LA STAMPA DI MARZO 2016
Giornale di Brescia, 29 marzo 2016 La minaccia dei mesi scorsi sta divenendo realtà e quanto prospettato nell’estate del 2015 continua a far discutere: nel giro di qualche giorno la posta ordinaria nei Comuni di montagna, tra cui moltissimi della Vallecamonica, potrebbe essere consegnata a giorni alterni, con le bollette che rischiano così di arrivare con molti giorni di ritardo. Un taglio al servizio che gli amministratori camuni faticano a digerire: per questo si sono rivolti a più riprese ai loro rappresentati in Parlamento, perché facciano pressione sul Governo, chiedendo a Poste Italiane di rivedere la nuova organizzazione. Per molti paesi camuni vorrebbe dire un’ennesima contrazione di un servizio che, negli ultimi anni, è andato via via diminuendo, con uffici postali spesso chiusi o aperti a singhiozzo e servizi non sempre garantiti, così come il personale. Sono circa 5.200 i Comuni coinvolti, di cui molti in zona: «La preoccupazione è sempre stata legata soprattutto ai paesi delle Valli, dove i tagli penalizzano utenti già disagiati per le criticità connesse ai territori montani - afferma il presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli -. La necessità di risparmiare per Poste Italiane non può penalizzare un servizio prezioso soprattutto per chi vive in quota e si deve tenere in considerazione la situazione dei singoli casi, nonché le proposte che giungono dalle Amministrazioni locali: basta alla riduzione dei servizi nelle zone che si ritengono poco remunerative». In questi ultimi giorni il ministero ha chiesto a Poste di rivedere con il Governo il suo piano di tagli e, in particolare, il punto sulla distribuzione della corrispondenza a giorni alterni. Ma sono in pochi i sindaci a credere che questa continua moria del servizio possa essere arrestata. |
Brescia Oggi venerdì 18 marzo 2016 ECONOMIA, pagina 28 |
Giornale di Brescia, 18 marzo 2016 |
Brescia Oggi - lunedì 07 marzo 2016 LETTERE, pagina 53 |
Brescia Oggi - domenica 06 marzo 2016 LETTERE, pagina 53 Riportiamo la lettera di Luciano Costa di Brescia Oggi sul fare il sindacalista di ruolo! Oggi fare il sindacalista di ruolo, nel senso di presiedere questa o quella organizzazione sindacale Oggi fare il sindacalista di ruolo, nel senso di presiedere questa o quella organizzazione sindacale sulla base di un mandato conferito dai lavoratori associati, è uno dei servizi, o mestieri se preferite, più complicati e, forse, più astrusi che si possano immaginare. La complicanza nasce dai soggetti rappresentati: tutti d'accordo quando c'è da rivendicare sapendo che qualcosa otterranno, tutti dolenti e delusi quando l'albero ha ben pochi frutti da offrire. L'astrusità (da astruso, che significa, a seconda dei casi, difficilmente capibile perché complesso, distratto, profondo, recondito, incomprensibile, tortuoso, oscuro, enigmatico, incomprensibile, sibillino, ermetico, articolato...) è inculcata nel ruolo, notoriamente più notarile che ideologico, che l'eletto è chiamato a svolgere: buono quando è foriero di utili provvidenze, ma gramo assai tutte le volte che non va oltre la normalità o che deve fare necessità virtù, oppure quando non trova un nesso ragionevole tra i rappresentanti politici che reggono, o tentano di reggere, le sorti del Paese e ciò che sperano, vogliono, desiderano, sognano i lavoratori. Insomma, oggi fare il capo di un Sindacato non è di moda e neppure appagante. Per uno a cui basta il nome per essere riconosciuto (dire Susanna, per esempio, significa di per sé stabilire che il soggetto è la Camussso, arcigna sostenitrice del ritorno a una classe operaia dura e pura sebbene ideologicamente predisposta a inforcare il velocipede della mediazione pur di arrivare a destinazione), cento restano sconosciuti, ora esecutori di politiche decise altrove, ora cantori di novità che per il fatto di essere pensate in provincia difficilmente conosceranno la grande ribalta nazionale. Però, «se i sindacati non ci fossero - diceva un certo cavalier Luigi Lucchini, industriale e per anni potente presidente degli industriali -, bisognerebbe inventarli». Soprattutto «perché - gli rispose allora l'arguto Melin Pillitteri, al tempo Segretario Generale della Cisl bresciana - essi servono, da un lato, a confermare che padroni e padroncini esistono a prescindere, dall'altro a dare lor signori il titolo di nobili e mobili rappresentanti di una minoranza che detiene la maggioranza della ricchezza disponibile». Questo lungo preambolo mi serve per salutare il nuovo Segretario Generale della Cisl bresciana, un 63enne napoletano di nascita ma camuno d'adozione che al sindacato è arrivato dalla porta del pubblico impiego (era vigile urbano in un paesotto della Valle), chiamato a sostituire Enzo Torri (dieci anni in fabbrica con la tuta di metalmeccanico, poi sindacalista a tempo pieno per trentasei, Segretario Generale negli ultimi cinque), a cui i lavoratori chiedono, innanzitutto, di non far rimpiangere il passato, poi di colorare il futuro con pennellate di speranza e, possibilmente, di buon vivere. In una stagione che al massimo offre «pagliuzze», molti chiari di luna e rare ondate di sole, compito primario del nuovo Segretario è quello di dimostrare che la Cisl è preparata a difendere la sua vocazione di sindacato che privilegia la proposta piuttosto che la protesta, la sua originalità, i suoi valori, la sua scelta solidale, la sua ricerca quel «soffio d'anima» capace di trasformare le cose in buone cose, la militanza in un bene condiviso, il lavoro in diritto per tutti e l'accoglienza dell'altro - straniero, rifugiato, extracomunitario o migrante che sia - in una risorsa per l'intera società. Pur essendo tremendamente vero che a nessuno è concesso di prevedere quel che capiterà domani, il fatto di portarsi al seguito, come nel caso del nuovo Segretario, un cognome che sembra fatto apposta per eliminare le distanze e promuovere i miracoli (Diomaiuta, mica una quisquiglia) e un nome (Francesco) che appena lo pronunci solleva quantità incredibili e benefiche di misericordia oltre che voli pindarici di colombe inneggianti pace e concordia per il mondo intero, è di buon auspicio. Se poi è concesso abbinare al «diomaiuta» in possesso del nuovo Segretario al tanto di «bono» che, «metti» il caso, abita dalle parti del Presidente degli industriali bresciani, vuoi scommettere che le sognate «nuove relazioni» hanno più di una probabilità di diventare in fretta pane quotidiano? |
Brescia Oggi - domenica 06 marzo 2016 CRONACA, pagina 10 IN VIA LOMBROSO. Colpo finito male per un bresciano di 52 anni fermato poco dopo dalla Polizia L'uomo ha atteso l'orario di chiusura dell'ufficio ma è stato ripreso e incastrato dalle telecamere Individuato in via XXV Aprile, era già noto alla legge Ha atteso l'orario di chiusura dell'ufficio per mettere in atto il suo piano: rapinare il cassiere. Ma, evidentemente, non aveva tenuto conto di alcune variabili che gli sono costate l'arresto. Un 52enne bresciano, G.M., è finito così in manette con l'accusa di rapina aggravata. Ad essere preso di mira l'ufficio postale di via Lombroso 42. ERANO LE 13.50 di venerdì e mancavano dieci minuti alla chiusura quando l'uomo è entrato, ha preso un bollettino e ha iniziato a compilarlo. Nel frattempo si guardava attorno seguendo con lo sguardo le persone che man mano uscivano. Quando si è sentito sicuro e al riparo da occhi indiscreti, ha estratto un coltello da cucina e si è scagliato contro un dipendente intimandogli di consegnare il denaro in cassa. Ottenuti 250 euro, il 52enne si è dato alla fuga pensando di averla fatta franca. Ma le telecamere interne all'ufficio avevano ripreso ogni mossa e la sequenza è stata analizzata dagli agenti della Volante del Carmine arrivati sul posto subito dopo la richiesta di intervento da parte dei dipendenti delle Poste. La nota con la descrizione del rapinatore è stata immediatamente diramata alle pattuglie delle Volanti supportate, ogni giorno, dai sei equipaggi del Reparto prevenzione crimine di Milano. Servizi che sono stati potenziati quest'estate dopo il duplice omicidio di Frank Seramondi e della moglie. Ed è stato proprio un equipaggio Rpc a notare in via XXV Aprile la presenza di un uomo corrispondente alla descrizione che, alla vista della polizia, è corso a nascondersi all'interno di un bar dal quale era appena uscito. GLI AGENTI lo hanno fermato e gli hanno chiesto cosa avesse in tasca. Il 52enne ha estratto i 250 euro e le chiavi di una Bmw. Auto che, secondo quanto da lui dichiarato, quel giorno non aveva usato. Poco convinti che l'uomo si fosse mosso a piedi per compiere la rapina, gli agenti hanno iniziato a cercare la vettura trovandola parcheggiata in vai Ceruti. All'interno dell'auto c'erano il coltello e un passamontagna che però non era stato utilizzato per mettere a segno il colpo in via Lombroso. A quel punto l'uomo, già gravato da precedenti per rapina, non ha potuto che ammettere le proprie responsabilità ed è stato arrestato. |
Giornale di Brescia, 04 marzo 2016 Coda in Posta: lo sportello si prenota con il telefono L’app di Poste Italiane si può utilizzare in sette uffici del Bresciano: l’abbiamo provata Sempre di corsa, alle prese con mille impegni, ma continuamente connessi con lo smatphone in tasca: è la fotografia dell’uomo moderno. Per queste persone che fanno fatica ad incastrare lavoro, commissioni e famiglia arriva in aiuto la app di Poste Italiane, un sistema grazie al quale si può prenotare lo sportello attraverso il proprio telefonino, scegliendo l’ufficio, tra i sette abilitati nel Bresciano, e soprattutto l’orario di accesso. Basta un click per scaricare gratuitamente con tablet o telefonino la app«Ufficio postale», disponibile su Google play e Apple Store. E così l’abbiamo provata:abbiamo scaricato l’app sul telefono e abbiamo seguito le indicazioni del software. Sullo schermo si apre una mappa che segnala gli uffici abilitati al servizio. A questo punto si clicca sull’ufficio più vicino, sul servizio del quale vogliamo usufruire e sull’orario più comodo. Nel nostro caso Brescia 6, servizi finanziari, alle 15.30.Sulla schermata del nostro smartphone compare un numero e un codice Qr. Alle 15.27 siamo in via Lattanzio Gambara, entriamo nell’ufficio in un orario certo non di punta. Avviciniamo il telefono al lettore del totem all’ingresso, il cosiddetto gestore code, sul monitor compare il numero che già ci era stato comunicato dalla appe attendiamo. Nessun biglietto cartaceo viene stampato, perché il nostro biglietto è digitale, sul telefono. Aspettiamo e alle15.33 viene chiamato il nostro numero. Come spiegato da Poste Italiane è il primo sportello disponibile a chiamare il ticket digitale. Il nuovo servizio che permette di ridurre i tempi di attesa quindi passa il nostro esame. Con la nuova app «Ufficio postale» si può anche monitorare una spedizione tracciata, come raccomandate, assicurate o pacchi, pagare bollettini o mandare telegrammi. E per chi di app e prenotazioni digitali proprio non ne vuol sentir parlare può sempre ingannare il tempo navigando gratuitamente negli uffici postali di Brescia 6, Brescia 4, Gavardo e Gussago dove è attivo il wi-fi. Dove è possibile prenotare lo sportello: la mappa Sono sette, ma presto saranno di più, gli uffici postali del Bresciano nei quali è possibile prenotare il ticket digitale per la fila negli uffici postali. In città gli uffici abilitati al servizio sono quattro: Brescia 4 in via Foscolo, Brescia 6 in via Lattanzio Gambara, Brescia 7 in viale Piave. A questi si aggiungerà entro la fine del mese Brescia 10 in via Cipro. In provincia è possibile prenotare il biglietto digitale negli uffici di Desenzano del Garda e Gavardo. Entro la fine del mese il servizio sarà attivato anche nell’ufficio di Gussago. |
1 Marzo, 2016 - CORRIERE DELLA SERA Posta non ritirata? Ora diventa digitale e si può scaricare direttamente dal web ( giu.fer. ) Nexive (ex TNT) lancia la raccomandata digitale: da aprile sarà possibile scaricarla direttamente sul pc in modo semplice e sicuro. Il nuovo servizio, in partnership con la startup tNotice, offrirà al destinatario, assente al momento della consegna della raccomandata, la possibilità di riceverla sul proprio pc invece di andare a ritirarla presso un punto di giacenza, che resta un’opzione. In Italia si spediscono 180 milioni di raccomandate all’anno (di cui 14 milioni da Nexive) e il 36% finisce in giacenza, il nuovo servizio punta a eliminare le file per il recupero con digitalizzazione e un codice Pin contenuto nell’avviso di giacenza. |