LA STAMPA DI GENNAIO 2015

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Brescia oggi - sabato 31 gennaio 2015 PROVINCIA, pagina 33

GARDONE. Attimi di alta tensione ieri in via Diaz. Dipendenti e clienti reagiscono. Arrestato un 36enne di Marmentino

Assalta armato l´ufficio postale ma viene messo ko dalle vittime

Marco Benasseni

Nella collutazione un portalettere ferito al polpaccio da una coltellata Il bandito ha rischiato il linciaggio Provvidenziale l´arrivo dei militari
Se qualcuno pensava che la criminalità abbia mano libera dovendo affrontare cittadini rassegnati si sbagliava di grosso. In Valtrompia le persone pronte a reagire, anche sotto la spinta dell´esasperazione causata dall´escalation criminale, non mancano: lo dimostra il movimentatissimo tentativo di rapina andato a vuoto ieri mattina nell´ufficio postale di Gardone.
LA MATTINATA ad alta tensione si è aperta con l´arrivo di un uomo col volto coperto da un passamontagna che è entrato impugnando un coltello nello sportello gardonese di via Diaz. Erano trascorse da poco le 9,30 quando una dipendente occupata con una cliente allo sportello si è accorta che una persona stava per entrare dalla porta principale con il viso coperto. Pochi secondi dopo lo sconosciuto era già davanti al bancone ordinando di svuotare la cassa e consegnargli tutto il contante.
Le cose però sono precipitate per il rapinatore: l´impiegata si è ribellata, e aiutata da alcuni colleghi è riuscita a immobilizzare il rapinatore, non esattamente un professionista. Ne è nata una mezza rissa che ha lasciato il segno. Nel frattempo i clienti hanno dato l´allarme e avvisato i carabinieri che sono arrivati in pochi minuti. Il rapinatore è stato poi smascherato e portato in caserma dai militari, in quali hanno anche avuto un bel da fare per placare la rabbia della gente accorsa nel piazzale dell´ufficio postale: parlare di un rischio di linciaggio è forse eccessivo, ma sicuramente l´arrivo degli agenti ha tolto il malvivente da una situazione «difficile».
Sotto il passamontagna c´era Erman F., un 36enne originario di Marmentino, già finito in passato sotto la lente delle forze dell´ordine.
A bocce ferme si sono contati i danni, e i dipendenti postali sono usciti piuttosto malconci dal match col rapinatore mancato: un portalette di 49 anni è stato ferito da una coltellata a un polpaccio e probabilmente dovrà essere sottoposto a un intervento chirurgico, mentre due colleghi hanno riportato contusioni. Non solo: durante la lotta il malvivente ha scagliato alcuni oggetti per cercare di allontanare chi si era messo tra lui e il bottino, e nell´elenco dei contusi c´è pure un cliente colpito alla testa.
INSOMMA: il rapinatore non si aspettava di trovarsi davanti un plotone di agguerriti portalettere. E quando i carabinieri sono arrivati per prelevare l´uomo disteso a terra e immobilizzato, nel piazzale c´erano numerosi residenti che imprecavano contro di lui. Riportata la calma, per tutto il resto della mattinata l´ufficio postale di via Diaz è rimasto chiuso e ha riaperto solo dopo mezzogiorno.
Le porte sbarrate hanno incuriosito i clienti bloccati da un cartello che avvisava della sospensione momentanea del servizio: la voce è circolata, e tra i cittadini si sentiva un unico grido di rabbia.

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Giornale di Brescia, 31 gennaio 2015

Gardone Rapinatore bloccato dai clienti
Armato di taglierino e a volto coperto ha fatto irruzione nell'ufficio postale ma è stato immobilizzato. Quindi sono scattate le manette. Feriti due impiegati

GARDONE Era da solo, armato di un taglierino e con volto coperto. Così un uomo si è presentato poco prima delle 10 di ieri alle Poste di Gardone, seminando il panico tra i clienti e gli impiegati, che tuttavia sono riusciti a immobilizzarlo prima dell'intervento dei carabinieri.
Le intenzioni del rapinatore sono subito parse chiare: appena fatta irruzione nell'ufficio ha intimato la consegna del denaro. Ma le cose, come detto, non sono andate secondo i suoi piani, dal momento che sia i clienti che stavano aspettando in coda il proprio turno, sia gli impiegati, sono riusciti a bloccarlo: lo hanno praticamente accerchiato. Il rapinatore ha tentato di divincolarsi, scalciando e sgomitando, quindi ha cercato di guadagnare l'uscita. Cosa che però gli è stata impossibile: la porta girevole era stata precedentemente bloccata dal personale interno che contestualmente aveva anche lanciato l'allarme ai carabinieri.
Nel parapiglia due impiegati sono rimasti lievemente feriti: per una in particolare, contusa a un arto inferiore, si sono rese necessarie le cure del personale medico del Pronto soccorso di Gardone. Sono stati gli uomini dell'Arma, guidati dal capitano Piermarco Borrettaz, a porre fine al tentativo di rapina e per il malvivente sono subito scattate le manette ai polsi. Trasportato in caserma, è stato identificato. Si tratta di un valtrumplino di circa quarant'anni, vecchia conoscenza delle forze dell'ordine, in quanto si era già reso responsabile di reati contro il patrimonio. Ora dovrà rispondere di tentata rapina aggravata.
Per consentire ai carabinieri di svolgere le indagini e acquisire elementi utili, l'ufficio postale è stato chiuso al pubblico. Quelli vissuti ieri sono stati attimi di forte tensione e di paura sia per quanti si trovavano all'interno dell'ufficio postale sia per quanti da fuori, vedendo ciò che stava accadendo dalla porta a vetri, tornavano indietro chiamando aiuto. Questa volta il rapinatore solitario non ha avuto scampo e il merito è anche del coraggio che hanno mostrato impiegati e clienti.

Pia Grazioli

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Brescia Oggi - sabato 31 gennaio 2015 PROVINCIA, pagina 25

IL CASO. Da Marcheno a Palazzolo passando per Leno diffuso l´elenco delle sedi a rischio  Tagli alle Poste in provincia  Quindici uffici in «black list»

Corsa contro il tempo per evitare un ridimensionamento dei servizi Rolfi chiede l´audizione in Regione «Brescia ha già dato, adesso basta»Alessandro Faliva
Più emergono dettagli sulla «black-list», più cresce la preoccupazione di istituzioni, sindaci e utenti. È di quindici «uffici» il tributo chiesto a Brescia dal piano industriale varato da Poste Italiane. In Lombardia sono a rischio chiusura 65 sedi postali e per altre 120 si prospetta l´apertura a giorni alterni. Sotto la scure dei tagli finiranno Desenzano, Bagolino, Incudine, Ono San Pietro, Toscolano Maderno, Prestine, Palazzolo, Botticino, Leno, Mazzano, Provaglio d´Iseo, Marcheno, Piancogno, Villa Carcina e Gardone Valtrompia. Solo lunedì, nell´incontro fra sindacati e direzione regionale di Poste Italiane, si saprà quali sono gli uffici destinati a sparire dalla mappa provinciale e quali saranno solo ridimensionati. I disagi legati al riassetto rischiano di avere pesanti ricadute sociali. «Mi preoccupa soprattutto la situazione nei Comuni delle valli - ammette il presidente della Provincia, Pier Luigi Mottinelli -. A pagarne le conseguenze del piano saranno utenti già disagiati per le criticità che presentano i territori montani. Penso soprattutto alle categorie più deboli che, senza un ufficio nel paese in cui abitano, saranno certamente le più penalizzate».
PER CERCARE una soluzione condivisa, Mottinelli ha scritto una lettera ai direttori delle due filiali bresciane di Poste Italiane, Maria Carla Brunori e Luisella Gnocchi, nella quale chiede un incontro urgente a Palazzo Broletto. Un appello che si unisce a quello lanciato giovedì dal consigliere regionale Pd Gianantonio Girelli, che considera prioritario «salvaguardare il servizio postale nelle piccole comunità locali, in quanto fondamentale presidio territoriale. Comprendo la sempre maggiore necessità di far coincidere la gestione dei servizi con la sostenibilità economica – afferma Girelli –, ma mi è altrettanto difficile comprendere come non si colga il valore economico del mantenimento di alcuni presìdi, soprattutto nelle zone montane, che così facendo saranno soggette ancor di più allo spopolamento». Le preoccupazioni per gli effetti della riorganizzazione di Poste Italiane sono bipartisan.
«Brescia ha già dato - taglia corto Fabio Rolfi, vicecapogruppo della Lega Nord in Regione -. Credo che un simile piano, che si somma ai ridimensionamenti effettuati in passato, non possa avvenire senza una consultazione territoriale, in considerazione anche dell´impatto sulla forza lavoro». Il Carroccio ha chiesto un´audizione in commissione Attività Produttive tra l´azienda e le parti sociali in modo da avere un quadro più completo sull´impatto di questo piano e comprenderne i criteri. «La Regione – assicura Rolfi – non resterà spettatrice della progressiva cancellazione degli uffici postali».

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Brescia Oggi - venerdì 30 gennaio 2015 PROVINCIA, pagina 21

Girelli scrive alla Poste «Chiusure nefaste»

Lettera del consigliere regionale Pd Gian Antonio Girelli alla direttrice provinciale dell´Ufficio postale di Brescia Carla Brunori, per esprimere «grande preoccupazione per una possibile chiusura di alcuni uffici postali a seguito di una riorganizzazione aziendale a livello nazionale. Comprendo la sempre maggiore necessità di far coincidere la gestione dei servizi con la sostenibilità economica - scrive Girelli - ma mi è altrettanto difficile comprendere come non si colga il valore economico del mantenimento di alcuni presidi soprattutto in zone periferiche, quelle montane in particolare, che così facendo saranno soggette ancor di più allo spopolamento».
«La presenza del servizio postale nelle piccole comunità locali - ammonisce Girelli - va per quanto possibile salvaguardata, perché rappresenta da una parte un servizio essenziale per i cittadini e dall´altra un fondamentale presidio territoriale». Per queste ragioni l´esponente del Pd sollecita un´approfondita riflessione prima di assumere decisioni definitive.

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Brescia Oggi - venerdì 30 gennaio 2015 PROVINCIA, pagina 21

Girelli scrive alla Poste «Chiusure nefaste»

Lettera del consigliere regionale Pd Gian Antonio Girelli alla direttrice provinciale dell´Ufficio postale di Brescia Carla Brunori, per esprimere «grande preoccupazione per una possibile chiusura di alcuni uffici postali a seguito di una riorganizzazione aziendale a livello nazionale. Comprendo la sempre maggiore necessità di far coincidere la gestione dei servizi con la sostenibilità economica - scrive Girelli - ma mi è altrettanto difficile comprendere come non si colga il valore economico del mantenimento di alcuni presidi soprattutto in zone periferiche, quelle montane in particolare, che così facendo saranno soggette ancor di più allo spopolamento».
«La presenza del servizio postale nelle piccole comunità locali - ammonisce Girelli - va per quanto possibile salvaguardata, perché rappresenta da una parte un servizio essenziale per i cittadini e dall´altra un fondamentale presidio territoriale». Per queste ragioni l´esponente del Pd sollecita un´approfondita riflessione prima di assumere decisioni definitive.

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Poste Italiane chiude in provincia altri dieci uffici. Si complica il reimpiego degli esuberi Cmp

Sono una decina gli uffici postali a rischio chiusura nel bresciano e forse altrettanti potrebbero essere che vedranno ridotto l’orario di apertura. Giovani Punzi, segretario provinciale del sindacato dei lavori postali Cisl di Brescia, risponde così ai giornalisti che chiedono quali effetti avrà nel nostro territorio l’ennesimo piano di riorganizzazione nazionale presentato da Poste Italiane.
Poste Italiane, prevede per la Lombardia la chiusura definitiva di 65 uffici postali e l’apertura a giorni alterni per altri 120: a livello nazionale le chiusure saranno 465, mentre le riduzioni d’orario interesseranno 608 uffici.
Non possiamo che esprimere tutta la nostra contrarietà e le nostre perplessità – scrive in un comunicato Cisl Poste Lombardia – verso un progetto che penalizza fortemente parte del territorio lombardo con pesanti ricadute anche occupazionali. Da tempo segnaliamo una serie di pesanti criticità quotidiane nell’operatività degli uffici postali senza che l’azienda intervenga seriamente sui problemi.
Un esempio? “Nel Centro di Meccanizzazione Postale di Brescia – spiega Giovanni Punzi – ci sono 85 addetti in esubero. Per loro una possibile ricollocazione era a copertura di circa 50 posti scoperti negli sportelli sul territorio. Il nuovo piano di riorganizzazione riduce però drasticamente le possibilità di reimpiego di questi lavoratori”.

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Brescia Oggi - mercoledì 28 gennaio 2015 PROVINCIA, pagina 23

Poste, a rischio 18 uffici

A DUE ANNI DALL´ULTIMO TAGLIO, la rete di sportelli postali della nostra provincia rischia un ulteriore pesante ridimensionamento. Il piano di riorganizzazione di Poste Italiane prevede che sul territorio bresciano otto uffici restino aperti «a singhiozzo» solo alcuni giorni della settimana, mentre per altri dieci si materializza lo spettro della chiusura definitiva. Le valli pagheranno il dazio più pesante.

IL CASO. Non è stata ancora diffusa la «black-list» ma la rete lombarda perderà 65 terminali
Diciotto uffici postali a rischio Il dazio più pesante per le valli

Alessandro Faliva
La direzione stila l´elenco di sportelli da tagliare Per dieci prende corpo l´ipotesi della chiusura per gli altri scatterà invece l´apertura a singhiozzo

Otto uffici postali bresciani rischiano la chiusura definitiva
A distanza di due anni dall´ultimo taglio, gli uffici postali rischiano un´ulteriore sforbiciata. E il network di sportelli bresciani - secondo i sindacati - rischia di subire un nuovo pesante ridimensionamento.
IL PIANO di riorganizzazione nazionale, comunicato in questi giorni da Poste Italiane, prevede per la Lombardia la chiusura definitiva di 65 uffici e l´apertura a giorni alterni di altri 120. A livello nazionale sono 465 le sedi destinate alla soppressione e 608 quelle che saranno razionalizzate.
Sul territorio bresciano otto uffici resteranno aperti «a singhiozzo» solo alcuni giorni della settimana, mentre per altri dieci - considerati dall´azienda non strategici - si materializza lo spettro della chiusura definitiva.
L´analisi dei costi effettuata da Poste Italiane è giunta alla conclusione che il pacchetto di strutture da dismettere sono, per citare la relazione, «inefficienti, antieconomiche e che non svolgono un numero sufficiente di operazioni da giustificarne costi di personale e di sede». Vani finora i tentativi di arginare il problema: nel corso degli anni gli uffici a rischio hanno cercato di sopravvivere trasformandosi in sportelli multiservizi per raccogliere un bacino di utenti più ampio e guadagnarsi la sopravvivenza. Il contenuto della black list bresciana non è stato ancora diffuso, ma sembra scontato che a pagare dazio sarà la rete delle valli, paradossalmente le aree dove i disagi per gli utenti, soprattutto anziani, causati dalla soppressione totale o parziale del servizio saranno amplificati e moltiplicati.
GIÀ LO SCORSO ANNO su tutto il territorio provinciale si erano registrati problemi dovuti all´interruzione del servizio, alle chiusure pomeridiane o addirittura di intere giornate. Adesso la situazione rischia di aggravarsi.
«È fin troppo chiaro - sostengono i sindacati della Cisl - che queste chiusure smascherano in realtà una carenza di personale, che non consente la corretta copertura delle postazioni. Un lacuna che si aggrava quando il personale è costretto a muoversi da un ufficio all´altro per sopperire alle assenze dei colleghi».
SUL BANCO degli imputati anche strumenti di lavoro inadeguati, sistemi informatici spesso in tilt, e una dotazione degli uffici scarsa ed obsoleta. «L´azienda continua a tenere in stand by la situazione trincerandosi dietro a problemi di budget e imputandoli alla mancata produttività - spiega il segretario territoriale dei postali Cisl, Giovanni Punzi -. Ma sono proprio queste carenze la causa della situazione. Attualmente abbiamo 1200 dipendenti, per un servizio ottimale avremmo bisogno di arrivare a quota 1250. Non è una distanza incolmabile».
Per raggiungere l´obiettivo sono già in corso i colloqui per ricollocare il personale in esubero proveniente dal Cmp bresciano, passandolo agli sportelli.
«Entro la metà di febbraio dovrebbero iniziare le prime riqualificazioni - conclude Giovanni Punzi -, ma è una corsa contro il tempo perchè se l´azienda decide di chiudere gli uffici, allora gli impiegati bresciani saranno costretti a trasferirsi in altre province».

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Giornale di Brescia, 24 gennaio 2015

DISSERVIZI
La consegna della posta e la felicità
Troppo spesso (anche a causa di inefficienze altrui) mi accade di concludere tardi la mia giornata, a scapito di salute e benessere: proprio io che alla tematica «health & wealth» dedico gran parte della mia attività professionale in università. Ieri a tarda sera scrivevo una raccomandata di reclamo a Poste Italiane - Direzione di Brescia, e non è chel'ultima di una serie di inutili lettere, telefonate, implorazioni. La allego per la redazione, ma riassumo per non tediare i lettori. Da anni ci capita con relativa frequenza di trovare, nella cassettapostale della nostra abitazione sui Ronchi, corrispondenza non destinata a noi, ma a persone che abitano in zona. Più di un portalettere ha confuso in passato il numero civico 26/D con il 26 (situato un centinaio di metri a valle) o il 28/D (circa un chilometro a monte, in una strada privata). Nulla conta il fatto che i nominativi non corrispondano a quelli dei miei familiari, riportati sui campanelli e sulle cassette postali. Pareva che i disguidi fossero da attribuire alle periodiche assenze per ferie della nostra postina e allo scarso scrupolo dei sostituti.
Recentemente ci è addirittura stata consegnata una raccomandata indirizzata ad altri: al suono del campanello e al richiamo «c'è da firmare!» la signora del piano di sotto, salita al cancello senza occhiali, ha firmato, per poi accorgersi che la raccomandata non era destinata a nessuno degli abitanti della casa. Ieri mia mamma si è trovata tra le mani una busta, affrancata «postatarget creative Posteitaliane», proveniente da Regione Lombardia - ASL Brescia, indirizzata a una persona che abita alcuni chilometri più giù: diverso il nome del destinatario, la via, il numero civico. Stessa zona, stesso portalettere. La misura è colma.
Motivati da senso civico, io e i miei familiari ci siamo sinora adoperati perché questa corrispondenza raggiungesse infine la destinazione prevista. Abbiamo recapitato di persona le missive che ritenevamo importanti; in altri casi le abbiamo reimbucate o riconsegnate al portalettere perché le recapitasse come di dovere. Ma ci chiediamo: dove finisce la corrispondenza destinata a noi, quando non giunge a destinazione? Tutti gli abitanti dei Ronchi sono ugualmente responsabili, premurosi e desiderosi di lavorare in vece dei dipendenti delle Poste? Chi ci difenderà in caso di comunicazioni non ricevute, chi ci risarcirà in caso di scadenze non rispettate? Stamattina recandomi al lavoro risentita verso chi non compie bene il proprio dovere, complicando inutilmente la vita altrui, mi sono trovata a sorridere tra me ripensando a persone che - negli ultimi giorni - ho apprezzato per il motivo contrario. L'insegnante di liceo che si fa carico di una ragazza promettente in un momento di difficoltà, la giovane istruttrice che tiene corsi in piscina per donne di mezza età, la tecnica di laboratorio che si fa in quattro per trasmettere la propria competenza e il proprio entusiasmo ai giovani tirocinanti. Affrontano le proprie giornate in modo diverso dal nostro portalettere, che in questo momento compatisco: poveretto, non sa cosa si perde. Come scriveva Primo Levi «se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l'amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra. Ma questa è una verità che non molti conoscono».
Alessandra Valerio Brescia

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Giornale di Brescia, 21 gennaio 2015

LA DENUNCIA
Disservizi postali durante il periodo delle festività
Vorrei essere solidale con la signora di San Zeno che ha denunciato che la posta durante il periodo natalizio non le è stata consegnata, esponendo quanto capitato anche a Brescia zona Stadio.
A mio figlio è stato inviato un blocchetto di assegni per raccomandata il 17 dicembre 2014 (data di spedizione) da un paese della provincia di Bergamo e gli è stato consegnato il 14 gennaio 2015. Alla faccia della via più veloce. Sicuramente il centro di via Dalmazia se l'è presa veramente comoda visto che la raccomandata è lì che ha sostato la maggior parte del tempo. Sconcertante è che la busta non reca nessun tipo di timbro di quando è arrivata al centro. Piccolo particolare che con il numero di spedizione basta entrare in internet e si ha l'indicazione di dove si trova la raccomandata.
Devo far presente che è già accaduto altre volte che non vengano consegnate le raccomandate nei tempi stabiliti dalle poste considerato il costo in più proprio perla rapida consegna. Mi sono rivolta al centro di via Dalmazia anche di persona ma non ho cavato un ragno dal buco. Non c'è un responsabile con cui potersi almeno lamentare. Devo precisare che le situazioni si verificano sempre quando la nostra postina che è veramente valida e solerte è ammalata o va in ferie. Forse chi di dovere dovrebbe farsi un giretto presso la sede di via Dalmazia e magari controllare il personale addetto allo smistamento posta. Magari si comporta proprio come i vigili di Roma?!!!! Peccato che a pagare siamo sempre noi.
Anche l'altra posta durante le festività natalizie non è arrivata, infatti in questi giorni mi sono state consegnate delle bollette da pagare ormai scadute. Ovviamente le more le pagherò io. Bel Paese dove sei andato a finire?
Chiara Ghidelli Brescia

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Giornale di Brescia, 17 gennaio 2015

Inps, Fracassi presidente del Comitato provinciale

BRESCIA Nuovo Comitato provinciale dell’Inps in rappresentanza dei lavoratori, dei datori di lavoro e dei lavoratori autonomi. Graziano Fracassi, della Cgil è stato eletto presidente. Come rappresentante dei lavoratori staranno al fianco di Fracassi per 4 anni anche Alessio Bertoli (Cgil), Giovanni Punzi e Eleonora Feroldi (Cisl), Catina Zilioli (Uil), Giuseppe Senese (Confsal) e Claudio Ottaviano (Cida). In rappresentanza dei datori di lavoro Rubina Nolli di Aib eletta vicepresidente, e Pier Giorgio Piccioli. Rappresentano i lavoratori autonomi Antonio Zanetti (federazione provinciale coltivatori diretti), e Michele Turrini (Confartigianato). Del Comitato provinciale fanno parte anche il direttore della Direzione territoriale del lavoro, il direttore della Ragioneria provinciale dello Stato e il direttore dell’Inps di Brescia. Dalla segreteria della Camera del lavoro arrivano a Fracassi gli auguri di buon lavoro.

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Giornale di Brescia, 17 gennaio 2015

Iseo Poste, l'ufficio di Pilzone a rischio chiusura
Timori per il nuovo Piano strategico di riorganizzazione varato dall'azienda

ISEO Non è stato raro negli ultimi anni di crisi sentir parlare del rischio di chiusura degli uffici postali più piccoli. A Iseo la mannaia di Poste Italiane ha già colpito riducendo vistosamente il servizio, sia nel capoluogo, dove dal settembre del 2009 l'uffi-cio di via Cerca è stato privato dell'apertura pomeridiana degli sportelli, sia nelle due frazione di Clusane e Pilzone, che fino al 2011 potevano contare su uffici aperti sei giorni la settimana, mentre oggi nel primo caso i giorni di apertura sono rimasti quattro e nel secondo caso tre.
Proprio per la sua diffusione capillare però il servizio postale iseano rischia quest'anno l'ennesima sforbiciata. Anche se le conferme ufficiali non ci sono ancora, il Piano strategico di riorganizzazione 2015-2019 varato a metà dicembre da Poste Italiane potrebbe portare alla chiusura di almeno uno dei tre presidi, verosimilmente, escludendo naturalmente quello del capoluogo, potrebbe toccare a Pilzone, la più piccola delle due frazioni, sfuggita alla razionalizzazione messa in atto nel 2012 per la mobilitazione dei residenti e l'impegno dell'Amministrazione comunale. La conferma che i timori dei pilzonesi sulla soppressione del punto postale di via Fenice non sono infondati, arriva anche dal sindacato dei postelegrafonici Slp Cisl. A far pensare a un sospetto fondato sono i dettami del Decreto Gentiloni, che detta una serie di regole per la presenza delle Poste sul territorio. «In linea di massima in ogni Comune il servizio viene tutelato dalla presenza di un ufficio - spiega il segretario di Slp Cisl Brescia Giovanni Punzi - anche nei paesi più periferici e meno redditizi per l'azienda. In quest'ottica, visto che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) starebbe pensando a una riduzione del numero di Poste di circa 500 unità in tutto il Paese, sono a rischio molte realtà in cui sono presenti due uffici all'interno dello stesso Comune, figuriamoci dove le presenze sono addirittura tre come a Iseo».
Anche la modalità comunque «è ancora tutta da decidere - precisa Punzi - e potrebbe non essere solo negativa. Magari, a fronte della chiusura di uno dei due uffici, potrebbe essere deciso di reintrodurre il servizio pomeridiano nel capoluogo». La decisione della spa a maggioranza pubblica, destinata a concretizzarsi a Roma, verrà comunque influenzata dalle indicazione dei due direttori di filiale presenti sul territorio bresciano e quindi meglio informati sulla situazione reale della rete postale.
Flavio Archetti

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Brescia Oggi - giovedì 15 gennaio 2015 CRONACA, pagina 11

NOMINE. Ricambio in rosa al vertice delle due filiali provinciali
Per le Poste bresciane due donne alla direzione

Avvicendamento in rosa alla direzione delle due filiali di Brescia 1 e Brescia 2 di Poste Italiane. Carla Brunori e Luisella Gnocchi sono le due nuove direttrici. A loro farà capo un´area nella quale, fra città e provincia, sono attivi 269 uffici per la clientela privata e 6 uffici dedicati ai professionisti e alle imprese, per un totale di circa 710 sportelli attivi.
Carla Brunori, classe 1956, approda alla filiale di Brescia 1 dopo un´esperienza pluriennale in Poste Italiane. Dopo aver ricoperto gli incarichi di direttore delle filiali di Como, Busto Arsizio e Bergamo, all´inizio del 2014 le era stata affidata la filiale di Brescia 2 che controlla i 126 uffici delle valli e del Garda. Ora passa alla filiale di Brescia 1.
Luisella Gnocchi è nata a Gallarate nel 1962. Dal 1982 è in Poste Italiane. Prima della nomina alla filiale di Brescia 2, ha guidato quelle di Alessandria, Milano 4, Milano 1 e Busto Arsizio.
Le neo direttrici hanno accettato con entusiasmo il nuovo incarico: «Assicuriamo fin da subito - si legge in una nota - il nostro impegno per una gestione efficiente e ottimale affinché Poste Italiane continui a essere per la cittadinanza un punto di riferimento».

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Giornale di Brescia,  14 gennaio 2015

DISSERVIZI
S.Zeno senza posta dal 22 dicembre al 7 gennaio
Desidero denunciare come durante il periodo delle feste, esattamente dal 22 dicembre al 7 gennaio, non sia stata recapitata alcuna corrispondenza postale alla mia azienda, sita in una zona centrale del comune di San Zeno, a meno di un chilometro dal Centro di smistamento e coordinamento dei portalettere di via Dalmazia a Brescia. La nostra azienda è rimasta aperta per tutto il periodo e ovviamente al giorno 7 gennaio, come prevedevamo, abbiamo trovato la cassetta delle lettere ingolfata di lettere. Da qualche anno il volume delle lettere commerciali si è notevolmente ridotto a favore del recapito elettronico e non esiste più l’ingorgo prenatalizio dello scambio epistolare degli auguri,
sostituito da e-mail e sms... mi domando pertanto, come sia possibile un disservizio simile e quale, se esiste, un giustificabile motivo. Essendo in attesa di ricevere delle lettere importanti per la nostra attività aziendale, al 2 gennaio, recuperando un vecchio numero su un elenco telefonico del 2005/2006 (sugli attuali elenchi non esistono numeri di contatto disponibili) sono riuscita a contattare l’ufficio pertinente dal quale ho ricevuto solo scuse gentili, promesse di effettuare un controllo, ma nessuna spiegazione. Forse che anche a Brescia per caso esistono malattie «programmate» o giornate lavorative pagate stando a casa a mangiare il panettone?

Dott. Raffaella Edel
Montecarlo Look Srl

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Brescia Oggi - martedì 13 gennaio 2015 PROVINCIA, pagina 25
Rapina-lampo con pistola Attimi di paura alle Poste

Rapina a mano armata ieri mattina, pochi minuti dopo le 8.30, all´ufficio postale di Maderno, a pochi metri dalla strada Gardesana di fronte alla parrocchiale di Sant´Andrea apostolo. Il locale aveva aperto da pochi minuti in contemporanea con la banca, il negozio di abbigliamento e la farmacia adiacenti, ma niente poteva far pensare a un inizio di giornata col brivido.
ALL´INTERNO, oltre al giovane impiegato, erano presenti due signore di mezza età che stavano facendo la fila, quando all´improvviso è entrato un individuo che, passando avanti alle donne, si è diretto immediatamente allo sportello con il volto coperto da una sciarpa. «Ci sono prima io», ha abbozzato una delle due signore rivolta verso l´uomo, che per tutta risposta ha estratto una pistola e invitando tutti a sedersi.
Di seguito il malvivente, pare di nazionalità italiana («non aveva nessun accento straniero», dicono i testimoni) si è fatto consegnare il contante dall´impiegato, poche centinaia di euro, dileguandosi in fretta, così com´era entrato nell´ufficio postale. Nessuno è riuscito a stabilire se il ladro avesse qualche complice ad aspettarlo sulla strada in macchina o in moto. Qualche risposta in questo senso potrebbe arrivare dalle telecamere installate nel locale o in altri esercizi pubblici della piazza.  Dopo l´arrivo dei Carabinieri, il locale è stato chiuso, ma già nel pomeriggio il cartello «chiuso per rapina» era stato rimosso.

L.SCA.

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Giornale di Brescia, 13 gennaio 2015

Maderno Rapina a mano armata alle Poste
L'incursione ieri mattina alle 9,30. Il malvivente si dilegua con 400 euro di bottino

MADERNO Chiuso per rapina. Null'altro da dichiarare, nulla lasciato alla fantasia. Il cartello con la scritta vergata a mano sta sul vetro della porta d'ingresso dell'ufficio po-stale, dove gli unici rimasti sono i carabinieri e l'impiegato. Che può ora raccontare, con i due utenti che hanno avuto la disavventura di trovarsi lì in quei pochi, eterni secondi, quando e come il mariuolo con tanto di pi-stola e bardatura - cappellino e sciarpa alza-ta sul viso - ha fatto irruzione. Tutto accade verso le 9.30, in uno dei quat-tro giorni d'apertura della Posta, che si trova a pochi metri da piazza San Marco, nel tratto di strada che corre tra una boutique e l'agen-zia bancaria sull'angolo. È un uomo sui 35/40 anni, così almeno pare, a rendersi pro-tagonista dell'incursione a mano armata. Colpo a segno in poco più di un amen, con la pistola spianata che non ha bisogno di ag-giungere altro all'inattesa presenza del «cliente». Serpeggia comprensibile paura nel trio dei presenti. Sono circa 400 euro a passare di mano. Poi la manovra di disimpe-gno dal teatro del prelievo a mano armata. A piedi, con calma. Il rapinatore si eclissa ver-so la piazza. Così almeno pare. L'allarme scatta a seguire. Innesca l'inter-vento dei militari dell'Arma, quelli del luogo oltre ai colleghi giunti da Gardone Riviera. Sotto la lente d'ingrandimento sono ora le immagini delle telecamere di sorveglianza in zona, alla ricerca di ogni elemento utile per orientare le ricerche del bandito senza volto e nome. Almeno per ora. Intanto qualcuno ricorda che quasi vent'anni fa, nel giugno del 1996, ci fu un'altra «visita» simile allo stesso ufficio. Una rapina finita poi sul "conto" di Antonello Orrù. Il cui fratello, Marco, piazzò con il supporto di un complice tre anni dopo, a luglio '99, la rapina all'oreficeria di piazza San Marco, cento metri più in là, in cui morì Domenico Felicini, il titolare del negozio ucciso dai proiettili dei rapinatori