LA STAMPA DI APRILE 2015

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Giornale di Brescia, 30 aprile 2015
I bimbi dell’«Einstein» alla scoperta delle poste

Affascinati dalle poste. A tal punto da creare un mini ufficio postale in una delle aule dell’asilo per poi recarsi a controllare di persona com’è effettivamente quello vero e come funziona il servizio postale. Così ieri 21 bambini che frequentano la sezione Arcobaleno della Scuola dell’infanzia «Albert Einstein»di Rivoltella hanno visitato in centro storico l’ufficio postale di via Crocefisso. L’incontro s’inserisce in un progetto didattico che coinvolge la scuola dell’infanzia, che ha aderito all’iniziativa «Kaki Tree Project». Da un albero di cachi, tra le poche forme di vita sopravvissute al bombardamento di Nagasaki del 1945, uno scienziato giapponese ha ricavato nel 1996 nuove piantine di seconda generazione, ora ospitate in tutto il mondo come invito alla pace e alla vita. Una di queste si trova proprio nel giardino del nido di Rivoltella. I bambini dell’asilo, con l’aiuto delle insegnanti, hanno trasformato una delle aule in ufficio postale, diventato luogo di scambio e comunicazione all’interno della scuola. Agganciandosi al progetto «Kaki Tree» è stato anche immaginato uno scambio virtuale di lettere tra i piccoli di Rivoltella e l’ideatore giapponese dell’iniziativa, Masayuki Ebinumi. Proprio per questo, per osservare da vicino un «vero» ufficio postale, le insegnanti Melinda Cataneo, Maria Rosa Gorini e Federica Rossi hanno accompagnato nella mattinata i giovanissimi alunni in una visita all’ufficio postale centrale. Sono stati accolti dal direttore Eros Bisegna e dai colleghi, che hanno illustrato le tappe del viaggio di una lettera e risposto alle domande dei piccoli ospiti. Al termine della visita tutti i bimbi hanno ricevuto un piccolo omaggio.

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Giornale di Brescia, 29 aprile 2015

Con il coltello assalta la Posta

Criminali in azione in città con rapine ai danni di un ufficio postale e di due donne. Ieri poco dopo le12,15 all’ufficio Postale di via Don Vender, nella zona via Chiusure, un uomo sulla cinquantina, armato di coltello, ha dato l’assalto agli sportelli ed è riuscito a farsi consegnare circa 1.500 euro in contanti. Fortunatamente, nonostante la concitazione e il fatto che l’uomo brandisse un coltello, nessun si è fatto male. Secondo i testimoni il rapinatore dovrebbe essere italiano. Altro caso invece quello denunciato lunedì sera: verso le 23,30 in via Saffi, due donne italiane, tra i 30 e i 40 anni sono state aggredite da uomo che aveva calata sul volto una maschera di Spiderman, affiancato da un complice che indossava un passamontagna. Entrambe sono state rapinate della borsetta. Una delle due – ha spiegato alla Polizia del Commissariato Carmine- di aver visto come uno dei due aggressori impugnasse un pistola. Nella colluttazione conseguente alla rapina, una delle due signore è stata scaraventata a terra senza tuttavia ferirsi. I due rapinatori sarebbero italiani.

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Brescia Oggi - mercoledì 29 aprile 2015 CRONACA, pagina 16

Collebeato - Rapinatore in Posta entra e... ci ripensa

Ci ha provato. Senza troppa convinzione. Ha desistito al rifiuto del direttore il bandito solitario che attorno alle 9 di ieri mattina ha fatto irruzione, armato di pistola, nell’ufficio postale del paese. Il malvivente avrebbe minacciato il direttore con una pistola. Questi però gli avrebbe spiegato che la cassaforte temporizzata era chiusa e che non poteva aprirla. Scoraggiato, il bandito non è andato oltre ed è fuggito via. Lo cercano i carabinieri.

Due rapine in via Santa Caterina e Don Vender

Brescia Oggi - mercoledì 29 aprile 2015 CRONACA, pagina 16

«Chiuso per rapina». Il cartello incollato alla porta degli uffici postali di via Santa Caterina e in via Don Vender è eloquente.
Sono due i colpi messi a segno negli ultimi giorni in città che hanno preso di mira gli uffici postali. Sono in corso accertamenti per verificare se i banditi hanno lasciato tracce e se sono stati ripresi dalle telecamere. Quel che è certo è che in entrambi i casi il rapinatore ha agito da solo. Nel primo caso il bandito ha colpito lunedì alle 11 in via Santa Caterina, in pieno centro città. Armato di una pistola, forse giocattolo, si è fatto consegnare circa 200 euro.
E´ ANDATA meglio al «collega» che ha rapinato ieri alle 12,15 le poste di via Don Vender presentandosi allo sportello armato di un coltello. Il bottino si aggira attorno ai 1500 euro. Mentre sulla prima rapina indagano i carabinieri di Brescia, la questura con squadra Volante e squadra Mobile sta cercando di dare un volto al bandito solitario. Dagli elementi in mano agli investigatori si escluderebbe che si tratti della stessa persona.
E sempre ieri, ma alle 9 del mattino - articolo nelle pagine della provincia - rapina fallita alle poste di Collebeato. Il cristallo blindato ha costretto alla resa il bandito, anche in questo caso solitario.
Quest´anno finora rapine in posta sono state messe a segno il 12 gennaio a Maderno, il 30 gennaio a Gardone Valtrompia con un postino ferito, il 12 marzo a Fiesse, il 27 marzo a Pisogne, il 30 marzo in città, in via Moretto. In questo caso il bottino è stato di 40 euro con il rapinatore in fuga catturato poi dalla polizia in metropolitana. Infine il 22 aprile è stata rapinata la posta della Badia. F.MO.

Brescia Oggi - mercoledì 29 aprile 2015 PROVINCIA, pagina 23

COLLEBEATO. Tragicomico «blitz» allo sportello
La Posta è blindata Fallisce l´assaltodel bandito solitario
Franco Mondini
Inutili le minacce con una pistola grazie ai nuovi vetri antiproiettile

Il nuovo contro il vecchio. La tecnologia che sovrasta i vecchi metodi. È accaduto ieri mattina alle 10, all´ufficio postale di Collebeato, preso di mira da un bandito solitario.
Il malvivente ha atteso che i clienti uscissero e che la Posta fosse vuota prima di fare irruzione a mano armata. Evidentemente non aveva effettuato ricognizioni nei giorni precedenti e non sapeva della presenza del sistema di protezione, con tanto di vetro antiproietile e antisfondamento. Forse il rapinatore, un giovane italiano, credeva di trovarsi un vecchio ufficio postale, di quelli col bancone libero, facile da scavalcare in un balzo.
Invece, quando si è trovato di fronte al direttore delle Poste, si è travato di fronte un «muro» insuperabile di cristalli blindati. Inutilmente ha mostrato la pistola e ha minacciato puntando l´arma, intimando di dargli i soldi in cassa. Ma gli è andata male.
IL DIRETTORE infatti non si è minimamente spaventato, sapendo di essere in una «botte di ferro», anzi di cristallo. Ha risposto che il vetro è antiproiettile, che era inutile puntare la pistola e che di soldi non ne avrebbe tirati fuori. Quando poi il dirigente dell´ufficio si è avvicinato al telefono, il bandito ha deciso di desistere e ha velocemente abbandonato il campo, dileguandosi a piedi. Non si esclude che nelle vicinanze avesse lasciato l´auto poi usata per la fuga, o che lo attendesse un complice.

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Giornale di Brescia, 23 aprile 2015
Chiusura Poste: forse si salveranno gli uffici di Magno, Provezze e Cogno

Almeno tre degli otto uffici che Poste Italiane aveva inserito tra quelli da chiudere questa primavera potrebbero invece continuare a lavorare. È questa la novità uscita dal lavoro delle commissioni regionali Prima e Quarta, che ieri a Milano si sono confrontate con i dirigenti della spa pubblica. Secondo quanto riferito dai consiglieri bresciani Fabio Rolfi (Lega Nord) e GianAntonio Girelli (Pd), infatti, nella discussione tra politici e manager è emerso che «i presidi di Magno, Provezze e Cogno potrebbero godere di un salvacondotto, perché considerati svantaggiati dal punto di vista dei servizi, perché considerati carenti dal punto di vista dei collegamenti pubblici con il capoluogo del Comune di appartenenza e della presenza di uno sportello bancario». Meno rosea sembrerebbe invece la situazione degli altri cinque uffici a rischio, vale a dire Castelletto di Leno,Botticino Mattina, Mazzano, Brozzo e Cogozzo, anche se una parola definitiva non c’è ancora, e nulla è al momento è stato ufficializzato. Qualche buona nuova potrebbe esserci poi anche sul fronte delle poste destinate a una riduzione dei giorni d’apertura, con Valvestino e Ponte Caffaro tra gli indiziati (ma anche in questo caso non è ufficiale) a non subire tagli. I sindacati, non ammessi alla discussione, continuano comunque a storcere il naso. «Le banche non fanno recapito, non accettano raccomandate e non spediscono pacchi - commenta Giovanni Punzi, il segretario di Slp Cisl Brescia -. Vogliamo un servizio che nel Bresciano si preoccupi di sostenere le attività delle imprese e servire i cittadini. Scusate, ma se chiudiamo dove c’è uno sportello bancario, facciamo che dove manca riapriamo gli uffici postali?».
f.a.

Rapina le poste della Badia a volto scoperto poi fugge a piedi

Rapina alle poste della Badia ieri attorno alle 13. Ad agire a volto scoperto, incurante della presenza delle telecamere, un bandito attorno ai trent’anni che ha minacciato una cliente e ha costretto un’impiegata a consegnargli i soldi in cassa, una somma superiore ai mille euro prima di allontanarsi poi a piedi. Molta la paura, ma nessuna conseguenza fisica per i clienti. Sul posto indagano i Carabinieri della Compagnia di Brescia. Gli investigatori dispongono ora delle immagini per poterlo identificare.

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Giornale di Brescia, 22 aprile 2015
Postini sui pedali al tempo del Free Duck
La mobilità sostenibile si muove con i portalettere del centro storico: in due consegnano buste e plichi ancora in bicicletta, dieci coi quadricicli elettrici

Su due o quattro ruote,ma sempre «eco» e «green». Così dodici portalettere di Poste Italiane che lavorano nel centro storico della città consegnano la corrispondenza a emissioni zero. Vecchio e nuovo a confronto. La bicicletta e gli elettrici Free Duck si incontrano sul terreno della sostenibilità ambientale e delle Ztl. Chi utilizza l’auto infatti sa quanto sia difficile muoversi in centri storici pensati per cavalli e carrozze, trovare un parcheggio nelle viuzze medioevali o districarsi tra i sensi unici: ecco che Poste Italiane, se da un lato punta, laddove è possibile, a sostituire i motorini con i quadri cicli elettrici,mantiene la tradizione del postino su due ruote. «Le sperimentazione dei veicoli elettrici –spiega Piero Salvini responsabile regionale per i Trasporti - sono iniziate negli anni Ottanta. Ogni giorno, nel nostro Paese, viaggiano mille Free Duck, 130 nella sola Lombardia, e1.700 ibridi a metano». Tra i 654 portalettere della provincia, la maggior parte dei quali utilizza auto e motorini, ne sono rimasti due che consegnano in bicicletta. Entrambi in centro storico. Non hanno più la borsa di cuoio, la giacca scura, il cappello e la bici portata da casa. Oggi il portalettere veste tecnico: giubbino catarifrangente giallo e blu, colori di Poste Italiane, caschetto con gli stessi colori e due ruote aziendale gialla. Le borse? Tessuti moderni antipioggia. «Ho iniziato con lo scooter - racconta Pietro Fortunato, classe1983, dal 2007 portalettere - poi ho provato con bici, mezzo che utilizzo anche negli spostamenti quotidiani». E per consegnare la corrispondenza in più di 700 cassette postali al Carmine la due ruote è il mezzo ideale: «Piace ai bresciani, - aggiunge- si risulta più simpatici e il fisico sta meglio, si mantiene allenato». Ma c’è anche chi è passato dallo scooter al Free Duck, consoddisfazione: è il caso di Anna De Simone, postina dal 1988,che oggi lavora tra piazza Paolo VI e via IV Novembre. «Dal motorino privato sono passata a quello aziendale e poi al quadriciclo. Una bella invenzione: è più capiente, non si prende freddo, si è protetti dalla pioggia e dopo 25 anni di casco posso farmi la piega» aggiunge con ironia. «Nell’ambito di un progetto di eco sostenibilità – spiega Guido Tononi responsabile per il Bresciano del recapito – abbiamo scelto di mantenere un servizio simbolo, quello in bicicletta, ma di pensare al futuro con questi quadri cicli elettrici che hanno un’autonomia di sei ore. A fine servizio poi si rimettono in carica». E i bresciani sembrano attirati da questi nuovi mezzi tanto che qualcuno, durante le nostre interviste, ha chiesto ai portalettere se era possibile provarli, qualcun altro acquistarli. «Sono incuriositi – conferma la portalettere Lidia Saccaro - soprattutto i bambini che ci vedono l’auto di Topolino».
Elisa Rossi

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Corriere della Sera, 20 aprile 2015
Le quattro mosse della Regione per salvare gli uffici postali
Il piano sarà presentato domani. Ma il sindacato: mancano mezzi e personale
MILANO Nessuna banca nelle vicinanze, trasporto pubblico insufficiente, eccessiva distanza rispetto ad altri uffici postali e niente soppressioni nei Comuni che vogliono fondersi tra loro. Ecco i quattro pilastri su cui si poggia il piano salva sportelli messo a punto dalla Regione e che sarà illustrato domani in un incontro con i vertici delle Poste, le Province e l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani).
È questa la contromossa del Pirellone per scongiurare la decisione dell’azienda di chiudere 61 uffici postali su 1.957 in Lombardia e l’apertura a singhiozzo di altri 121 per risparmiare sui costi. L’addio agli sportelli classificati dalle Poste come «non produttivi» (quelli che, in un mese, smistano soltanto il pagamento di un paio di pensioni, tre-quattro raccomandate e una decina di bollettini) e che non servono più di 800 abitanti doveva scattare lunedì scorso. Ma dopo le proteste dei cittadini e dei sindaci, le raccolte di firme, la mobilitazione delle province e dei parlamentari locali, il consiglio regionale ha approvato (lo scorso 3 marzo) una risoluzione che bocciava questo piano di razionalizzazione ed è andato in pressing sulle Poste affinché rinviassero di quattro-sei settimane le chiusure. E così è stato.
Adesso la Regione è passata al contrattacco, mettendo nero su bianco una proposta per arginare il maggior numero possibile di cessazioni. Il sottosegretario Daniele Nava spiega che «per evitare le soppressioni, con gravi disagi soprattutto per gli anziani, abbiamo individuato alcuni criteri per arrivare a una soluzione condivisa con le Poste».
«Se nella zona c’è un’assenza di sportelli bancari, se c’è una criticità nel servizio di trasporto pubblico, se i Comuni sono soggetti a fusione e se c’è troppa distanza tra gli uffici postali, gli sportelli non dovrebbero essere chiusi — osserva Nava —. Così come chiediamo che sulle aperture di due-tre-quattro giorni alla settimana, si tenga conto degli aspetti di vita sociale dei Comuni e quindi che non si preveda la chiusura dello sportello proprio nel giorno del mercato rionale».
Oltre a dichiararsi pronte al dialogo, le Poste hanno confermato che i comuni rurali e di montagna sono esclusi dal piano di riorganizzazione. Hanno aggiunto che i disagi per gli anziani saranno minimi («Il 94 per cento delle pensioni sono accreditate sul conto corrente»), che va diffondendosi sempre più il postino telematico, con il 90 per cento dei portalettere già dotati di un apparecchio Pos, palmare e stampante portatile. E infine che non ci saranno esuberi fra i lavoratori.
Ma queste rassicurazioni non placano la levata di scudi dei sindacati, che sostengono che il recapito della corrispondenza è al collasso in Lombardia. Spiega Giuseppe Marinaccio, della Cisl: «Mancano il personale e i mezzi. E i postini telematici hanno palmari che si bloccano spesso e sono obsoleti rispetto alle nuove tecnologie». I sindacati, dunque, sono sul piede di guerra anche perché non sono stati invitati al tavolo di domani e minacciano uno sciopero.
Paolo Marelli

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Giornale di Brescia, 12 aprile 2015
Dello Poste, trasloco con polemica
Da domani a mercoledì chiuso l’ufficio di via Roma 108
DELLO Da domani a mercoledì l’ufficio postale di Dello sarà chiuso. Infatti questi tre giorni serviranno per consentire il trasloco del servizio. Da giovedì, dunque, i cittadini di Dello, che da oltre 30 anni hanno fatto riferimento alla sede storica di via Roma al civico 108, avranno un nuovo ufficio postale: sempre in via Roma,ma al civico 21. La decisione di trasferire la Posta è cosa nota: fu la stessa azienda Poste Italiane, circa un anno fa, ad annunciare l’intenzione di trasferire gli uffici. Ma fin da subito la notizia creò qualche malumore fra la gente del paese, non tanto per il trasferimento in sé (il nuovo ufficio sarà più grande e più accogliente) ma per la scelta della nuova ubicazione. Sulla questione della nuova sede era scesa in campo anche l’Amministrazione comunale che aveva manifestato molte perplessità, tanto che il sindaco Ettore Monaco aveva preso carta e penna e aveva scritto al direttore di Poste Italiane per chiedere notizie e per segnalare «la necessità che la nuova collocazione dell’ufficio tenga conto della valenza pubblica del servizio svolto in favore della collettività». La risposta di Poste Italiane si fece attendere qualche settimana, ma arrivò. «Ricordo che nella risposta – riferisce con un po’ di amarezza il sindaco- mi confermarono l’intenzione di trasferire l’ufficio postale in un locale, già adibito ad attività commerciale, in via Roma 21. Nulla di personale nei confronti del privato che ha affittato l’immobile, ma la scelta di Poste Italiane non mi pare tra le più oculate. Questo tratto di strada è a senso unico, molto trafficato perché ci sono diversi esercizi commerciali e i parcheggi sono pochi». Successivamente a quella comunicazione scritta il sindaco incontrò i responsabili di Poste Italiane. «Nell’incontro proposi sedi alternative, molto più interessanti e oggettivamente meno pericolose dal punto di vista viabilistico, ma non se ne fece nulla conclude Monaco -.Ritengo che la nuova sede dell’ufficio postale, dal punto di vista dell’ubicazione, sia peggio della precedente. A questo punto, visto lo stato delle cose, mi auguro solo che questa nuova soluzione non crei problemi di sicurezza agli utenti».
Maria Teresa Marchioni

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Giornale di Brescia, 10 aprile 2015
Monticelli Lettere «lente», il caso è chiuso

Dopo la sollecitazione del Comune, Poste Italiane assicura: «Emergenza risolta»

MONTICELLI Una lettera di Poste italiane che prende atto delle difficoltà nel servizio postale monticellese e rassicura circa la risoluzione di tutte le problematiche emerse. Sembra essere in fase di risoluzione infatti il «caso» che aveva visto Monticelli protagonista di diversi ritardi nella distribuzione della posta; problematiche emerse in più occasioni durante gli scorsi mesi e che avevano portato a molte lamentele dei cittadini, infastiditi dai continui ritardi nella consegna della corrispondenza. Il tutto era poi giunto all’orecchio dell’Amministrazione, con il sindaco Paolo Musatti deciso a muoversi in prima persona contattando il direttore generale delle Poste. «In seguito alle molte segnalazioni - spiega Musatti - ho voluto contattare Poste italiane per capire quali fossero i problemi che hanno portato ai disservizi e se ci fossero già dei provvedimenti in atto per risolvere la cosa». Alla lettera inviata dal sindaco è giunta la risposta da parte del responsabile provinciale del servizio recapito di Poste Italiane: «Effettivamente durante gli scorsi mesi si sono verificati alcuni rallentamenti a causa di difficoltà operative avvenute in concomitanza con picchi di traffico superiori alla norma - sottolinea Guido Tononi di Poste italiane  , ma desidero rassicurare tutti circa il superamento delle difficoltà evidenziate visto che ora non ci sono giacenze e il servizio si sta svolgendo con regolarità. Anticipo – prosegue Tononi - che è in corso un’attenta verifica del perimetro delle zone di recapito, al fine di valutare l’opportunità di eventuali modifiche che potrebbero migliorare ulteriormente il livello del servizio ed è stato attivato un costante monitoraggio della situazione, in modo da poter intervenire con azioni di supporto tempestive, qualora se ne riscontrasse la necessità». Sembrerebbe tutto in fase di risoluzione quindi secondo Poste italiane. I monticellesi ci sperano,a partire dal vicesindaco Ugo Buffoli: «Prendiamo atto della risposta e ci auguriamo che le cose stiano così e che non ci si debba imbattere in nuovi disservizi».
Gabriele Minelli

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Giornale di Brescia, 09 aprile 2015
Poste di Cogozzo «salve» fino all’estate
Villa Carcina: l’ufficio per ora rimane aperto, mentre si tratta per mantenerlo

VILLACARCINA - Un piccolo sospiro di sollievo per l’ufficio postale di Cogozzo. Dopo le animate proteste dei mesi scorsi, infatti, è il sindaco Gianmaria Giraudini a diffondere la notizia del rinvio della chiusura di una delle tre poste. Non si tratta di una vittoria completa, ma probabilmente solo di una tregua. «Ci siamo mossi in ogni modo, insieme anche agli altri Comuni che si trovano nella medesima situazione – spiega Giraudini -, e grazie alla pressione sia dell’opinione pubblica che di alcuni politici regionali abbiamo finalmente convinto Poste Italiane a riaprire un tavolo delle trattative».Era l’inizio dell’anno quando l’azienda pubblica aveva varato un piano di riorganizzazione, che prevedeva la chiusura di alcuni tra gli uffici postali più piccoli, tra cui anche quello di Cogozzo. Una notizia accolta con stupore da cittadini e Amministrazione, che lamentavano come in tal modo questa frazione, che conta circa 3000 abitanti, sarebbe restata isolata, dal momento che gli altri due uffici del Comune, situati a Villa e Carcina, sono di molto distanti. «Il prossimo incontro – continua Giraudini - dovrebbe essere a maggio. Nel frattempo abbiamo ottenuto il mantenimento della posta di Cogozzo, almeno fino a questa estate. Speriamo che la notizia porti una maggiore fiducia, anche agli stessi dipendenti dell’ufficio, in modo che possano garantire il servizio al meglio almeno per questi mesi». Scongiurate dunque manifestazioni davanti alla sede di via Repubblica. E, per il momento, anche la promessa del capogruppo della maggioranza Stefano Colosio che si era detto pronto a incatenarsi alla porta. Pericolo scampato,almeno fino all’estate.
Marco Guerini

Provezze, addio all’Ufficio postale
PROVAGLIO - Chiusura confermata per l’ufficio postale di Provezze. È quanto emerge dalla risposta del ministero dello Sviluppo economico inoltrata al sindaco di Provaglio d’Iseo in seguito alla mozione presentata lo scorso mese di febbraio dal Consiglio comunale provagliese. Per l’ufficio di Provezze, infatti, non è prevista la rimodulazione degli orarii, in quanto non rientrante nella categoria dei Comuni qualificati come rurali o montani. Inoltre, nei Comuni limitrofi si trovano l’ufficio postale di Camignone e quello di Monticelli Brusati.

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Brescia oggi - domenica 05 aprile 2015 PROVINCIA, pagina 24
VILLA CARCINA. La chiusura è stata rinviata
Un sospiro di sollievo per la posta di Cogozzo
Dopo l´allarme generalizzato creato dall´annuncio del piano di razionalizzazione, Poste italiane ha congelato alcune pratiche, e anche a Villa Carcina l´allarme sembra rientrato: per ora, in sintesi, la posta di Cogozzo non chiude.
La notizia è stata diffusa dal sindaco, che prevedibilmente si dice soddisfatto per la battaglia vinta; anche se probabilmente si tratta solo di una «tregua». «Per ora ci rincuora sapere che la chiusura fissata per metà aprile è stata bloccata - commenta Gianmaria Giraudini -. Non è ancora chiaro cosa succederà nei prossimi mesi, ma per ora lo stop è slittato». Insomma, pare che, come accaduto in altri comuni, il malcontento generale abbia portato qualche risultato.
Nello specifico, la questione a Villa Carcina è stata affrontata con una delibera di giunta, ma anche con lettere inviate direttamente alla sede centrale di Poste spa. Nessuna manifestazione è stata imbastita davanti al piccolo ufficio di Cogozzo, ma il capogruppo di maggioranza Stefano Colosio si era detto pronto a incatenarsi per protesta. Decisione poi fatta rientrare dalla squadra di Giraudini, ma l´esuberanza di Colosio, non è un segreto, è sempre a disposizione del piccolo municipio della Valtrompia.
Nuove notizie, non si ancora se belle o brutte, potrebbero arrivare nel mezzo dell´estate, ma nel frattempo la voce dei cittadini non cambia. «Questo ufficio, a differenza di altri che potrebbero chiudere, è molto utilizzato da tutti i residenti della parte Nord del paese - ricordano alcuni clienti -. Se fosse chiuso bisognerebbe spostarsi nell´ufficio di Villa e i disagi non mancherebbero. Non è infatti chiaro se la chiusura dell´ufficio di Cogozzo preveda l´ampliamento automatico di servizi e sportelli nell´altra sede». M.BEN.

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Giornale di Brescia, 02 aprile 2015
Il battaglione dei «postini telematici»
BRESCIA Le Poste cambiano: più tecnologia per i portalettere. Palmare, pos e stampante per portare il servizio sulla porta di casa. 654 i postini nel Bresciano, l'85%, 554 in tutto, è già dotato di queste nuove tecnologie grazie alle quali dalla propria abitazione si possono pagare bollettini o inviare raccomandate. Nel 2016

Il postino «clicca» sempre due volte
Mentre la riorganizzazione degli sportelli è ferma, Poste Italiane punta sull’innovazione del recapito. L’85% dei portalettere bresciani ha un palmare per portare i servizi a casa
Le nuove tecnologie entrano in Posta. Pardon: escono con il portalettere per arrivare sulla porta di casa. Il recapito tra Brescia e provincia sta subendo una radicale trasformazione perché dai sacchi di juta si è passati a palmari wireless. E la rivoluzione si muove con il postino telematico. «In Lombardia il 90%dei portalettere è dotato di un computer di dimensioni ridotte, di una stampante e di un pos per le transazioni con carta bancomat - spiega Marco Siri, responsabile regionale del recapito- così molte operazioni si possono fare direttamente da casa. Anche prendendo appuntamento con il postino, con una semplice chiamata al numero verde oppure cliccando sul sito di Poste Italiane». Tra Brescia e provincia sono 654 i portalettere dei quali 554 «telematici». Un battaglione che in soli tre mesi ha portato a destinazione più di un milione e 200mila chili di posta prioritaria e 1.118.264 pezzi di posta registrata (pacchi, assicurate o raccomandate). Ma come si muovono? La maggior parte (511) usa il tradizionale motorino, 132 guidano un’automobile. Ma ci sono situazioni particolari in cui servono mezzi piccoli, agevoli e che non disturbino: ecco che recentemente sono entrati in servizio anche i Free duck, quadricicli elettrici che si muovono bene in centri storici o in zone a traffico limitato. Per ora sono 9. E, come tradizione vuole, ci sono ancora due postini in provincia che utilizzano la biciletta per consegnare la posta di casa in casa. L’85% dei portalettere del Bresciano (il 100% in città) ha la nuova dotazione tecnologica che si conta verrà data a tutti entro i primi mesi del 2016. «Un investimento strategico – sottolinea Marco Siri – contenuto nel nuovo piano industriale: Poste sceglie dunque di puntare su un servizio che da sempre la contraddistingue. L’obiettivo è andare incontro alle nuove esigenze dei clienti, sempre più impegnati ». Intercettando il postino sull’uscio di casa, o prendendo appuntamento, si può quindi pagare un bollettino premarcato o compilato a mano con carta Postamat o dei principali circuiti internazionali, ricaricare la Poste pay, il telefono oppure spedire raccomandate. Servizi che non piacciono ai bresciani in ugual misura: «In città va molto bene la raccomandata - spiega Guido Tononi, responsabile del recapito per il Bresciano – mentre in provincia piace più la possibilità di pagare i bollettini da casa». Proprio grazie al palmare in dotazione il postino registra immediatamente il recapito di un pacco o una raccomandata: il mittente quindi sa, in tempo quasi reale, collegandosi al sito di Poste e inserendo il codice scritto sulla sua ricevuta, che ciò che ha spedito è arrivato a destinazione. Ma le novità non si fermano qui: «Il settore tecnologico è in forte espansione - continua Tononi - e in altre città italiane si stanno sperimentando nuove possibilità come per esempio il pagamento dei ticket sanitari, di pratiche amministrative, la consegna di referti medici o di farmaci». Intanto i postini telematici bresciani, nei primi tre mesi del 2015, hanno in cassato 1365 bollettini postali,hanno ricaricato 2751 volte telefoni e 1023 carte Poste pay. E le «Raccomandate da te» registrate ed inviate attraverso questa nuova procedura sono state 2482. Ancora qualche numero: il traffico gestito dai palmari, nello stesso periodo, è stato di 1.118.258 pezzi per quanto riguarda la posta registrata e 6 milioni e mezzo per quella ordinaria.
Elisa Rossi

I sindacati: bene, ora servono investimenti
L’appello di Slp-Cisl a «pensare anche ad un servizio consegne al pomeriggio»
«La figura del portalettere telematico è una parte importante del futuro di Poste Italiane: siamo soddisfatti che l’azienda persegua questa strada ma chiediamo che ai buoni propositi seguano gli investimenti». A chiedere più risorse per la modernizzazione del servizio di recapito è ancora una volta il sindacato postale Slp Cisl, che attraverso il suo segretario Giovanni Punzi avanza una serie di osservazioni costruttive per il rilancio dei compiti del postino. «I palmari di cui sono dotati i nostri ragazzi non sono sempre all’altezza della situazione - spiega Punzi -, qualche volta funzionano, altre volte non trovano la linea per la connessione e mandano in bianco il cliente. Se puntiamo davvero sulla tecnologicizzazione dei nostri operatori serve un piano d’azione che li doti di strumenti avanzati,capaci di competere con quelli della concorrenza, per dare
la possibilità di eseguire ricariche con Poste pay, pagare bollettini,e garantire la tracciabilità di ogni pezzo lavorato e consegnato». Insomma, se gli strumenti funzionano a Brescia, devono garantire le operazioni anche a Bagolino o Paisco Loveno. Serve poi riorganizzare anche gli orari delle consegne – conclude il segretatio Cisl - perché è ormai ineludibile un servizio anche al pomeriggio, che segua le esigenze del cliente e affronti la concorrenza».
Flavio Archetti