LA STAMPA DI FEBBRAIO 2011

Brescia Oggi - Domenica 27 Febbraio 2011

Posta e postini a San Polo

Gentile direttore, scrivo al suo giornale perchè non ne posso più delle poste Italiane, o meglio... dei postini.
Da circa un anno vivo nella zona di S.Polo e da sempre devo costantemente litigare con i postini affinchè svolgano il loro lavoro! Il problema non riguarda solo me, ma anche i miei vicini di casa. Nello specifico le lettere vengono rispedite al mittente con indirizzo sconosciuto oppure dobbiamo improvvisarci postini smistando posta di altra gente che abita nella zona.
La beffa sta inoltre nel fatto che mio marito lavora nel centro di meccanizzazione postale, anche se fa parte di una ditta esterna, regolarmente; quando va a riferire il problema a chi di dovere, oltre a sentirsi dire "mi dispiace", "lo sappiamo", "per noi è un problema", si sente anche rimproverare che la cassetta non è a norma perchè non è situata su di una strada visibile, cosa peraltro falsa in quanto la norma prevede che la cassetta postale sia situata in una via pubblica e non privata: che ci posso fare se abito in una via interna? Cambiare casa? Oltrettutto i postini, dopo la ramanzina, la casa la trovano senza problemi. Tutto questo ovviamente con grande stress e nervosismo da parte nostra (è anche capitato che si smarrissero lettere assicurate!) e senza una risoluzione reale.
Sperando che questa lettera pubblica possa dare un'ulteriore smossa ai postini...
Chiara G.

Mf di mercoledì 23 febbraio 2011, pagina 6

Poste Italiane non suona solo due volte

L'AD DELLE POSTE CONFERMA I RECAPITI DEL SERVIZIO UNI VERSALE PER 5 GIORNI LA SETTIMANA

Sarmi, il postino non suona solo 2 volte
Il gruppo pubblico ci rimette 300 milioni l'anno, ma non diminuirà le consegne
Il contratto di programma nasce vecchio

di Bassi Andrea
Altro che due volte. Il postino continuerà a suonare, cinque, sei e anche sette giorni la settimana. E pure a tutte le ore del giorno se necessario. Massimo Sarmi, numero uno di Poste Italiane, non ci sta a passare per quello che vuole ridurre le consegne al lumicino, a soli due giorni la settimana, anche se solo in quei piccoli Comuni che hanno meno di 200 abitanti per chilometro quadrato. Un'ipotesi, quest'ultima, inserita nel contratto di programma appena firmato dalle Poste con il ministero delle Attività Produttive. "Quella contenuta nel contratto di programma", spiega Sarmi a MF-Milano Finanza, "è solo una possibilità che, per inciso, non è nei piani dell'azienda". Non solo. "Stiamo parlando", aggiunge il numero uno di Poste, "di un contratto di programma che per ragioni storiche viene approvato con notevole ritardo rispetto alla sua vigenza. Quello attuale", spiega Sarmi, "scadrà alla fine del 2011 e ancora deve passare il vaglio della Ue. Insomma", continua, "se va bene rimarrà in vigore solo per una frazione di aminno".
Ma allora perché inserire quella disposizione? "È nata", dice Sarmi, "solo come uno stimolo all'interazione con le amministrazioni locali". Il servizio universale, quello che garantisce la consegna della posta a tutti i cittadini anche laddove farlo non è remunerativo, dunque, non è un problema per Poste? "Tutt'altro", spiega l'ad di Poste. "Ci rimettiamo 300 milioni l'anno per garantirlo, perché non ci sono abbastanza fondi pubblici per sostenerlo e solo questo dato dovrebbe far capire la marginalità delle polemiche che si sono accese sul decreto di liberalizzazione". Sarmi si riferisce al fatto che il provvedimento assegni per 15 anni (attraverso rinnovi quinquennali) il servizio universale al gruppo pubblico. "Poste", è la tesi del manager, "ha fatto investimenti e continuerà a farli per garantire il servizio. E una concessione di cinque anni rinnovabile, se confrontata con le altre concessioni pubbliche, non può essere considerata un privilegio. Anzi". Anche perché, aggiunge ancora, "in altri Paesi le aziende postali, nonostante tutte le direttive comunitarie, ottengono aiuti, come per esempio in Francia dove- sono stati dati 130 milioni per non chiudere i piccoli uffici". Dunaue. in Italia niente chiusure e niente "esuberi" che, spiega Sarmi, è una parola che non fa parte del nostro vocabolario.
Neanche Mario Petitto, segretario generale della Slp-Cisl, il sindacato più rappresentato in Poste, sembra avere grandi preoccupazioni sul contratto di programma. "Abbiamo firmato un accordo a luglio dello scorso anno che prevede un modello organizzativo basato su recapiti per cinque giorni", spiega il rappresentante dei lavoratori della Cisl. "Le voci che circolano", aggiunge, "mi sembrano solo terrorismo contro l'azienda, perché per fare una nuova modifica al modello concordato serve un nuovo accordo con i sindacati". Una linea condivisa anche da Ciro Amicone, segretario generale di Uil-Poste. "La forza di Poste", è il pensiero di Amicone, "è nella rete, che è fatta non solo di sportelli e di strumenti, ma anche e soprattutto di uomini. Se si taglia la rete", dice il rappresentante della Uil, "si fa un doppio errore: si taglia fuori dai servizi una fetta di popolazione e si mette a rischio la coesione del Paese. Non credo", aggiunge, "che un'azienda come Poste che fa della capillarità della rete la sua strategia possa mettere proprio questo in discussione". Insomma, dice ancora Amicone, "fino a 12 anni fa Poste era un carrozzone, dopo nove anni di utili c'è un risveglio di interesse nel Paese nei confronti dell'azienda. Perché allora si mettono in giro certe voci, e proprio alla vigilia di importanti appuntamenti come la Banca del Sud o il rinnovo dei vertici? È chiaro che si tratta di strumentalizzazioni". (riproduzione riservata) ***

Brescia Oggi - Mercoledì 16 Febbraio 2011

MARCHENO E LODRINO. Un concorso per i ragazzi delle scuole medie

L'educazione stradale raccontata dalle poste

Il progetto di educazione e sicurezza stradale che ha come centro Marcheno compie i primi 10 anni, e l'anniversario sarà reso speciale dall'affiancamento di questa campagna al concorso «Filatelia nelle scuole» proposto da poste italiane e ministero dell'Istruzione e dello Sviluppo economico. Una gara che vuole stimolare l'interesse delle nuove generazioni sul francobollo italiano non solo come oggetto da collezione ma anche come mezzo di diffusione della storia e della cultura del nostro Paese.
Il concorso avrà naturalmente come tema l'educazione stradale, e la notizia è stata data in uno degli appuntamenti previsti nell'ambito del progetto scolastico per i ragazzi delle terze medie di Marcheno e Lodrino con i medici del «118», i rappresentanti dell'Associazione vittime della strada, l'associazione Alcolisti anonimi e i testimonial sportivi del mondo delle auto e delle moto.
Dopo la presentazione dei pericoli derivanti dall'uso degli automezzi e dei ciclomotori, e la sottolineatura dell'obbligo di rispettare le regole e gli utenti della strada, è toccato appunto a un momento dedicato alla spiegazione del concorso, nato dalla collaborazione tra Comune e ufficio postale di Marcheno, polizia locale e Istituto comprensivo.
È stata la funzionaria postale Chiara Galante, responsabile in provincia dei concorsi filatelici, a spiegare ai ragazzi come ci si dovrà muovere. Agganciandosi al tema dell'educazione stradale, i ragazzi dovranno inventare bozzetti per un annullo postale che verrà utilizzato per un giorno dalle poste: la data coinciderà con la giornata dedicata a tutti i numeri di emergenza, che da anni conclude a maggio in modo spettacolare il progetto valtrumplino. Inoltre dovranno elaborare i disegni per la produzione di tre cartoline che saranno poi distribuite a livello nazionale ed europeo e dedicate ai collezionisti. Il tutto entro marzo. L'annullo, anche se usato per un solo giorno, sarà conservato nel Museo storico delle poste. B.BERT.

Brescia Oggi - Mercoledì 16 Febbraio 2011

IL DECRETO. Questa mattina il voto al Senato, poi passerà alla Camera

Milleproroghe, slitta la fiducia Novità sulle banche e su Parmalat

Ok allo stop alla «tagliola» per i precari e alla proroga per le quote latte. Salta il rialzo del tasso d'usura

ROMA. Nel Milleproroghe arrivano novità per le banche in vista di Basilea 3 e una norma ad hoc per Parmalat, vengono confermati lo stop alla tagliola sui precari e la proroga di sei mesi per le quote latte, ma con una riduzione delle risorse, salta la misura per innalzare la soglia dei tassi di usura.
Il provvedimento avrebbe dovuto incassare la fiducia in serata al Senato, ma per il protrarsi dell'analisi del testo in commissione, il voto è slittato a stamattina.
LE NOVITÀ. Le due maggiori novità del maxiemendamento, introdotte con misure aggiunte ex novo al testo uscito dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali, riguardano le banche (un aiuto in vista di Basilea 3, introducendo il soccorso del fisco) e Parmalat (vengono dichiarate inefficaci eventuali modifiche allo statuto). Un'altra novità è la modifica della disciplina fiscale dei fondi comuni di investimento. Poste potrà acquistare partecipazioni nelle banche ma «ai fini di attuazione della Banca del Sud». Confermato invece lo scorporo di Bancoposta.
QUOTE LATTE. Per le quote latte viene mantenuta la proroga di sei mesi, ma si riducono le risorse (da 30 a 5 milioni) e sparisce la copertura attraverso tagli lineari alla tabella C. Una proroga «utile» per il leghista Vallardi, «scandalosa» per D'Alema, con il Pd che chiede le dimissioni di Galan, mentre gli agricoltori minacciano la piazza.
Dura invece lo spazio di poche ore la misura per aumentare la soglia dei tassi d'usura, confermate infine molte misure già decise: dallo stop alla tagliola per i ricorsi dei precari, alle tasse sul cinema e sulle calamità, dal ritorno della social card al foglio rosa per motorini e mini car. E mentre la Cgil plaude alla norma sui precari ma aspetta per un giudizio definitivo, il Pd attacca sul congelamento «incostituzionale» delle graduatorie e sui tagli ai fondi per la sla: «Il governo sente che la fine è vicina», sintetizza Anna Finocchiaro.

Giornale di Brescia – 13 febbraio 2011

Banche, gli italiani non si fidano

Secondo un sondaggio Adusbef, solo il 14% si fida delle banche

ROMA La crisi finanziaria ha scavato un fossato tra gli italiani e il settore bancario e assicurativo, tanto che la fiducia nutrita dai consumatori nei confronti di istituti di credito e compagnie di assicurazione è ormai al lumicino. Secondo un sondaggio realizzato dall'Adusbef, solo il 14% si fida delle banche, mentre ben l'86% si fida «poco» o «per niente». Il rapporto cittadini-istituti è talmente logorato che nell'attuale situazione di crisi l'82% non affiderebbe a nessuno i propri risparmi, preferendo forse mettere i soldi sotto il materasso.
Le banche raccolgono una quota di sfiducia maggiore, anche se di poco, di quella che riguarda le assicurazioni che, stando al sondaggio, coinvolge l'82% della popolazione.
L'indagine è stata effettuata dall'Adusbef su 1.323 consumatori e pur «non avendo carattere di scientificità - sottolinea l'associazione guidata da Elio Lannutti - rappresenta un chiaro indicatore del sentimento nutrito verso le istituzioni finanziarie» e mostra come per gli italiani l'affidabilità e la credibilità delle banche siano «pari allo zero».
Quanta fiducia ha nelle banche? Recita la prima domanda sottoposta al campione: il 4% ha risposto «molta», il 10% «abbastanza», il 33% «poca» e il 53% «nessuna». La quota di coloro che dicono di fidarsi molto o abbastanza nelle assicurazioni sale al 18%, contro il 35% che ha «poca» fiducia e il 47% non ne ha «nessuna». La prova di questa mancanza di fiducia è la destinazione dei risparmi: il 70% preferirebbe affidarsi alla certezza dei titoli di Stato, il 10% ai buoni postali, il 5% ai certificati di depositi, l'1% ai fondi comuni.
Impietoso il giudizio sulla correttezza delle banche: «molto scorrette» per il 50%, «scorrette» per il 27%, «abbastanza scorrette» per il 12% degli intervistati, con l'8% convinto che «fanno solo i loro interessi».
Appena l'1% del campione risponde invece che sono «corrette» o «abbastanza corrette».
Del tutto conseguenti le risposte sul rapporto con la banca, che il 31% del campione definisce «cattivo» e il 51% «pessimo».
Anche in questo caso una percentuale minima dell'1% lo ritiene «eccellente», il 5% «buono» e il 9% «normale». Il malumore non è riferito soltanto all'istituzione, ma anche a chi vi lavora.
Infatti alla domanda su quali siano le figure professionali che godono di maggior fiducia tra quelle presenti in banche e assicurazioni, il 71% afferma «in nessuna delle indicate». Il personale più apprezzato (11%) è quello postale, anche se a guardare bene le risposte, il 71% degli intervistati non si fida neanche delle Poste.

Giornale di Brescia – 07 febbraio 2011

POSTE A Folzano cassetta vuota di sabato

Ho letto l'articolo del 30. 01.11, riguardante la prossima iniziativa delle Poste, di eliminare (all'inizio dell'estate) il servizio consegna posta del sabato, nei paesi della provincia, con meno di trentamila abitanti.
Folzano, è un rione alla periferia della città, come lo sono S. Eufemia, S. Polo, ecc. (pertanto è città), ma purtroppo devo appurare, che in questo rione, il servizio postale del sabato, è stato tolto da alcuni mesi, con gravi disguidi, anche per gli abbonamenti, ai quotidiani del sabato, che dopo parecchie lamentele e sollecitazioni da parte mia, è stato risolto (giornale del sabato).
Con questo, volevo solo puntualizzare che la posta al sabato non c'è.
Maria Teresa Magri - Folzano

 

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