaminare i danni subiti dagli utenti, disponendo i dovuti risarcimenti, avrà un meccanismo analogo a quello avviato da Autostrade per l'Italia per indennizzare gli utenti bloccati dalle strade ghiacciate a dicembre. Soddisfatte Adusbef, Federconsumatori, Adiconsum e Codacons, che parlano di «primo risultato» e invitano gli utenti a rivolgersi alle sedi locali per informazioni e avviare le pratiche. Il persistere dei problemi ha portato ieri il commissario dell'Agcom Gianluigi Magri a definire «non accettabile l'incredibile disservizio», che però ha poi voluto precisare che l'Autorità «non ha competenza di vigilanza su Poste Italiane» e che le sue dichiarazioni sono state sollecitate «da numerosi cittadini che lamentavano il disagio». Lo stesso Magri ha ricordato come non è ancora operativa l'Agenzia nazionale di regolamentazione del settore postale, con compiti di sorveglianza specifici, «affidati negli altri Paesi europei agli equivalenti dell'Agcom, organismo indipendente che avrebbe svolto tali funzioni senza ulteriori spese per lo Stato». L'Agenzia è istituita e sono stati nominati tre componenti, ma la nomina è in attesa dei pareri delle commissioni competenti: il Senato mercoledì esaminerà le tre nomine di Carlo Deodato, Francesco Soro e Giovanni Bruno

Brescia Oggi - Martedì 07 Giugno 2011 CRONACA, pagina 10

IL CASO. Dopo i problemi dei giorni scorsi, ieri tutto liscio fino alle 11.30, quando i computer si sono bloccati di nuovo

Poste, ripartenza a singhiozzo

La situazione si è normalizzata nel pomeriggio, dopo aver causato disagi soprattutto agli anziani in coda per ritirare la pensione

Daniele Bonetti
Sabato un'apertura che trasudava ottimismo. Ieri l'ennesima doccia fredda. L'altro giorno poste Italiane con una nota aveva fatto sapere che «l'erogazione dei servizi era ripresa, scusandosi per eventuali rallentamenti alle operazioni in alcuni uffici, dovuta al malfunzionamento del software verificatosi sui sistemi centrali di Ibm, sistemi attraverso i quali funziona la rete informatica delle poste».
IERI MATTINA, invece, i molti anziani di Brescia e provincia che si sono presentati agli sportelli per ritirare la pensione si sono trovati a doversi misurare con nuovi problemi: fino alle 11.30 il sistema ha funzionato regolarmente, bloccandosi poi nuovamente e inibendo così ogni tentativo di effettuare operazioni allo sportello postale. Un disservizio che, con le associazioni dei consumatori già sul piede di guerra, probabilmente porterà a qualche confronto per trovare una sorta di risarcimento per quei cittadini danneggiati dal black out.
Poco prima di mezzogiorno in via don Vender, il secondo ufficio postale più importante della città, c'era quasi un centinaio di persone. Qualcuno, demoralizzato, se ne è andato ripromettendosi di tornare il giorno successivo, dopo aver gettato il biglietto con il numero; altri auspicavano, inguaribili ottimisti, una pronta «ripartenza del sistema».
Un'anziana ha scelto di premiare, virtualmente, il postino che le porta la posta ogni mattina con lo scooter. «Con tutti questi computer per fortuna che ci sono le persone, almeno loro funzionano». Di questi tempi, anche i fautori della tecnologia e dell'automatizzazione non hanno potuto darle torto.
Da via don Vender a piazza Vittoria la situazione non è cambiata di molto: meno persone, identici problemi. E gli utenti che speravano di usare la pausa pranzo per sistemare alcune pratiche postali, hanno fatto fatica ad accontentarsi di un cartello che annunciava possibili limitazioni al servizio postale per problemi tecnici. A macchia d'olio, il problema delle poste che per una volta accomuna l'Italia da nord a sud, è stato percepito in via Rodi (uno degli uffici più piccoli della città), a San Polo, a pochi metri dall'Alfa Acciai, e a Mompiano. Tutti con gli stessi problemi che rendevano quasi impossibile anche effettuare un semplice versamento.
NEL POMERIGGIO di ieri la situazione si è normalizzata. «I problemi sono in via di risoluzione - assicura Anna Maria Gallo, portavoce di poste Italiane - : abbiamo cercato di ripristinare il servizio nel più breve tempo possibile, ci scusiamo con gli utenti per gli inevitabili disagi che hanno subito».

Giornale di Brescia, 05 giugno 2011

Code, molta rabbia e niente soldi Nuova bufera sugli uffici postali

Sono ormai tre giorni che gli uffici postali di Brescia e provincia funzionano a singhiozzo a causa
di un problema alla piattaforma informatica. Qui sopra, la coda fuori da uno sportello cittadino

I computer in tilt e il black out a singhiozzo della linea informatica hanno reso praticamente impossibile anche ieri, per il terzo giorno di disagi, il lavoro di quasi tutti i 288 uffici postali di città e provincia.
Tra Brescia centro, Mompiano, Sant'Eufemia e San Polo, ma anche Desenzano, Montichiari, Rovato, Darfo Boario, Palazzolo, Chiari e Iseo, è andata in scena un'altra giornata di passione, sia per gli impiegati agli sportelli, che per i clienti bisognosi dei servizi.
Ore interminabili di tentativi a vuoto, tra i molti delusi che necessitavano di ritirare le pensioni o incassare vaglia e bonifici, la rabbia ha cominciato a montare, tanto che in alcuni uffici si è arrivati agli insulti e alle minacce, e a Pontoglio il direttore si è visto costretto a chiamare in suo soccorso una pattuglia dei Carabinieri per tranquillizzare i più facinorosi.
E dire che nella maggior parte dei punti di Poste Italiane il personale, intuendo che il prolungarsi del disguido avrebbe potuto creare problemi con l'utenza, si erano premuniti di affiggere sulle vetrate esterne avvisi ben visibili che preannunciavano i gravi problemi tecnici in corso. E ora? Pare che anche la prossima settimana sia destinata a iniziare con gravi handicap.
«Visto che ieri l'assenza della "linea" ha impedito agli impiegati (dopo la chiusura al pubblico) di espletare la normale prassi delle chiusure contabili - spiega il segretario di Slp Cisl, Giovanni Punzi - moltissimi uffici saranno costretti ad aprire in ritardo per consentire al personale di portarle a termine, come è giusto che sia, prima dell'apertura della contabilità del nuovo giorno. Questo se tutto sarà tornato a filare liscio. Altrimenti, e davvero nessuno se lo augura, potremmo trovarci di fronte a una situazione di caos ingestibile».
Com'è andata la giornata del sabato? «Era partita bene - continua Punzi - e in molti avevamo tirato un bel sospiro di sollievo. Poi verso metà mattina ecco l'ennesimo colpo di scena, con i computer che si rifiutano di lavorare e la linea telematica in black out. Sempre a singhiozzo, la situazione è tornata alla normalità in quasi in tutti gli uffici bresciani verso le 11.15, ma dopo mezzogiorno è di nuovo precipitata. Nonostante il personale specializzato sia all'opera alla centrale di Roma per sistemare il guasto, non ci sono ancora certezze sull'esito dell'intervento».
Per Alberto Sinico, di Flc-Cgil, «l'azienda ha scelto un periodo sbagliato per introdurre il nuovo sistema informatico, in quanto all'inizio del mese vengono erogate le pensioni». Per il sindacalista, inoltre, «la prova andava fatta inizialmente su una rete più piccola, per limitare eventuali danni».
La causa dei disagi, infatti, è sempre costituita da un non meglio precisato «problema tecnico alla nuova piattaforma informatica», quella che ha il compito di modernizzare e mettere in rete tutti gli uffici nazionali, facilitando il lavoro e il sistema di relazioni interno. Almeno, in futuro.

L'azienda chiede scusa, consumatori all'attacco

Poste Italiane «si scusa con i propri clienti per i rallentamenti nella erogazione dei servizi presso i propri sportelli. Inconveniente dovuto al malfunzionamento del software verificatosi sui sistemi centrali Ibm sui quali appoggiano le attività degli uffici postali». Si rivolge così l'azienda ai clienti che negli ultimi giorni si sono visti negare la possibilità di accedere ai servizi degli sportelli. Gli uffici postali ieri «hanno operato oltre il normale orario consentendo l'erogazione dei servizi a tutti i clienti in attesa e garantendo oltre 6 milioni di transazioni, il pagamento di oltre 180mila pensioni e l'accettazione di oltre 1.200.000 bollettini. I pensionati che non hanno potuto riscuotere la pensione lo potranno fare con le consuete modalità da lunedì 6 giugno».
Le associazioni dei consumatori, comunque, restano sul piede di guerra. Con una nota, Adusbef e Federconsumatori fanno sapere di avere invitato l'amministratore delegato di Poste Massimo Sarmi ad aprire, dal prossimo lunedì, un tavolo di conciliazione per risarcire bonariamente tutti i cittadini che hanno subito dei danni, previa segnalazione dell'accaduto alle associazioni dei consumatori, perchè «stavolta, in caso contrario, l'ente postale non riuscirà ad evitare una class action, con un risarcimento dei danni proporzionato ai gravi disagi subiti per tre giorni di fila dai pensionati e dagli utenti».
L'associazione dei consumatori Aduc spiega invece agli utenti cosa fare per farsi rimborsare dei disservizi, in attesa di una «improbabile» class action: «La strada da seguire è quella della messa in mora individuale. Ognuno può fare una raccomandata A/R indirizzata alla Poste in cui fa presente cosa è accaduto, magari inserendo in busta anche fotocopia dei numerini che ha preso per fare le diverse file, precisa al centesimo i danni subiti (materiali, fisici e psicologici), intima il pagamento entro 15 giorni, altrimenti si rivolgerà alle autorità giudiziarie».

È curioso sapere che nonostante il black out generalizzato, non tutti gli uffici...

DISFUNZIONI
È curioso sapere che nonostante il black out generalizzato, non tutti gli uffici sono andati in tilt. A fronte di un 80% di sportelli fuori uso, c'è stato anche un 20% che ha potuto continuare il lavoro regolarmente. I più virtuosi sarebbero di fatto quelli meno modernizzati, la maggior parte di piccole dimensioni e collocati in zone di montagna, in cui non sono ancora state portate a termine le operazioni di allacciamento alla nuova piattaforma.
PREVISIONI
Funzioneranno i servizi postali la prossima settimana? L'azienda dice di sì, ma la Cisl sostiene che l'esito degli interventi in corso sia molto incerto, perchè la nuova piattaforma informatica è ancora in una fase di rodaggio.
TENSIONI
Ieri, dopo tre giorni di sopportazione, molti cittadini hanno iniziato a protestare vivacemente. Tra questi qualcuno ha perso le staffe. All'ufficio postale di Pontoglio sono volate parole grosse, tra insulti e minacce, tanto che il direttore ha richiesto l'intervento di una pattuglia dei Carabinieri di Chiari. Quando sono giunti sul posto tutto era già tornato alla normalità

Giornale di Brescia 04 giugno 2011

Black out informatico
bloccate le poste bresciane

BRESCIA
Computer in tilt, code, niente soldi. Da mercoledì le Poste Italiane sono vittime di un esteso black out dei computer che ha costretto gli impiegati dei 20 uffici della nostra città e almeno l'80% dei 268 sparsi per la provincia a non poter esaudire le richieste degli utenti. a pagina 8

NESSUNA CERTEZZA PER OGGI
Se sulle ragioni del black out informatico non sono arrivati molti chia...

DUE GIORNI DA INCUBO

La buona notizia è che giovedì non ci sono stati disguidi agli uffici postali, in quanto giorno di vacanza. Ieri e mercoledì sono stati invece due giorni da incubo per chi a Brescia e provincia, ma anche nel resto d'Italia, ha cercato di usufruire dei servizi delle Poste. La causa? Un problema alla piattaforma informatica.

BRESCIA & PROVINCIA

Computer in tilt, caos alle poste

Persone in coda ieri davanti all'ufficio postale di via Gambara

Computer in tilt, code davanti agli sportelli lunghe il doppio del normale, tanta perdita di tempo e alla fine la beffa del ritorno a casa, o in azienda, senza i soldi che si intendevano prelevare. Senza aver ricevuto la pensione o aver potuto onorare la scadenza dei propri pagamenti.
Da mercoledì le Poste Italiane sono vittime di un esteso black out dei computer che ha costretto gli impiegati dei 20 uffici della nostra città, e almeno l'80% dei 268 sparsi per la provincia, a rimanersene sconsolati davanti ai terminali con le braccia incrociate, in attesa di una linea che non arrivava, e se lo faceva se ne andava nel giro di pochi minuti.
«Nessuna operazione ha la certezza del buon esito», si è sentita rispondere la signora Alessandra rivolgendosi a uno degli sportelli di Brescia centro. Dopo mezz'ora trascorsa tra un fitto via vai di clienti sempre più scocciati, ha capito, come migliaia di persone in tutto il Bresciano, che era meglio rimandare l'approccio a giorni più favorevoli.
Il problema, stando a quanto il tam tam mediatico e le laconiche dichiarazioni delle Poste hanno consentito di capire, riguarderebbe l'intero Paese, da Milano, Torino e Venezia, fino a Firenze, Napoli e Reggio di Calabria. La causa? All'origine di tutto ci sarebbe un non meglio precisato «problema tecnico alla nuova piattaforma», quella che ha il compito di mettere in rete tutti gli uffici nazionali, facilitando il lavoro e il sistema di relazioni interno. Paradossalmente, gli uffici che si sono salvati dal black out informatico e hanno continuato a erogare i servizi sarebbero quelli meno modernizzati, in cui non sono ancora state portate a termine le operazioni di allacciamento alla cosiddetta «nuova piattaforma».
«I problemi sono iniziati mercoledì 1 giugno - racconta il segretario di Slp Cisl Giovanni Punzi - e sono continuati per tutta la giornata di venerdì. Ai primi segni di difficoltà abbiamo contattato l'azienda e ci è stato risposto che il guasto sarebbe stato sistemato in qualche decina di minuti». Invece? «Pare che non sia facilissimo da individuare e stia colpendo Brescia e un po' tutta Italia a macchia di leopardo. L'attività riprende a tratti e se ne va inspiegabilmente».
In pratica, non potendo incassare soldi per mancanza del via libera da parte dei server dislocati a Roma, i nostri uffici non avevano contanti a disposizione di chi li richiedeva.
E per chi avrebbe intenzione di recarsi in posta oggi? Il sindacato lascia poche speranze. «Per quanto di nostra conoscenza possiamo dire che la situazione non è ancora tornata alla normalità. Crediamo, realisticamente, che il rischio di avere a che fare con uffici non funzionanti potrebbe continuare ancora, ma per il momento non ci sono certezze sugli sviluppi della questione». Flavio Archetti

Punzi (Cisl): «L'azienda ora spieghi le cause e chieda scusa»

Le Poste? «Dovrebbero preoccuparsi del loro rapporto con i cittadini e in casi come questo spiegare i problemi che hanno portato al fastidioso black out, scusandosi allo stesso tempo per i tanti disagi causati agli utenti». Questa l'opinione di Giovanni Punzi, segretario della categoria postelegrafonici della Cisl. Ma come hanno gestito i due giorni di crisi i lavoratori postali? «Hanno fatto del loro meglio, salvando con professionalità una situazione davvero difficile da sostenere». Secondo il sindacato postelegrafonico Cisl sono ancora una volta gli impiegati dei tanti uffici sparsi per tutto il bresciano a meritare un elogio, mentre la dirigenza aziendale non avrebbe assolto al meglio il suo compito di guida del territorio, soprattutto nelle pubbliche relazioni.
«Lavorare in situazioni di forte disagio come quello capitato negli ultimi due giorni non è certo compito facile - precisa Giovanni Punzi - anche perché l'utenza non può capire i problemi tecnici e spesso si innescano spiacevoli battibecchi tra le parti. Sappiamo invece che per smaltire il lavoro accumulato durante la mattina il personale si è adoperato al massimo. Molti uffici hanno tenuto aperto gli sportelli anche nel pomeriggio, ben oltre l'orario tradizionale di chiusura. Per questo li ringraziamo».
Diverso però l'atteggiamento del sindacato nei confronti dell'azienda. «Abbiamo chiesto a Poste Italiane di chiarire i contorni della vicenda - continua il sindacalista - spiegando, ove possibile, le cause dei guasti e i provvedimenti che si intendono adottare in futuro per scongiurare altre situazioni simili. La risposta? Ufficialmente sappiamo solo che ieri pomeriggio sono tornati in funzione gli sportelli di prelievo esterni agli uffici». Ieri, inoltre, si sono ravvisati diversi problemi nella distribuzione della posta, in quanto diversi portalettere hanno scelto di fare il ponte, senza che il personale al lavoro fosse in grado di coprire in maniera adeguata tutte le zone.

In coda, stanchi e rassegnati

Tempi duri per Poste Italiane Spa, alle prese con un processo di modernizzazione che per il momento si traduce in disservizio. Come ieri mattina a Bione, mentre suonavano le campane di mezzogiorno. Appoggiati alla ringhiera fuori dall'ufficio postale, in attesa di poter ritirare quel che gli spetta ogni mese, ci sono alcuni pensionati. Una decina almeno di «colleghi» se ne sono già andati spazientiti. «Prima hanno appeso il cartello con scritto che lo sportello avrebbe riaperto alle 10, poi alle 11 poi alle 12 - dicono -. Ancora però l'impiegato non si è visto». Dall'ufficio va e viene solo la portalettere, che certo non può rispondere alle loro necessità. È lei a cambiare la scritta sul foglio di ora in ora, secondo quanto le riferiscono i capi al telefono. E dov'è finito? «Non è colpa sua poveretto. Pensa che per fare più alla svelta si muove con la motocicletta - si preoccupano di farci sapere gli stessi pensionati -. È che capita sempre più spesso che senza nemmeno tanto preavviso lo mandino di qua e di là a sostituire i colleghi. Oggi è andato a Forno d'Ono e non riuscirà a venir via perché anche là dovrà consegnare le pensioni».

Bresciaoggi Sabato 04 Giugno 2011 CRONACA, pagina 14

IL CASO. Il guasto dura ormai da tre giorni, si lavora a singhiozzo e il ritorno alla normalità pare incerto

Guai al sistema informatico: in «tilt» tutti gli uffici postali

Diego Baruffi
In alcune sedi per tutta la giornata di ieri è stato possibile solo inviare raccomandate, ma non effettuare pagamenti o altre operazioni

Mimmo Varone
poste Italiane è in tilt da tre giorni e il ritorno alla normalità resta incerto. Un guasto al sistema informatico ha messo fuori uso i terminali degli uffici postali e bloccato gran parte delle operazioni. Da mercoledì scorso in città e provincia è stato pressochè impossibile pagare un bollettino o compiere qualsiasi altra operazione finanziaria. Il alcuni uffici il sistema ha preso a funzionare a singhiozzo prima della pausa del 2 Giugno, e ieri si è praticamente bloccato. Ma non è così dappertutto. In altre zone è rimasto bloccato mercoledì e ha funzionato a singhiozzo ieri.
Le poste si scusano per i disagi alla clientela e, sempre ieri, con una nota stampa informavano che «gli sportelli rimarranno aperti oltre il normale orario di lavoro finché non saranno serviti tutti i clienti». Alle scuse, però, non seguiva una rassicurazione sui tempi certi di ripresa del servizio. E si limitava a precisare che «i tecnici stanno progressivamente ripristinando il regolare funzionamento del sistema per la fornitura di tutti i servizi postali e finanziari».
LE DIFFICOLTÀ nella fornitura dei servizi avvenute negli uffici postali, attribuite a un guasto al sistema informatico, ha mandato in crisi gli uffici di tutta Italia. E, come a dire che mal comune è mezzo gaudio, lo precisavano molti dei cartelli affissi agli ingressi degli uffici postali bresciani ieri. Per poste Italiane la cosa «ha rallentato le operazioni, con l'effetto di allungare i tempi di attesa, e in alcuni casi ha impedito l'esecuzione delle operazioni stesse».
Il che a Brescia è stato molto simile al blocco totale. Ieri in diversi uffici si potevano inviare solo raccomandate. E per fortuna, perchè entro lunedì i proprietari di appartamenti in affitto che scelgono la cedolare secca sono obbligati a inviare comunicazione all'inquilino tramite raccomandata, appunto. In ogni caso le poste dichiarano che nelle giornata di ieri sono state eseguite 5,5 milioni di operazioni, a fronte dello standard giornaliero che è pari a 7 milioni. Un semplice rallentamento, insomma.
Sarà, ma ieri mattina bastava mettere il naso dentro l'Ufficio postale di Rezzato per sentirsi dire che «il sistema è bloccato», con l'invito a ritornare «più tardi». Anzi, consigliavano pure di non dirottarsi dai tabaccai, perchè anche loro si trovavano nelle medesime condizioni. La realtà è che in città e un pò in tutta la provincia, si è andati vicini al blocco totale.
Molto peggio è andata nella Bassa, che ieri ha vissuto la terza giornata di «passione». E pure lì il peggio deve ancora venire dal momento che non si sa ancora quando il servizio tornerà alla normalità. Il complesso guasto sulla rete informatica ha paralizzato l'attività di quasi tutti gli uffici del comprensorio, provocando code, disservizi e fisiologico malumore fra le persone costrette a rinviare i pagamenti.
La tensione è salita con il passare delle ore e poco prima delle 13, a Manerbio alcune delle 120 persone in coda fuori dall'ufficio hanno deciso di rivolgersi ai carabinieri per valutare la possibilità di fare denuncia.
Il black out è scattato poco dopo le ore 9, manifestandosi a macchia di leopardo. Epicentro della «paralisi», gli uffici di Bassano, Offlaga e Bagnolo Mella, dove, nonostante il prodigarsi dei tecnici di poste Italiane, il segmento di operazioni da gestire via terminale è rimasto «congelato» fino all'orario di chiusura.
I POSTAMAT invece hanno funzionato senza particolari problemi. Servizi a singhiozzo con tempi di attesa insostenibili - complici l'afflusso extra di utenti dopo la giornata festiva del 2 giugno - a Manerbio, Verolanuova, Ghedi, San Gervasio e Cigole. Ad aggiungere disagio a disagio, la scadenza del pagamento delle bollette del metano e dell'Enel che ha costretto molti cittadini ad effettuare il versamento rivolgendosi alle terminali delle ricevitorie Sisal. A Leno, constata l'impossibilità di operare, l'ufficio è stato chiuso aggiungendo malumore a proteste. «Siamo di fronte a una vera e propria interruzione del servizio pubblico perchè alcune operazioni come il ritiro di pacchi e raccomandate poteva comunque essere comunque effettuato» osserva Marco Freddi imprenditore informatico di Leno che con altri utenti sta meditando l'idea di un'azione collettiva risarcitoria. In effetti si tratta della quarta giornata di disservizi registrata in due settimane nella Bassa. La terza consecutiva. E la brutta notizia è che non si sa quando la situazione tornerà alla normalità.

SETTIMANA CORTA
La posta non recapitata il sabato

Oggi è di nuovo sabato, un sabato di attesa del mio Giornale di Brescia.
Arriverà o non arriverà?
Dal primo aprile le Poste Italiane hanno deciso che i portalettere devono fare la settimana corta, per cui la corrispondenza non viene più recapitata il sabato (notizia poco pubblicizzata perché c'è ancora gente che non sa di questa novità), però un articolo sul giornale assicura gli abbonati che i quotidiani verranno comunque consegnati. Niente di più falso!
Il primo sabato il giornale non arriva, quindi il lunedì mattina telefono all'ufficio recapiti di Iseo per avere spiegazioni e vengo informato che un portalettere, a turno, deve consegnare i quotidiani. Il mio arriva il lunedì con il giornale del giorno. Il secondo sabato, miracolo! Il giornale arriva. Ma è troppo presto per gioire, perché dal terzo sabato in poi non c'è più nessuna certezza. L' ufficio recapiti di Iseo, da me di nuovo contattato, mi dice che il servizio è stato affidato ad una ditta esterna, i cui incaricati forse non conoscono bene le vie dei vari paesi. Per farla breve, per due sabati il giornale mi viene recapitato nel pomeriggio, e poi il nulla. Il giornale non lo ricevo più né il sabato né il lunedì.
A questo punto, stanco di arrabbiarmi tutti i sabati e di telefonare tutti i lunedì all'ufficio postale recapiti di Iseo, mi rivolgo al Giornale di Brescia, grazie al quale posso farmi recapitare il quotidiano del sabato all'edicola più vicina che dista da casa mia circa 3 km, sperando che almeno questa soluzione funzioni. Ora però vorrei fare delle considerazioni:
1) su nove sabati fra aprile e maggio ho ricevuto il giornale tre volte, tre volte il lunedì, tre volte non l'ho ricevuto per niente.
2) Non ha molto senso leggere il lunedì il giornale del sabato.
3) I giornali che non ho ricevuto, dove sono finiti? Nella spazzatura?
4) La responsabilità di tutto ciò io la addosso alle Poste Italiane, che offrono ai cittadini tanti servizi (fanno da banca, da finanziaria, telefonia, servizio Enel ecc.) ma il servizio della consegna della posta a che punto è nella scala delle loro priorità, visto che tanti sono nella mia stessa situazione?
Uburse Dolfi - Vello di Marone

Brescia Oggi - Giovedì 02 Giugno 2011 PROVINCIA, pagina 23

BARGHE. Mattinata di paura nell'ufficio davanti al Municipio. In azione un «commando» di tre persone

Rapina con ostaggio alle poste Ferita con la lama una donna

Massimo Pasinetti
L'imprenditrice di Preseglie strattonata e graffiata al collo Uno dei malviventi nella fuga ha sfondato la vetrata a testate

Rapina violenta con ostaggio nell'Ufficio postale di Barghe, proprio davanti al Municipio.
Una sequenza da paura, per un «bottino» modesto. I malviventi hanno agito con cattiveria, tanto da non esitare a prendere una signora in ostaggio, strattonarla e ferirla al collo (lievemente) prima di buttarla rabbiosamente a terra. Sono stati attimi di terrore.
Poi, prima di fuggire, uno dei rapinatori ha dato una testata al vetro blindato dell poste: fiorse un gesto di stizza per i pochi soldi racimolati.
A raccontare la spaventosa sequenza è proprio la signora presa in ostaggio, C.O. le sue inziali, un'imprenditrice di Preseglie. «Erano da poco passate le 11 e mezzo - racconta la donna -. Mentre io mi trovavo proprio davanti alla cassa dell'ufficio postale, sono entrati due individui, secondo me italiani. Uno si è fermato a fare il palo, mentre l'altro mi ha subito aggredito puntandomi un coltello, o comunque qualcosa di tagliente alla gola, e ha chiesto i soldi all'impiegato».
Dentro le poste in quel momento c'erano anche altre due persone, una signora anziana e un extracomunitario, che non sono stati però toccati: «Il malvivente, visto che ero alla cassa, si è subito gettato su di me e mi ha afferrata al collo».
Ha gridato «questa è una rapina, datemi tutti i soldi». Poi il rapinatore, a volto coperto, ha prima gettato l'ostaggio a terra premunendosi di lasciargli sul collo i segni dell'arma utilizzata per spaventarla (niente tagli, ma comunque un graffio lasciata dalla lama).
Poi, dopo che a metà rapina in Posta è entrato anche un terzo complice, una donna, dopo pochi attimi che sono sembrati un'eternità il malvivente si è diretto verso l'uscita, sbattendo con violenza la testa contro la vetrata: l'ha mandata in frantumi, lasciando tracce del proprio sangue. Forse era arrabbiato per il magro bottino: circa 500 euro.
I tre sono così fuggiti in auto, una Fiat, facendo perdere le loro tracce. Ora sono in corso le indagini da parte dei carabinieri della stazione di Sabbio Chiese, coadiuvati dai colleghi della Compagnia di Salò.
La signora presa in ostaggio, in seguito, ha avuto un mancamento per la terribile esperienza, ed è stata soccorsa dall'ambulanza arrivata da Nozza

Brescia Oggi - Giovedì 02 Giugno 2011 PROVINCIA, pagina 19

IL CASO. A 17 giorni dal primo guasto un'altra mattina di passione

Ennesimo black out informatico: poste in tilt da Manerbio a Bagnolo

Code e disagi anche nell´ufficio postale di Manerbio

Il black out che 17 giorni fa aveva messo in ginocchio gli uffici postali della Bassa si è ripetuto ieri mattina. Un blocco della rete informatica ha nuovamente provocato code agli sportelli e disservizi diffusi per i correntisti. Epicentro dell'«eclissi» del web Manerbio ma i problemi si sono manifestati a macchia di leopardo a Bagnolo, Offlaga, Ghedi, Verolanuova e Pontevico. Dalle 9,30 e fino all'orario di chiusura non è stato possibile effettuare versamenti, spedire posta raccomandata e fare altre operazioni on line. F. PIO.

Giornale di Brescia Mercoledì 01 Giugno 2011 PROVINCIA, pagina 22

OSSIMO. Poste italiane ha comunicato un ulteriore taglio del servizio

Estate: stagione di disagi l'ufficio postale rallenta

A partire da lunedì lo sportello sarà aperto per due sole giornate Ma il sindaco non ci sta

L'arrivo dell'estate porterà in «regalo» un problema in più per una già svantaggiata realtà montana come quella di Ossimo: il ridimensionamento dei servizi dell'ufficio postale di Ossimo Superiore. E in vista del disservizio, il nuovo sindaco Cristian Farisè ha voluto esprimere le valutazioni della sua squadra con un documento dedicato ai provvedimenti presi dal gestore del servizio.
«poste italiane - sottolinea il primo cittadino - ha comunicato al Comune nella giornata di lunedì 30 maggio che dal 6 giugno ci sarà una riduzione da tre a due giornate settimanali dell'attività al pubblico dell'ufficio postale; proprio nel momento in cui ci sarà un grande afflusso di turisti. La frazione si vedrà ulteriormente privata di un servizio importantissimo, dopo che qualche anno fa l'azienda era già intervenuta con la chiusura tre giorni su sei motivata dalla necessità di ridurre i costi degli sportelli meno redditizi. La nostra amministrazione si rende disponibile a intraprendere un dialogo costruttivo con poste italiane per scongiurare quella che può sembrare una razionalizzazione delle risorse, ma che in realtà è il venir meno a servizi essenziali per la comunità».
E se non ci fossero aperture? «L'amministrazione non si dà per vinta, e non esclude forme di protesta eclatanti anche coinvolgendo la popolazione: vogliamo fare qualcosa per dare la giusta dignità a un piccolo paese di montagna».
Per questo motivo, il sindaco Farisè ha già inviato una lettera appello a tutte le forze politiche del territorio affinché si attivino, al di là degli schieramenti, a favore dell'iniziativa. P.MOR.

 

sito a cura della Segreteria Territoriale SLP CISL di Brescia -  email slpbs@tin.it
webmaster  Antonio Vegliante