LA STAMPA DI GIUGNO 2012

Brescia Oggi - sabato 30 giugno 2012 - PROVINCIA, pagina 19

BORNO. I ladri hanno forzato la porta del Municipio e hanno sfondato la parete confinante

Furto in piena notte alle poste passando dal muro del Comune
Franco Mondini

La "banda del buco" ha raggiunto la stanza della cassaforte ed è scappata con settemila euro L´allarme è scattato attorno alle 3

La "banda del buco" ha colpito nella notte tra giovedì e venerdì a Borno, mettendo a segno un furto da professionisti, evidenziando inventiva, capacità, sangue freddo e conoscenza dei luoghi.
I ladri hanno forzato la porta del municipio e, una volta all´interno, hanno raggiunto la stanza che confina con l´ufficio postale. Qui hanno praticato un foro nel muro, abbastanza grande per far passare anche l´attrezzatura, e hanno disinserito il sistema di allarme.
Poi, una volta raggiunta la stanza con la cassaforte, i ladri hanno messo in atto l´ultima fase del piano studiato nei minimi particolari. Con speciali attrezzature hanno tagliato la parete in acciaio e praticato un foro, proprio come si vede in tv in alcuni film in bianco e nero con Totò protagonista, asportando un piccolo "tesoro".
Dalle~poste~di Borno i ladri se ne sono andati indisturbati prima delle tre del mattino, con un bottino che i carabinieri quantificano in almeno settemila euro. Nessuno li avrebbe notati, nè quando si sono avvicinati al municipio, nè quando si sono allontanati. Ad agire sarebbero state almeno due persone, il che significa una "spartizione" di 3.500 euro a testa. Non male, per un "lavoretto" di circa un´ora.
L´allarme è scattato attorno alle tre, quando il furto è stato segnalato al "112" e i responsabili dell´ufficio postale sono stati svegliati dai carabinieri della Compagnia di Breno, che hanno effettuato i primi rilievi e cercato testimoni per poter indirizzare le ricerche in una determinata direzione.
Ieri mattina gli investigatori del Sis di Brescia (la Scientifica dei carabinieri) hanno effettuato un sopralluogo sia nel municipio sia nelle stanze dell´ufficio postale, alla ricerca di impronte e di dna.
Il materiale repertato è parecchio e verrà inviato ai laboratori del Ris di Parma. Ma, trattandosi di professionisti del crimine, non è da escludere che i ladri abbiano agito utilizzando guanti per non lasciare impronte. I carabinieri di Breno ieri mattina hanno visionato i filmati di alcune telecamere puntate sulle strade principali del paese, nella speranza che i malviventi possano essere stati ripresi prima del furto o durante la fuga.
Le indagini, secondo indiscrezioni, si concentrano sulla malavita locale. Si cerca anche il basista, che avrebbe fornito ai complici preziose indicazioni su come agire, oltre ad una dettagliata piantina di ufficio postale e municipio.

Brescia Oggi - martedì 26 giugno 2012~LETTERE, pagina 45

ALLE poste
La tariffa per il plico-libri

Gentile direttore, mi ritrovo spesso a spedire via posta dei libri, che inserisco in quelle buste marroni imbottite all´interno col cellophane a pallini. Più di una volta l´impiegato allo sportello mi ha chiesto cosa ci fosse dentro e io dicevo "un libro". Al che la busta veniva pesata sulla bilancina e mi veniva detto l´importo da pagare per il bollo. Solitamente intorno ai sei euro che io trovo una cifra esagerata per il peso della busta.
Ho sempre pagato senza obiettare. Non fosse che un giorno chattando in internet sull´argomento, una gentile ragazza online mi dice che per la spedizione dei libri esiste una tariffa chiamata "plico libri" che è una tariffa agevolata proprio per coloro che spediscono questo tipo di oggetto e che gli impiegati delle~poste~questo lo sanno e dovrebbero avvertirmi della cosa. Mi dice che non dovrei pagare oltre 1,80 euro per tale spedizione.
Rimango basita e mi chiedo perchè nessun impiegato mi abbia mai avvertito della cosa soprattutto perchè non è la prima volta che spedisco buste del genere: loro sanno quello che vi è dentro e alcuni di loro li conosco pure personalmente...
Indignata più che mai decido di testare la cosa la prossima volta che devo spedire una busta del genere. In questi giorni mi sono recata all´ufficio postale di un paese qui vicino e ho mostrato la busta dicendo che volevo la tariffa "plico libri". Il giovane impiegato mi guarda e mi chiede per ben due volte di ripetere cosa ho detto. Scandisco lentamente "Voglio spedire questa busta con la tariffa p -l-i-c-o l-i-b-r-i". Lui mi guarda, mi sorride, appoggia la busta sulla bilancia, la pesa e poi con un sorriso a 60 denti mi dice "Sono 1,20 euro!". 1,20!!!! Ancora meno di quello che mi disse la ragazza in internet! Pago la mia tariffa ed esco furibonda perchè penso a tutti i soldi che ho speso le altre volte e a cosa ci han guadagnato le~poste sulle mie spedizioni. Tra sei euro e 1,20 euro c´è una bella differenza, dico io!
Qualcuno mi può spiegare perchè nessun impiegato postale sapendo di tale tariffa e sapendo cosa spedivo non mi ha mai avvisato della cosa e mi ha fatto pagare una tariffa molto più cara di quella che dovevo invece pagare?
Maurizia Brunelli
MANERBIO

Brescia Oggi - domenica 24 giugno 2012 PROVINCIA, pagina 27

TIGNALE. Nota scritta del sindaco contro le chiusure senza preavviso

Poste a singhiozzo, scatta la protesta

Ormai le proteste per i disservizi alle~poste~sono all´ordine del giorno. La diversificazione dell´offerta, decine di servizi, dai depositi alla telefonia, troppo spesso finiscono col penalizzare i servizi primari: pagare una bolletta, spedire un pacco, ritirare la pensione o una raccomandata, A tutto ciò si aggiungono a volte i disguidi tecnici, gli "aggiornamenti dei sistemi" e mille ostacoli al normale servizio.
Una situazione insostenibile che a Tignale ha raggiunto livelli di guardia, secondo il sindaco Franco Negri, che ha inviato una nota di protesta alla direzione delle poste di Brescia e alla Comunità Montana.
Il reclamo giunge dopo una serie di episodi nei quali il Comune viene informato la mattina stessa, senza preavviso, della chiusura dell´ufficio.
"Disguidi tecnici sono possibili, ma per chiudere un fuccio si presume debbano essere disguidi importanti - premette il sindaco -. Ma credo che troppe volte si sia optato con troppa facilità per l´interruzione delle prestazioni".
Se le poste chiudono, per paesi come Tignale i disagi sono particolarmente pesanti: "Il nostro Comune - continua Negri - ha frazioni distanti anche 6 chilometri l´una dall´altra, e 15 chilometri dalle poste più vicine in altri Comuni".
E c´è un altro aspetto su cui il sindaco non transige: "Se ci sono problemi al mantenimento dell´ufficio postale a Tignale desideriamo essere informati della cosa. Non siamo cittadini di serie B. Il nostro è un Comune di 1.300 abitanti con una presenza turistica nel periodo estivo di 220mila presenze. Ritengo - termina il sindaco Negri - che chiunque opera col pubblico, anche poste Italiane debba ascoltare i bisogni della gente cercando di trovare soluzioni ai disagi". L.S.

Brescia Oggi . sabato 23 giugno 2012 PROVINCIA, pagina 25
CORTE FRANCA. Il complice è di Sulzano
Postino di giorno abile ladro di notte: rubava i navigatori
Trovati occhiali firmati, "tom tom" e un televisore per migliaia di euro
Il postino di Cortefranca arrotondava lo stipendio, con furti messi a segno sempre fuori dall´orario di lavoro: il 36enne è stato denunciato dai carabinieri di Tavernola Bergamasca assieme a un disoccupato di Sulzano, di due anni più giovane. I militari l´11 giugno scorso avevano raccolto a Predore la denuncia di un furto in macchina. Seguendo alcune indicazioni fornite dalle vittime, i carabinieri, in meno di due settimane, non solo hanno identificati i ladri ma hanno anche recuperato buona parte del bottino dei due bresciani.
I malviventi, pur con qualche puntata nelle abitazioni, agivano sopratutto nei parcheggi, quelli più frequentati del lago d´Iseo, sia sulla sponda bresciana che su quella bergamasca, nelle ore serali e notturne. Si impadronivano di quanto veniva lasciato a bordo delle vetture.
I carabinieri, dopo averli identificati, hanno fermato gli autori dei furti mentre si trovavano in auto. Hanno così scoprerto alcuni oggetti di dubbia provenienza che hanno fatto scattare la perquisizione delle abitazioni, dove è stato recuperato un bottino che vale alcune migliaia di euro. Si tratta di una decina di navigatori satellitari, occhiali da sole e da vista di alta gamma e un televisore portatile per auto.
Alcuni degli oggetti recuperati hanno permesso ai carabinieri di risalire ai legittimi proprietari, residenti a Gussago, Predore, Riva di Solto e in altri paesi della bergamasca. Sono stati proprio loro a consentire ai militari di tracciare una mappa dell´area saccheggiata dai due topi d´auto. In caserma a Tavernola sono rimasti numerosi navigatori satellitari (Becker, Medion, Navigon, Garmin, Navman, Tom Tom, Telesystem) e occhiali da sole e da vista (Chanel, Dior, Gucci, Rayban, Ralph Lauren, Maxmara, X Loop, Adidas, Exalt Cycle), oltre al televisore portatile da vettura (Majestic).
I militari invitano chi ha subito furti a mettersi in contatto con la caserma telefonando allo 035 931017, per poter verificare eventuali corrispondenze tra i propri beni rubati e quelli sequestrati. G .C. C.

GIORNALE DI BRESCIA - MERCOLEDÌ 20 GIUGNO 2012 - LA CITTÀ 15
"Le Poste di via Gambara e Cmp sono due fornaci. Chiudetele!"
L'invito arriva dai sindacati dei postelegrafonici di Cisl e Cgil a causa del malfunzionamento dell'impianto di climatizzazione
TAGLI IN VISTA Fronte rovente anche quello degli organici: a livello nazionale sono annunciati diecimila esuberi tra i portalettere? "Chiudere il centro direzionale e l'ufficio postale di via Gambara, trasformati in una fornace dal gran caldo di questi giorni e dal malfunzionamento dell'impianto di condizionamento e ricambio d'aria". È la richiesta dei sindacati postelegrafonici bresciani Slp Cisl e Slc Cgil, ancora una volta ai ferri corti con l'azienda Poste Italiane. Con l'arrivo della rovente ondata di calore che nelle ultime ore ha travolto la città, il guasto in via Gambara ha spinto i sindacati a intervenire per la seconda volta in pochi giorni per tutelare la salute del personale postale sul posto di lavoro: la scorsa settimana per chiedere l'accensione degli impianti del Centro provinciale di smistamento della corrispondenza (Cmp), e di seguito, su sollecitazione degli impiegati sfiniti da una calura resa insopportabile dall'impossibilità di aprire le finestre, per ripristinare la vivibilità nel palazzo postale di fianco alla stazione ferroviaria. "Lunedì, e soprattutto ieri, abbiamo ricevuto numerose chiamate da parte dei dipendenti -spiega il segretario Slp Cisl di Brescia Giovanni Punzi - messi in seria difficoltà in via Gambara da una condizione ambientale insopportabile, visto che a seguito del guasto all'impianto di raffrescamento l'edificio si è trasformato in una specie di sauna, dove è impossibile aprire le finestre ". "Con la città che ieri ha sfiorato i 40 gradi - continua Punzi alcuni impiegati hanno accusato addirittura malori. Per questo, se la climatizzazione non torna in funzione rapidamente, chiediamo che l'azienda si prenda le sue responsabilità e l'edificio venga chiuso in attesa del ripristino della normalità". Stesso tono dal segretario cittadino Slc Cgil Alberto Sinico. "La questione va avanti da quindici giorni per dire il vero, e adesso si è aggravata per l'arrivo di questo grande caldo. Sappiamo che i tecnici sono al lavoro da questa mattina e contiamo possano sistemare tutto entro poche ore. Se così non sarà però, da domani( oggi per chi legge) chiederemo l'intervento dell'Asl e il sanzionamento dell'azienda ". Intanto qualche preoccupazione arriva anche dal fronte dell'occupazione. "Il nuovo piano di riordino di Poste Italiane ha individuato 10.000 esuberi nel settore del recapito in tutta Italia - spiega ancora Punzi-. Significa che l'intenzione per il futuro è quella di ridurre ancora una volta il servizio di corrispondenza effettuato dai portalettere, che nei centri considerati meno importanti rischieranno di passare non più cinque giorni la settimana, ma due o al massimo tre volte. Come primo passo intanto nel Bresciano sono stati dichiarati tagliabili sei posti di lavoro: uno nel centro di distribuzione di Boario Terme egli altri a Salò, Chiari, Montichiari, Leno e Nave". L'estate si presenta quindi rovente non solo dal punto di vista climatico ma anche sotto l'aspetto occupazionale per le Poste, non solo a livello nazionale, ma pure locale.

Le Poste tagliano i portalettere

L'ultima novità di Poste Italiane? Consegnare la corrispondenza due volte la settimana.~"Il nuovo piano di riordino di Poste Italiane - spiega~~Giovanni Punzi , Segretario generale del sindacato dei lavoratori postali della Cisl - ha individuato 10.000 esuberi nel settore del recapito in tutta Italia. Significa che l'intenzione per il futuro è quella di ridurre ancora una volta il servizio di corrispondenza effettuato dai portalettere, che nei centri considerati meno importanti rischieranno di passare non più cinque giorni la settimana, ma due o al massimo tre volte".
E che non sia una eventualità remota lo dimostra il fatto che il piano degli esuberi è stato già dettagliato ufficio per ufficio. "Nel nostro territorio - aggiunge il sindacalista di Slp Cisl - come primo passo stati dichiarati tagliabili sei posti di lavoro: uno nel centro di distribuzione di Boario Terme, gli altri a Salò, Chiari, Montichiari, Leno e Nave".
Insomma, dopo le chiusure degli uffici postali nei piccoli paesi e il calvario quotidiano a cui Poste Italiane costringe migliaia di bresciani alle prese con sportelli che aprono a singhiozzo, sembra prepararsi una nuova fase verso la marginalizzazione della natura originaria del servizio postale.

Giornale di Brescia, 17 giugno 2012

Sindacati in piazza: serve una nuova agenda politica

ROMA Sindacati uniti in piazza per chiedere un'inversione di rotta, una "nuova agenda" politica ed economica su lavoro, crescita, welfare (esodati in testa) e fisco (a partire dalla riduzione delle tasse a dipendenti e pensionati). Rivendicazioni su più fronti per uscire davvero - dicono Cgil, Cisl e Uil - dalla crisi. Perché - sostengono - anche le riforme in campo non danno le risposte necessarie.~
I sindacati, però, si dicono convinti che l'uscita dalla crisi sia possibile attraverso un'unica via: basta annunci (e "bugie"), il governo deve agire. "Di annunci si può anche morire", avverte il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, parlando dal palco in piazza del Popolo a Roma, dopo il corteo che attraversa il centro della capitale. "Siamo 200 mila", dicono gli organizzatori. E, in coro, avvisano il governo: "Risposte" e "nuova agenda subito" o "torneremo presto in piazza". A scandire l'ultimatum sono tutti e tre i leader sindacali, Camusso, Bonanni e Angeletti. Le loro parole sono del tutto assonanti, perché - assicurano - "non ci rassegniamo".~
"La verità è che chi ci governa non sta facendo tutto quello che è necessario e utile per far sì che questo Paese esca dalla crisi", è l'affondo di Angeletti al "governo dei tecnici, dei professori" che, invece, "deve fare": "A forza di annunci sulla crescita, su piani faraonici, siamo precipitati nella recessione". Di annunci ne abbiamo "sentiti troppi in questi mesi", attacca Camusso: il punto è che "non servono cose roboanti, servono cose concrete". Bonanni accusa il governo anche di aver messo da parte la concertazione: "Senza confronto, senza concertazione le lobby fanno quello che vogliono e i poteri forti e le loro forme di giornali e tv fanno oscuramento delle emergenze sociali". Ma, assicura, "faremo resistenza a questo modo di procedere. Continueremo la nostra battaglia". Il leader della Cisl chiede, quindi, dialogo ed equità. E al termine parla di manifestazione "grandiosa", di fronte alla quale "il governo mediti e cambi spartito".
Manifesto della mobilitazione (che mercoledì 20 proseguirà con quella unitaria dei pensionati) è l'articolo uno della Costituzione: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro".~
Il problema, invece, è che oggi "si sta distruggendo il lavoro", dice Angeletti. Di qui la richiesta, unanime, di un "cambiamento dell'agenda politica: senza non ci sono prospettive per il Paese", avverte ancora Camusso. Bisogna ripartire sull'occupazione e sulla crescita. E il fisco "non è un modo di fare cassa". Mentre sugli esodati bisogna smetterla con le "bugie", le "chiacchiere", dicono ancora i tre leader, suggerendo al ministro Fornero, di approntare una norma che consenta a tutta la platea interessata di andare in pensione con le vecchie regole.
"Ci vuole subito, non fra qualche mese, un'altra politica economica", ora "iniqua" e con troppo "rigore", continua Camusso. Che si rivolge anche al ministro Passera, perché dia risposte alle crisi aziendali.

Giornale di Brescia, 17 giugno 2012

Bagnolo Il furto alle Poste va in fumo

BAGNOLO MELLA All'ufficio postale di Bagnolo Mella il furto va...in fumo. È accaduto la notte scorsa, nel paese bassaiolo. I ladri sono entrati in azione attorno alle 3.30, forse le 4, ma ad accorgersi che era successo qualcosa, sono stati le guardie giurate della vigilanza notturna, di servizio di controllo, attorno alle 5.20 del mattino, notando che del fumo usciva dalle finestre. Sono quindi intervenuti i vigili del fuoco e pure i carabinieri che hanno ricostruito il tentativo di furto. I malviventi sono prima riusciti a forzare due porte secondarie sul retro dell'edificio delle Poste, peraltro blindate, quindi hanno tagliato i fili dell'allarme. Una volta all'interno dell'ufficio hanno cominciato con il prendere di mira il Postamat e la sua cassa di contante. Non riuscendoci però, hanno rivolto le loro attenzioni alla cassaforte chiusa in un ufficio. Con tanto di flessibile alimentato da bombole di acetilene sono riusciti a tagliare la lastra di metallo della parte inferiore del forziere, ma a quel punto, probabilmente una scintilla è finita su un documento contenuto all'interno che ha preso fuoco. Le banconote invece non sono state intaccate. I ladri hanno quindi abbandonato in tutta fretta l'edificio, lasciando che il fumo invadesse le stanze. Solo attorno alle 5.20 di ieri mattina, uno dei vigilantes si è accorto dell'accaduto, non solo per quanto usciva dalle finestre, ma pure dal fatto che le porte sul retro risultassero forzate. I carabinieri hanno cominciato i rilievi e stanno ora cercando elementi per riuscire a risalire ai responsabili del tentativo di furto.~
Poiché sull'ufficio postale non vi sono telecamere di videosorveglianza, i militari stanno cercando eventuali riprese da altre telecamere, magari di negozi o di aziende, poste nella stessa zona, per cercare di capire se in qualche frame possano comparire i ladri. Personaggi che potrebbero essere facilmente riconoscibili per il semplice fatto che per mettere a segno il colpo hanno dovuto portare con sé tutta l'attrezzatura necessaria, dalle bombole al flessibile. Le indagini dei carabinieri di Bagnolo e della Compagnia di Verolanuova sono in corso. dz

Brescia Oggi - domenica 17 giugno 2012~PROVINCIA, pagina 17

BAGNOLO MELLA.I ladri sono entrati in azione con la fiamma ossidrica
Tentano il furto e rischiano di incendiare le poste

"Ufficio chiuso per tentato furto". Era scritto ieri sul foglio affisso sull´ufficio postale di Bagnolo Mella. E che i ladri abbiano fatto il possibile per entrare in possesso del denaro contenuto nell´ufficio, è un dato di fatto.~
Sono entrati in azione l´altra notte e hanno prima cercato di forzare il postamat, senza però riuscire ad impossesarsi del denaro. I maldestri malintezionati a quel punto hanno diretto la loro attenzione verso la cassaforte all´interno delle poste. Dopo essere riusciti ad entrare, hanno iniziato a cercare d´aprire la cassaforte con la fiamma ossidrica. Il tentativo d´aprire il forziere in qualche modo è riuscito, ma non nelle intenzioni di chi voleva impossessarsi del denaro altrui. I ladri, infatti, a quanto si è appreso, hanno aperto la cassaforte in un punto dove erano contenuti solo dei documenti, che si sono incendiati.~
Le fiamme avrebbero raggiunto anche parte del denaro contenuto nel forziere. Ma a quel punto, in una situazione che rischiava di degenerare, hanno preferito desistere.
Sul tentato furto indagano i carabinieri di Bagnolo Mella e della compagnia di Verolanuova.

Il Sole 24 Ore Radiocor- Roma, 14 giugno 2012

"La trattativa sulla riorganizzazione dei servizi in Poste Italiane e' fallita e l'azienda ha intenzione di iniziare con 1.800 tagli in cinque Regioni italiane nei servizi del recapito, cioe' portalettere e impianti di lavorazione della posta". Lo denuncia a Radiocor Mario Petitto, segretario della Slp-Cisl, sindacato maggioritario in Poste che preannuncia la battaglia del sindacato su tutto il territorio nazionale gia' dalla prossima settimana. Anche perche', afferma Petitto,"noi prevediamo che quella che ci e' stata rappresentata come una riorganizzazione del lavoro in cinque Regioni a fine dell'estate sara' estesa in tutto il territorio nazionale, fino ad arrivare a 10mila esuberi". Alla vigilia dell'incontro di domani con l'azienda, "l'azienda sembra intenzionata a procedere da sola, senza l'accordo dei sindacati". In una lettera all'amministratore delegato Massimo Sarmi, Petitto e il segretario della Slc Cgil Emilio Miceli, sottolineano che "l'azienda ha presentato alle OO.SS. un progetto di riorganizzazione dei servizi postali per le Regioni Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Basilicata in cui viene completamente stravolto l'assetto della divisione a soli 20 mesi dalla firma dell'accordo sulla riorganizzazione dei servizi postali del settembre 2010 non ancora definitivamente implementato". Cgil e Cisl invitano l'azienda a "desistere dal percorrere atti unilaterali" poiche' "aprire anche un fronte sociale in Poste Italiane "non fara' certamente il bene dell'Azienda, in un momento delicatissimo del Paese"

Brescia Oggi - mercoledì 13 giugno 2012 CRONACA, pagina 7

LE TESTIMONIANZE. Il racconto sconfortato di due lavoratori che avevano firmato per andare in pensione
"Noi beffati dalla riforma Fornero"
"Con le aziende abbiamo firmato quando c´erano altre regole. Poi le hanno cambiate sulla nostra pelle"

È delusa e umiliata. Mara Polato, una dei 650 esodati bresciani che oggi si trova a fare i conti con un futuro incerto e assolutamente privo di garanzie. Almeno sino alla metà del 2014, quando "finalmente" potrà andare in pensione e godere dei contributi accumulati in tanti anni di lavoro.
Del resto, Maria Polato in Posta ha lavorato una vita. Entrata come lavoratrice precoce a 16 anni, nel marzo del 2011 è stata convocata da poste Italiane per discutere della sua situazione pensionistica.
CON 39 ANNI di contributi che scadevano il 31 dicembre, infatti, l´azienda le propone il "classico" incentivo all´esodo: un anno di lavoro pagato e un anno di contributi versati, giusto il tempo di arrivare alla pensione. Il 14 marzo firma l´accordo e con la serietà di sempre conclude il suo mandato ma "il 5 dicembre 2011, a poco meno di tre settimane dallo scadere del mio impegno contrattuale, Monti e la Fornero se ne vengono fuori dicendo che non basta più lavorare 40 anni e che le pensioni di anzianità non esistono più" racconta la Polato, che vede così gettato alle ortiche un anno e mezzo della sua vita.
Si, perché se anche sino alla fine del 2012 si trova ad essere "coperta" dall´incentivo all´esodo concordato con l´azienda, per andare in pensione dovrà attendere il giugno del 2014, con 18 mesi di incertezza da scontare sulla sua pelle. "Se avessi saputo che le cose sarebbero andate così avrei continuato a lavorare - continua la donna -. Fosse per me rientrerei sin d´ora in azienda, ma poste Italiane non ne vuole sapere di tornare sui suoi passi ed io mi trovo a dover subire un accordo che ho firmato sulla base di regole diverse".
"SONO ARRABBIATA, indignata e umiliata - conclude - Non c´è giorno che non pensi all´errore che ho fatto nel firmare quell´accordo, ma io l´ho firmato il 14 marzo, e le regole che hanno cambiato tutto il gioco sono arrivate molti mesi più tardi. Una cosa davvero scandalosa". Sconfortato e arrabbiato è anche Sergio Guerra, 56enne operaio della Brandt (ex Ocean) che ha firmato la mobilità con la legge Prodi e ne è uscito con la legge Sacconi e che oggi, alla luce della riforma Fornero, rischia di avere 5 mesi di mobilità scoperti prima di poter andare finalmente in pensione.
"C´è chi sta peggio di me - commenta Guerra - ma questo non toglie che non si capisce per quale motivo da giugno a dicembre del 2012 io debba restare scoperto, costretto a una condizione di "esodato derogato" che certo non è dipesa da me". A.D.

Giornale di Brescia, 11 giugno 2012

Poste alla ricerca di nuovi portalettere: c'è ancora posto

Quest'estate volete lavorare per tre mesi come portalettere? Se la ritenete un'opportunità, buona per le vostre economie e fare esperienza nel mondo del lavoro, non dovete perdere tempo.
Le nuove assunzioni saranno autorizzate in luglio, quindi chi desidera proporsi lo dovrà fare entro e non oltre questo giugno. A chi si candida è richiesta un età compresa tra i 25 e i 35 anni, ma anche la disponibilità a lavorare da lunedì a sabato (compreso) dalle 8 alle 14, e il possesso di un diploma (conseguito con voto non inferiore a 70/100) o di una laurea. E' anche necessario saper guidare un motorino e non aver mai lavorato per Poste Italiane perché il contratto è "una tantum".
Candidarsi è semplice per chiunque ha un minimo di dimestichezza con l'uso di internet. Basta andare al sito www.poste.it, cliccare su "chi siamo", e poi di seguito su "lavora con noi" e su "inserisci il tuo c.v.". Oppure, metodo più veloce, collegarsi a erecruiting.poste.it/new.php.
Una buona occasione per guadagnare qualche soldo che poi potrà essere utilmente investito d'inverno negli studi universitari.

Com'è difficile ereditare i buoni postali

Il 16 gennaio scorso è deceduto, dopo lunga agonia, il marito di una signora ottantenne senza figli e a sua volta con seri problemi di salute. Dopo qualche settimana, da me accompagnata, si recava agli uffici postali per riscuotere, avendone bisogno, dei buoni postali cointestati, con pari facoltà di riscossione, col marito.
Essendo unica erede si pensava che in poco tempo si potesse risolvere il problema... illusione; ha dovuto con notevoli spese, aprire una pratica notarile di pubblicazione testamentaria e poi di successione. Finalmente ai primi di marzo venivano consegnati tutti i documenti richiesti, e ci veniva detto che in una ventina di giorni si sarebbe chiusa. La pratica... sic...
Dopo parecchi solleciti, la questione si è sbloccata dopo oltre quattro mesi. Faccio qualche considerazione: 1) A cosa serve la pari facoltà di riscossione, se dopo non si paga al bisogno? 2) Perché mai viene bloccata anche la metà quota di sua legittima proprietà? 3) È con questi sistemi che le Poste pensano di incrementare o almeno trattenere i propri clienti?
Lettera firmata

Giornale di Brescia, 05 giugno 2012

Poste, con l'estate 45 uffici a singhiozzo

BRESCIA Con l'arrivo dell'estate anche quest'anno il lavoro della rete postale bresciana perderà parte della sua efficienza per la chiusura a giorni alterni di 45 uffici tra città e provincia. Un buon numero di paesi, soprattutto i più piccoli e le frazioni, sarà quindi penalizzato da un funzionamento a singhiozzo che certo non giova ai cittadini e alle aziende.

Punzi: "Si aggrava un quadro già pesante"

"La sforbiciata che quest'estate coinvolge i nostri uffici è all'apparenza più contenuta del solito, ma questo è dovuto solo al fatto che quasi 30 sportelli sono stati razionalizzati in modo definitivo in precedenza".
Secondo il segretario cittadino di Slp Cisl Giovanni Punzi, nonostante un aspetto più roseo, il "pacchetto estivo 2012" avrebbe ben poco di consolante. "Rispetto all'anno scorso - spiega - si è ridotto il periodo di chiusura complessivo, passando sia per gli uffici a "doppio turno" che per quelli a "uno" da due mesi a circa 40 giorni. Alcune chiusure però, mi riferisco a quelle programmate per il sabato, sono state estese dal solo agosto al bimestre luglio-agosto. Lamentiamo, allo stesso modo, l'anticipazione al 23 luglio delle chiusure pomeridiane degli uffici di Valtrompia, Valcamonica, Valsabbia, lago d'Iseo e alto Garda, mentre per la zona di Brescia, del Basso Garda, della Valtenesi, della Franciacorta e della Bassa, il provvedimento è limitato al periodo 4-24 agosto". E il personale?
"La carenza - insiste il segretario Slp-Cisl - sta determinando la contrazione dell'apertura di alcuni sportelli, che passano da sei ore a tre al giorno. Questo perché un solo impiegato si trova a dover aprire due uffici nelle stessa giornata. Se aggiungiamo che a volte gli sportelli restano chiusi per permettere al personale di partecipare a corsi di formazione, è facile comprendere perché parliamo con insistenza di situazione critica".

In meno di tre anni già 27 filiali "ridotte"

Il lavoro di Poste Italiane, impegnata nella rivisitazione degli orari degli uffici considerati poco strategici perché collocati in aree della provincia meno vivaci o redditizie, ha ridotto negli ultimi due anni e mezzo il funzionamento di 27 uffici, passati da un turno d'apertura di sei giorni la settimana a uno di soli due o tre giorni. La prima trance di tagli è arrivata nel 2010, quando per la prima volta il singhiozzo estivo è stato stabilizzato e reso funzionante per tutti i dodici mesi dell'anno. I primi dieci punti postali a passare sotto la scure delle razionalizzazioni sono stati Anfo, Brozzo, Fasano del Garda, Gorzone, Lavone di Pezzaze, Magno, Mura, Nozza, Ossimo Superiore e Provezze.
La seconda fase, datata 2011, ha esteso l'intervento trasformando "a giorni alterni" altri 12 uffici, colpendo purtroppo ancora una volta molte realtà montane e periferiche, particolarmente bisognose di non perdere servizi per non spopolarsi ancor più di quanto non stia già accadendo. Quella volta è toccato a Casto, Lavenone, Preseglie, Forno d'Ono, Berzo Demo, Vione, Monno, Cerveno, Saviore dell'Adamello, Campione del Garda e San Colombano. A fronte delle continue riduzioni d'orario, nel frattempo l'azienda ha anche provveduto a chiudere definitivamente gli uffici delle frazioni Padernello Bresciano e Bostone, trasformando anche la Posta di Lumezzane Pieve da punto riferimento tradizionale in ufficio di Posta Impresa. Un nuovo colpo all'efficienza della rete bresciana è arrivato poi negli ultimi mesi. Nel 2012 infatti il progressivo intervento della Spa ha eliminato il tempo pieno anche a Orzivecchi, Milzano e Seniga, completando una prima fase d'intervento che secondo quanto sostengono da tempo le organizzazioni sindacali bresciane sarebbe destinata ad avere ancora un seguito. E probabilmente, più corposo di quello a cui abbiamo assistito fino a oggi.

Uffici postali "a singhiozzo" Sono 45 le filiali interessate

In città, da San Polo alla Mandolossa, passando per Mompiano, la Stocchetta e le Bettole gli uffici coinvolti sono 19

Sempre più saracinesche abbassate, in estate, sugli uffici postali bresciani. Con l'arrivo della bella stagione anche quest'anno il lavoro della rete postale perderà parte della sua efficienza per la chiusura a giorni alterni di 45 uffici tra città e provincia. Un buon numero di paesi, soprattutto i più piccoli e le frazioni, sarà quindi penalizzato da un funzionamento a singhiozzo che certo non giova allo sviluppo e alle aziende. Gli uffici postali negli ultimi anni sono stati stabilizzati dalla società, trasformandoli in una realtà stabile, rendendo funzionali 27 uffici solo a giorni alterni anche durante il resto dell'anno. Ora la "razionalizzazione" estiva va ad aggiungersi a un provvedimento che impoverisce già le realtà periferiche, ma anche lo stesso capoluogo.
Quali le Poste in cui non ci si potrà recare tra giugno e settembre senza sorprese?
Nel calendario dei "tagli" al servizio i centri provinciali più penalizzati sono Calvagese della Riviera, Corticelle Pieve, Coniolo e Remedello di Sotto. Nel Comune gardesano l'apertura a giorni alterni si protrarrà per 13 settimane (19 giugno-15 settembre) mentre per gli altri il singhiozzo perdurerà per 12 (23 giugno-15 settembre). Lungo anche il periodo di interruzione alla continuità lavorativa a Ludriano, ridotto per 11 settimane; a Mazzano e San Pancrazio, ridotti per 9; Calino di Bornato, Calcinatelo e Cogno, per 8; e Molinetto per 7 settimane.
Più numerose le realtà in cui la posta andrà parzialmente in ferie per 5 e 6 settimane: San Martino della Battaglia, Collio, Ossimo Inferiore, Ponte Caffaro, Zanano, San Vigilio, Gratacasolo, Cogozzo, Erbanno, Clusane e Palazzolo Uno. Disagi più contenuti a Botticino Mattina e Ponte San Marco (3 settimane) e Bornato (2 settimane).
Per quanto riguarda la città, da San Polo alla Mandolossa, passando per Mompiano, Sant'Eufemia, la Stocchetta e le Bettole di Buffalora, gli uffici colpiti dal provvedimento estivo saranno 19, quasi tutti tagliati soprattutto in agosto, a eccezione di quelli di via Bologna e via Santa Caterina menomati dal 7 luglio al 25 agosto, e quello di via Grandi dal 23 giugno al 15 settembre.
Funzionamento parziale anche per gli uffici aperti abitualmente nel pomeriggio, che abbasseranno le saracinesche a fine mattinata per un periodo compreso tra il 18 luglio e il 31 agosto. In provincia sono Chiari, Ghedi, Montichiari, Palazzolo, Rezzato, Rovato, Darfo, Gardone Valtrompia, Gussago, Lumezzane e Pisogne. In città Piazza Vittoria, via Cipro, via Don Vender e via Trento.

 

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