LA STAMPA DI APRILE 2016

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Giornale di Brescia, 30 aprile 2016
Poste, uffici chiusi in Valle Camonica Progetto da fermare
Ho letto con vero piacere l’articolo pubblicato nell’edizione di mercoledì 27 aprile (Chiudono 200 uffici postali ma la Valle difende i suoi) in cui si dà conto dell’interessamento del presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli a difesa degli uffici postali camuni a rischio chiusura per il piano di riorganizzazione degli sportelli sul territorio deciso dall’azienda. Ci auguriamo che la riapertura del tavolo negoziale in sede Regionale, percorso da noi già intrapreso lo scorso anno, porti a risultati proficui, sia per scongiurare i rischi di ricadute occupazionali per i nostri colleghi (già avvenute con le chiusure di precedenti Uffici Postali),che per garantire un efficiente servizio pubblico ai cittadini. Vista la condivisione degli obbiettivi sarebbe forse auspicabile anche a livello territoriale un confronto tra istituzioni e organizzazioni sindacali. Mi sento di assicurare al presidente Mottinelli che in termini di esperienza e di conoscenza diretta dei problemi del servizio postale, non trova di meglio sulla piazza!
In attesa di questo passo continueremo a informare cittadinanza e politici sulle riduzioni e limitazioni dei servizi al pubblico che riguardano la nostra Azienda. A cominciare dagli effetti della riorganizzazione del servizio di recapito della corrispondenza che interesserà nei prossimi mesi anche la provincia di Brescia, mettendo a rischio, tanto per fare un esempio, 16 posti di lavoro in Valle Camonica, 16 in Valle Sabbia, 19 in Val Trompia; in totale nel bresciano gli esuberi potrebbero arrivare a 170. Anche per questo sarebbe importante coinvolgere e coordinare da subito le amministrazioni locali per evitare di correre a chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati, concordando invece proposte per dare continuità in maniera necessariamente nuova ad un servizio fondamentale come quello postale.

Giovanni Punzi
Segretario Provinciale Cisl Poste

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Giornale di Brescia, 27 aprile 2016

Chiudono 200 uffici postali ma la Valle difende i suoi

Una nuova speranza per gli sportelli postali di diversi comuni camuni. A fronte della decisione di chiudere ben 500 uffici in tutta Italia, di cui diversi anche in Vallecamonica, Poste Italiane,nei giorni scorsi, ha accettato - dopo innumerevoli pressioni da più parti – di limitare la cancellazione a «soli» 200sportelli. Per dare concretezza alle dichiarazioni, si sta lavorando al fine di avviare un tavolo regionale con l’obiettivo di discutere il piano di riorganizzazione e individuare modelli che garantiscano la consegna della corrispondenza e dei giornali, attraverso il supporto della tecnologia. L’intento è trovare insieme soluzioni più efficaci e meno dispendiose per tutti. Parte del merito per il risultato raggiunto va anche ad Anci (Associazione nazionale Comuni d'Italia) e alla commissione Montagna, presieduta dal camuno Pier Luigi Mottinelli, che da sempre sostiene la necessità di risparmiare evitando però di penalizzare un servizio prezioso, soprattutto per chi vive in territori decentrati e di tenere in considerazione le singole situazioni e necessità.

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Brescia Oggi - giovedì 21 aprile 2016 CRONACA, pagina 10
Servizi digitali a portata di smartphone e tablet
Da alcuni giorni in 55 Uffici postali dotati di sala consulenza della provincia di Brescia è in funzione il nuovo servizio di rilascio dell'identità digitale che permetterà a tutti i cittadini di accedere con un unico pin, da smartphone, tablet e pc, ai servizi online della Pubblica Amministrazione e delle aziende private che aderiranno a Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale).Per i propri clienti, Poste ha già reso disponibile, per garantire la privacy e la sicurezza delle transazioni, l'identità digitale PosteID che consente a chi già la possiede, o possiede strumenti di riconoscimento in rete alternativi rilasciati da Poste come l'attuale App PosteID, PCR, Postamat e cellulari certificati, di sottoscrivere la nuova versione e utilizzare PosteID anche come strumento di accesso ai servizi Spid. PER CHIEDERE il rilascio dell'identità digitale occorre essere maggiorenni, cittadini italiani o stranieri, in possesso di documento di identità in corso di validità e codice fiscale rilasciati dall'autorità italiana preposta ed essere in possesso di un numero di cellulare. Il primo passo consiste nell'effettuare autonomamente la pre-registrazione online sul portale PosteID (https://posteid.poste.it), inserendo tutti i dati obbligatori richiesti (indirizzo di residenza, gli estremi di un documento d'identità ecc). Il nuovo utente, una volta completata la pre-registrazione dei propri dati sul portale PosteID, dovrà recarsi a partire dal giorno successivo ed entro trenta giorni in uno degli Uffici postali abilitati al rilascio, con il codice della pratica ricevuto sul proprio cellulare, per eseguire l'identificazione a vista. Successivamente è necessario perfezionare la registrazione sul portale.

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Brescia Oggi - giovedì 21 aprile 2016 CRONACA, pagina 10
L'ANNUNCIO. Entro ottobre in città e in tutta la provincia cambieranno le modalità di distribuzione di lettere e stampe. Sindacati sul piede di guerra per il «servizio»
Poste, in autunno consegna a giorni alterni
Stefano Martinelli
La corrispondenza «normale» sarà sottoposta al nuovo regime mentre per la «prioritaria» verrà garantito il recapito immediato

Rivoluzione in vista per il sistema di recapito della posta. A Brescia e in tutta la provincia dall'inizio dell'autunno 2016 cesserà di essere in vigore la tradizionale consegna giornaliera, per lasciare spazio ad una modalità di distribuzione a giorni alterni. Strutturato secondo uno schema bisettimanale, lunedì, mercoledì, venerdì una settimana e martedì giovedì quella seguente, il nuovo sistema verrà introdotto da Poste Italiane dopo un periodo di sperimentazione partito a novembre nei comuni della Valle Camonica Edolo e Breno. La corrispondenza «normale» sarà sottoposta al nuovo regime mentre per la posta «prioritaria» verrà garantita una consegna immediata. In funzione dello scopo sarà infatti creata la figura del portalettere «PLUS», che recapiterà anche nei giorni non previsti dal sistema missive raccomandate e quotidiani. Il piano di Poste Italiane, che verrà esteso a tutta Italia, giunge dopo un importante piano di razionalizzazione messo in atto dall'azienda. La dismissione del Centro di meccanizzazione postale di via Dalmazia e il ridimensionamento o la chiusura di alcuni uffici sparsi sul territorio provinciale, hanno già in passato creato preoccupazioni negli ambienti sindacali che, con la nuova riforma, hanno alzato il livello di attenzione. Il recapito a giorni alterni «porterà conseguenze negative sulla qualità del servizio a cittadini e imprese, a causa di numerosi tagli al personale, come confermato dai risultati nelle aree dove è avvenuta la sperimentazione - fa sapere il segretario provinciale della Failp Cisal Marco Mattei -. Le zone servite passeranno da 650 a 490, in calo del 25%, con il conseguente esubero di 160 lavoratori che dovranno essere ricollocati da Poste Italiane». «Così facendo i portalettere dovranno sostenere un aggravio consistente del carico di lavoro giornaliero e di strada da percorre per effettuare le consegne - rincara la dose -, con inevitabile aumento della posta in giacenza e conseguenti disagi per la clientela». PREOCCUPAZIONE emerge anche nelle parole del segretario provinciale dei postali Cisl Giovanni Punzi, che lamenta «una situazione già compromessa per i dipendenti dell'azienda dai tagli del passato». «Negli ultimi cinque anni sono stati persi più di 500 posti di lavoro e questo cambio di sistema non può che peggiorare la situazione - chiosa -. A oggi la realtà è che Poste Italiane, ancora più con la privatizzazione, ha messo in atto una diminuzione dei servizi di forte impatto sull'intero comparto». A Breno ed Edolo, da quando a novembre è stato avviato il recapito a giorni alterni, «4 lavoratori hanno perso il posto - aggiunge Punzi -, e disagi ci saranno sicuramente anche nel resto della provincia». Se per il segretario della Slp Cisl gli utenti del servizio non risentiranno però particolarmente del cambio, «le consegne prioritarie verranno garantite dal portalettere PLUS», ciò non vale per Marco Mattei della Failp Cisal. «La clientela accuserà il colpo in tutta la provincia e in special modo nel capoluogo - sottolinea -. Questi tagli, sommati a quelli del passato, colpiscono un territorio dove ci sono poli economici tra i più importanti d'Italia, con la presenza di molte aziende di rilevanza internazionale». LE ORGANIZZAZIONI sindacali della Lombardia avevano già nei giorni scorsi annunciato uno sciopero degli straordinari dal 26 aprile al 25 maggio, come conseguenza delle politiche adottate da Poste Italiane, e la recente riforma delle consegne non farà altro che aggravare la situazione. «Se i lavoratori continueranno a non essere tutelati non è da escludere che in futuri si organizzi una mobilitazione di più ampia portata» annuncia Giovanni Punzi, con Mattei che gli fa eco sottolineando come «l'azienda non stia rispettando la parte dell'accordo in merito ai 200 milioni di euro previsti per interventi e investimenti relativi alle infrastrutture, le dotazioni degli strumenti e dei mezzi di lavoro».

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Giornale di Brescia, 18 aprile 2016
Armato di lama entra in Posta, si fa consegnare i soldi e scappa

Non ha esitato un istante. Nonostante l’ora, nonostante il rischio di essere scoperto, di essere «catturato» dalle telecamere della Posta o degli esercizi commerciali vicini, nonché da quelle di videosorveglianza del Comune. Sabato mattina, attorno a mezzogiorno, un uomo con il volto parzialmente coperto ha fatto irruzione nell’ufficio postale di via Santa Caterina, in pieno centro storico. Era armato di coltello e lo ha usato per minacciare gli impiegati presenti. Si è fatto consegnare il denaro in cassa - all’incirca 400 euro – e poi è fuggito. Sul posto sono stati chiamati i carabinieri che non escludono di rintracciarlo.

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Venerdì 15 Aprile, 2016  CORRIERE DELLA SERA

Poste alla scoperta degli innovatori con Talent Garden

(an.duc.) Un vivaio di giovani talenti a Roma. Il progetto sbarca nella capitale con la partnership di Poste Italiane e punta a fare crescere l’attività di ricerca e innovazione di Talent Garden, una piattaforma di coworking per start up. L’operazione a monte vede coinvolti l’incubatore Digital Magics (tra gli azionisti figura anche Marco Gay, presidente giovani imprenditori di Confindustria) e Tamburi Investments Partners in veste di soci con una quota del 28% di Talent Garden. A guidare quest’ultima è il ventiseienne Davide Dattoli forte di un piano di sviluppo che delinea la creazione di una trentina di nuovi campus in Europa per lo sviluppo di idee, progetti e iniziative digitali. In questa ottica Poste Italiane ha scelto di affiancarsi all’iniziativa, garantendo gli spazi per il nuovo campus romano e, soprattutto, confidando sul fatto che dall’operazione germogli una cosidetta killer application su cui scommettere e investire. Francesco Caio ( foto ), numero uno del gruppo Poste, del resto, non mette limiti ricordando che nel piano industriale sono indicati 3 miliardi di euro di investimenti sull’innovazione. «Speriamo di fare capire a questi ragazzi che non si fa una start up per fare una brochure, ma per fare un’impresa da un miliardo di dollari», tiene a dire Caio. Nel nuovo campus sono un centinaio i ragazzi selezionati per sviluppare una trentina di idee. L’apertura di Roma segue quelle di Milano, Napoli, Torino e Palermo)

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Giornale di Brescia, 03 aprile 2016
L’attenzione al servizio postale nei centri montani

Chiedo spazio sulla sua rubrica per replicare rispetto alla lettera «La consegna della posta in montagna», pubblicata il primo aprile scorso, nella quale il sig. Michele Pizio di Villa di Lozio domanda a me e ai rappresentanti eletti in Parlamento come mai ci interessiamo solo ora della razionalizzazione di Poste italiane. Nonostante sia stato ampiamente diffuso dagli organi di stampa, il sig.Pizio evidentemente non ricorda che, nel gennaio 2015, quando Poste italiane ha comunicato il proprio piano di riorganizzazione, mi sono subito attivato incontrando a Palazzo Broletto i dirigenti bresciani e regionali dell’azienda, insieme al presidente dell’Associazione Comuni bresciani, Gabriele Zanni. Ho fatto subito presente che i ridimensionamenti degli uffici postali avrebbero comportato gravi problemi soprattutto ai piccoli Comuni delle valli, dove, in caso di soppressione degli uffici, a pagarne le conseguenze sarebbero stati utenti già disagiati per le criticità che presentano i territori montani nei quali vivono. In qualità di componente della Giunta nazionale dell’Unione nazionale comuni comunità enti montani, ho poi incontrato a Roma l’on. Enrico Borghi, presidente di Uncem, per affrontare anche con lui la questione della chiusura degli uffici postali e valutare quanto fosse opportuno fare nel rispettivo ambito di competenza. Il 25 febbraio 2015 ho inoltre convocato i Comuni interessati dalla chiusura e dalla razionalizzazione degli uffici postali e i presidenti delle Comunità montane proprio perché consapevole che i Comuni di montagna sarebbero stati i più penalizzati. L’attenzione della Provincia di Brescia dunque non è mai mancata rispetto al tema e il fatto che ora il Governo abbia chiesto a Poste italiane di rivedere il proprio piano è merito del lavoro fatto in questi mesi da Unceme Anci, di cui presiedo la Commissione montagna nazionale. Ho sempre dichiarato che la necessità di risparmiare per Poste italiane non può penalizzare un servizio, prezioso soprattutto a chi vive in montagna. Ho sempre chiesto di tenere in seria e doverosa considerazione la situazione geografica e orografica dei singoli territori interessati dal piano di razionalizzazione non ché le proposte che dai Comuni interessati giungono. Sono nato ec resciuto in un piccolo Comune di montagna, vivo a Stadolina di Vione, sono sindaco e amministratore da vent’anni a Cedegolo: potrà comprendere che conosco molto bene i problemi legati ai borghi montani e la mia politica è molto attenta a tutte le istanze che giungono dai territori montani, per i quali il mio impegno è sempre stato attivo e costante. Quindi,S ig.Pizio, quando dico che mi sto occupando del problema di Poste italiane «da sempre», sappia che non è un’iperbole nemmeno questa.

Pier Luigi Mottinelli Presidente Provincia di Brescia e Presidente Commissione Montagna nazionale Anci

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CORRIERE DELLA SERA - Sabato 2 Aprile, 2016

Poste, allo studio il collocamento di un’altra quota

A pochi mesi dalla quotazione in Borsa che ha portato sul mercato oltre un terzo del capitale di Poste Italiane, il governo ha allo studio la cessione di una nuova quota della società. Una decisione definitiva in tal senso, tuttavia, secondo le indiscrezioni, non sarebbe ancora stata presa.
Il Tesoro detiene attualmente il 65% di Poste Italiane dopo aver ceduto il 35% lo scorso ottobre tramite il collocamento in Piazza Affari che ha fruttato una raccolta di circa 3 miliardi di euro.
A questo punto, tuttavia, dopo lo slittamento della privatizzazione delle Ferrovie dello Stato a una data che non sarà anteriore al 2017, il governo sta studiando quali attivi pubblici portare sul mercato. L’obiettivo di quest’anno, infatti, è di ricavare dalla vendita di beni dello Stato risorse per un ammontare pari allo 0,5% del Pil come previsto nella legge di Stabilità. In una recente dichiarazione l’amministratore delegato di Poste Italiane, Francesco Caio, ha detto di aspettarsi che il Tesoro continui a ridurre la sua partecipazione nel gruppo fino al 30% circa del capitale e di essere pronto ad affrontare la cessione di una ulteriore tranche anche a partire da quest’anno. Attualmente l’unica privatizzazione in corso è quella di Enav, la società che gestisce e controlla il traffico aereo civile. É previsto che verrà quotato il 49% del capitale per un controvalore di poco inferiore al miliardo di euro. Ieri intanto Poste Italiane ha chiuso in Piazza Affari al prezzo di 6,56 euro. Il 27 ottobre scorso il titolo aveva esordito in Borsa a un prezzo di collocamento di 6,75 euro.

Marco Sabella

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Giornale di Brescia, 01 aprile 2016

La consegna della posta in montagna

A Lozio (e immagino anche altrove) il servizio postale di consegna a domicilio è a giorni alterni già dal 1° novembre 2015. A suo tempo, in seguito all’annuncio in tal senso di Poste Italiane, avevo tappezzato di appelli le bacheche dei gruppi Facebook «Sei di... se» di tutta la Valle Camonica (sicuro che tutti i politici locali, anche quelli meno connessi, li facciano prudentemente monitorare). Senza suscitare la minima reazione; neppure tra i cittadini a dire il vero. Com’è che per i parlamentari bresciani e bergamaschi, per la provincia di Brescia attraverso il suo presidente, per i sindacati tutti, la questione merita un intervento solo ora? Non sono abbastanza piccoli, montani e disagiati i comuni come Lozio? Bisognava aspettare che la questione colpisse realtà più appetitose? Come mai ci si muove solo ora? Poste Italiane ragiona solo in base ai numeri che garantiscono il suo interesse economico. Voi - parlamentari, presidenti di provincia, sindaci, sindacalisti... – ragionate solo in base ai numeri (quelli dei paesi di valle e montagna che abbiano un peso minimo...) che garantiscono il vostro interesse elettorale, clientelare o di tesseramento. Ma Poste Italiane è un’azienda privata, non è suo compito quello di preoccuparsi dell’interesse pubblico; tantomeno di quello dei più svantaggiati. E soprattutto Poste Italiane non ammanta il suo interesse dell’ipocrita preoccupazione per i piccoli e già disagiati comuni di montagna. Siete peggio di Poste Italiane. No, non è un’iperbole.
PS: ovviamente il discorso, replicabile a piacere in innumerevoli altre passate e purtroppo future occasioni, vale anche per i giornalisti anche se spesso sono solo poveri vasi di terracotta che hanno accettato di accomodarsi sullo stesso carro con molti vasi di ferro.  Michele Pizio Villa di Lozio

Il direttore Giornale di Brescia risponde

Non butterei alle ortiche prese di posizione, seppur tardive come lei le ritiene: meglio tardi che mai. La questione Poste è di bruciante attualità, soprattutto per i destinatari delle zone più periferiche. Ne approfitto per rassicurare i nostri abbonati: la consegna a giorni alterni non riguarda, almeno per il momento e per i prossimi mesi, i quotidiani. Quanto alle sue lagnanze, «tot capita, tot sentenziae»: tante teste, altrettanti giudizi. La pensi come crede, ma la prego, non faccia di ogni filo d’erba un fascio.