LA STAMPA DI LUGLIO 2016

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AGENZIE STAMPA

20-lug-16

DICHIARAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE SLP-CISL

Poste, Cisl: rete logistica ormai al collasso.
Servono meno annunci e piu' concretezza. Pronti a mobilitazione

Roma, 20 lug. (askanews) - ""Le dichiarazioni dell'ad di Poste Italiane Caio, nel corso ieri dell'audizione alla Commissione Lavori Pubblici del Senato, descrivono un'Azienda ed un Piano Industriale a noi 'sconosciuti'"". Lo sottolinea il neo segretario generale del Slp Cisl, Luca Burgalassi."" La capillarità della rete degli uffici postali resiste, solo in parte, per la ferma opposizione delle Organizzazioni Sindacali, dei Sindaci e dei Tar che hanno sonoramente bocciato e contrastato il programma di chiusura di centinaia di uffici nelle aree rurali del Paese. Il recapito a giorni alterni è in crisi e gli investimenti in tecnologia per il settore postale sono solo annunciati. La rete logistica di Poste Italiane - ha sottolineato - è ormai prossima al collasso, incapace di garantire standard di qualità accettabili per i cittadini. Servono meno annunci e più concretezza. Serve soprattutto un radicale ripensamento di alcuni progetti contenuti nel Piano Industriale.
In mancanza di risposte concrete alle richieste unitarie del Sindacato a settembre è pronta a scattare una grande mobilitazione del popolo postale per dire no alla privatizzazione e per un vero rilancio dei servizi da offrire ai cittadini"".

Red-Cip

20-lug-16

DICHIARAZIONE DEL VICE PRESIDENTE UNI EUROPA

Roma, 20 lug. (askanews) - ""Le dichiarazioni del ministro Padoan rese ieri alla Camera in merito alla privatizzazione di Poste Italiane destano preoccupazione negli ambienti nazionali e internazionali dei sindacati postali"". Lo sottolinea Mario Petitto, vice presidente dei Sindacati Postali Europei, che confuta le dichiarazioni del Ministro Padoan quando afferma che la privatizzazione di Poste ne ha migliorato l'efficienza e aumentato gli investimenti. ""Il Sindacato Postale Europeo sostiene le ragioni dei Sindacati italiani di categoria e congiuntamente hanno rappresentato alle competenti Commissioni di Camera e Senato le motivazioni e i rischi connessi alla ulteriore privatizzazione di Poste Italiane che non porterà benefici economici al bilancio dello Stato, e non garantirà, in futuro, l'unicità aziendale, né efficienza e socialità dei servizi, né garanzie occupazionali. Le esperienze di privatizzazioni di operatori postali in altri Paesi - conclude Petitto - non sono state foriere di benefici né per i cittadini e neanche per i lavoratori"".

Red-Cip

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Federazione Lavoratori Poste
Segreteria Provinciale – Brescia

Comunicato stampa, 20 luglio 2016

IL PROTOCOLLO SICUREZZA DI POSTE ITALIANE E I COMPORTAMENTI AZIENDALI DI OGNI GIORNO

“Sara sicuramente un protocollo interessante, ma visto che pur riguardando in primo luogo i lavoratori i loro rappresentanti non sono stati né invitati né informati dei contenuti, è lecito nutrire più di una perplessità”. Giovanni Punzi, segretario provinciale dei Postali della Cisl, prende posizione dopo la sigla del “protocollo sulla sicurezza” avvenuto ieri in Prefettura. La questione non è semplicemente formale (vale a dire il mancato coinvolgimento delle sigle sindacali, replica di quanto avvenuto nel 2011) ma è legata ai comportamenti sostanziali di Poste Italiane nei confronti dei suoi dipendenti. “Presumo che questo documento dica e preveda qualcosa sulle rapine negli uffici postali. Fossimo stati invitati avremmo però sollevato un problemino che non avrebbe permesso all’azienda di fare la ruota a beneficio dei media e delle istituzioni. Avremmo denunciato infatti che spesso Poste Italiane si accanisce sui dipendenti degli uffici che subiscono una rapina: abbiamo l’elenco di lavoratori sanzionati dalla direzione provinciale perché, di fronte a malviventi armati, non si sono attenuti  alle procedure previste, lavoratori ai quali Poste Italiane addebita la restituzione di parte del denaro trafugato. Insomma, oltre al danno la beffa”.
Il segretario dei Postali Cisl di Brescia, casi alla mano, attacca duramente Poste Italiane: “Mi chiedo se l’azienda si comporti allo stesso modo anche nei confronti dei dirigenti aziendali milanesi di Poste quando le forze dell’ordine non riescono ad avere i filmati delle telecamere che dovrebbero coprire tutti gli uffici per guasto degli apparecchi o registrazioni anomale. Sarebbe interessante conoscere rispetto al numero delle rapine subite da Poste Italiane quanti filmati si è potuto mettere a disposizione delle forze dell’ordine! Il nuovo “protocollo sulla sicurezza” siglato ieri raccomanda qualcosa in merito? Chissà!”.
Punzi mette poi il dito nella piaga che ormai ogni giorno tantissimi lavoratori allo sportello devono affrontare: “In alcune realtà territoriali ben precise i nostri Uffici postali stanno diventando dei supermercati per il riciclaggio delle banconote false. Fossimo stati invitati a discute del “protocollo sicurezza” avremmo sollevato il problema e avremmo suggerito a Poste Italiane che forse potrebbe destinare gli stessi soldi che utilizza per associarsi a Confindustria all’acquisto di semplici macchinette che consentono di individuare le banconote false e un’altra cospicua somma anche per stipulare un’assicurazione contro le rapine raggiungendo un duplice obiettivo: salvaguardare il patrimonio aziendale e non accanirsi più sui suoi dipendenti che oggi, manco fossero loro i rapinatori, si vedono recapitare ingiunzioni su ingiunzioni da parte degli avvocati di Poste Italiane”.

 

 

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Brescia Oggi - mercoledì 20 luglio 2016 - CRONACA, pagina 10
L'ACCORDO. L'impegno delle Forze dell' ordine con il Responsabile Tutela Aziendale
Prefettura e Poste Italiane alleate sul fronte sicurezza
Giuseppe Spatola
Nel Protocollo siglato ieri in Broletto è previsto il monitoraggio degli impianti tecnologici di sicurezza e l'aumento della videosorveglianza
Un protocollo d'intesa tra la Prefettura e le Poste per garantire la sicurezza degli Uffici Postali dell'intera provincia di Brescia. L'accordo è stato sottoscritto ieri mattina in Broletto e prevede la collaborazione con Poste Italiane finalizzato alla «prevenzione di furti e rapine negli uffici». Presenti il Prefetto di Brescia, Valerio Valenti, i rappresentanti delle Forze dell'Ordine (Polizia e Carabinieri), il Responsabile Tutela Aziendale di Poste Italiane, Vanes Montanari e le Responsabili delle Filiali Brescia 1 e Brescia 2 di Poste Italiane, Maria Carla Brunori e Luisella Gnocchi. Il protocollo d'intesa non è di certo nuovo per Brescia visto che già nel 2011 la Prefettura e Poste Italiane sottoscrissero un analogo accordo nel quale la prevenzione e la lotta alla criminalità negli uffici postali veniva inserita in una serie di accordi.«Il rinnovo del Protocollo - hanno spiegato le parti - attesta il buon esito di quanto è stato realizzato negli ultimi anni. Il protocollo mira a definire gli impegni tra le parti per garantire livelli minimi di sicurezza passiva per ciascun ufficio postale presente sul territorio e prevede, inoltre, il coordinamento delle azioni di contrasto e prevenzione dei furti reso possibile grazie alla creazione di canali di comunicazione diretti per una immediata interlocuzione tra Poste Italiane e le Forze dell'ordine».In particolare nell'accordo siglato in Prefettura è previsto il monitoraggio degli impianti tecnologici di sicurezza e il tempestivo ripristino della «piena funzionalità» oltre che la previsione di elevare sempre più gli standard qualitativi delle immagini. Non solo. «Con la medesima finalità di ottimizzazione delle misure di vigilanza - hanno spiegato in Prefettura -, verranno intensificati e codificati i flussi informativi dalle strutture di Poste italiane alle Forze dell'ordine». Sarà inoltre favorita la divulgazione della cultura della sicurezza ed ulteriormente sincronizzate le sinergie di collaborazione tra Poste Italiane e Forze dell'Ordine mediante l'organizzazione strutturata di attività di presidio, statico e dinamico. POSTE ITALIANE si avvale sul territorio della provincia di Brescia di una rete capillare di 266 uffici postali e 108 sportelli Postamat. Nel corso dell'incontro sono state illustrate le tipologie delle strutture, i sistemi adottati per accrescere la sicurezza e gli investimenti già effettuati, anche in direzione della formazione e sensibilizzazione del personale degli uffici postali. Il Protocollo già nel 2011 prevedeva che le poste installino in ogni ufficio almeno quattro misure scelte da un elenco di dieci: bussola d'ingresso, doppia porta interbloccata, rilevatore biometrico all'entrata, guardia giurata, bancone blindato, caveau, cassaforte, ritardatore d'apertura, cassetto antirapina da sportello, cassaforte bifronte (la cassa continua delle banche), impianto di allarme e videosorveglianza.

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Giornale di Brescia, 20 luglio 2016
Controlli e prevenzione: meno rapine alle Poste
Nei primi sei mesi del 2016 solo 4 colpi Firmato in prefettura un documento ad hoc

Nei primi sei mesi di quest’anno nel Bresciano ci sono state «solo» quattro rapine negli uffici postali. Un numero di gran lunga inferiore alla media nazionale e a quella delle province di pari grandezza. Un risultato dovuto, probabilmente, all’impegno delle forze dell’ordine, ma anche alla presenza di un protocollo per la prevenzione di furti e rapine negli uffici postali di tutta la provincia, sottoscritto già nel 2011 da prefettura, questura, carabinieri, guardia di finanza e Poste italiane. Il documento è stato rinnovato ieri mattina in Broletto, attestando così il buon esito di quanto attuato negli ultimi anni. L’intesa ridefinisce gli accordi tra le parti, per garantire livelli minimi di sicurezza passiva per ogni ufficio postale bresciano e prevede il coordinamento delle azioni di contrasto e prevenzione dei furti, reso possibile grazie alla creazione di canali di comunicazione diretti per un’interlocuzione immediata tra Poste e forze dell’ordine. Entrando nel dettaglio, il protocollo prevede il monitoraggio degli impianti tecnologici di sicurezza e il tempestivo ripristino della piena funzionalità, compresa la previsione di elevare gli standard qualitativi delle immagini. Inoltre saranno intensificati i flussi informativi dalle strutture di Poste alle forze dell’ordine e intensificata la collaborazione. In tutta la provincia sono 266 gli uffici postali e 108 i punti di prelievo Postamat.

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CORRIERE DELLA SERA  Mercoledì 20 Luglio, 2016

Poste, il conto per il Tesoro: cedole in calo per 100 milioni
di Corinna De Cesare

Dopo aver collocato lo scorso anno il 35% di~Poste~incassando 3 miliardi, il Tesoro è in procinto di conferire un altro 35% del gruppo a Cassa depositi e prestiti. Il residuo 29,7% sarà collocato sul mercato e, sulla base delle quotazioni attuali, avrebbe un valore di circa 2 miliardi. Qual è il minor incasso per il Mef associabile alla cessione di un valore attorno ai 2 miliardi? «In termini approssimativi più di 100 milioni di dividendi - ha spiegato ieri il ministero dell’Economia Pier Carlo Padoan -. Si può questionare sul fatto che non ci piace perdere dividendi, ma questa è una valutazione di costi e opportunità». Sul futuro del gruppo, sia da parte del Mef che da parte dell’amministratore delegato di~Poste~Italiane Francesco Caio, ci sono state ampie rassicurazioni. «Abbiamo letto - ha precisato Caio nel corso di un’audizione alla commissione Lavori Pubblici del Senato - che esiste una preoccupazione di alcune parti sociali circa la possibilità di spezzatino dell’azienda nel processo di un’ulteriore vendita sul mercato. Questo non è nei piani del management approvati dal consiglio e dall’assemblea». Il ministro ha invece voluto fugare «i timori» espressi dai parlamentari sulla riduzione del controllo statale. «Non è assolutamente così» ha detto citando come altri esempi Eni, Enel e altre imprese. Padoan ha spiegato che la quota del 35% conferita a Cdp rappresenta la percentuale di capitale che consente allo Stato di continuare a detenere il controllo della società indirettamente. E la partecipazione non potrà essere ceduta senza un preventivo assenso da parte del ministero. Saranno garantiti il servizio universale e i livelli occupazionali esistenti. «E lo Stato - ha concluso Padoan - continuerà a dare indirizzo e indicazioni».

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Giornale di Brescia, 10 luglio 2016
Badia e Mandolossa: la posta a singhiozzo preoccupa i residenti
Si stanno registrando disguidi anche nella zona ovest della città: richiesti chiarimenti

Nuovi disguidi nella calda estate delle poste che non funzionano. Dopo via Chiusure, Fiumicello e via Stampatori, nel mirino delle proteste finiscono anche gli uffici del Villaggio Badia e della Mandolossa. Qui,secondo le segnalazioni di alcuni cittadini residenti dei due quartieri a ovest della città, la posta non arriva quasi più. «Siamo costretti ad andare a ritirarla alla sede centrale della Stazione – racconta una signora-. Quando abbiamo chiesto chiarimenti e informazioni ci hanno risposto che per mancanza di personale la consegna non può essere effettuata con continuità sulla nostra zona».
Un disservizio grave che peggiora il disagio, specialmente quando a non essere recapitare sono multe e bollette da pagare. La preoccupazione principale dei residenti è che con il nuovo modello di consegna a giorni alterni - già attivo in diverse province lombarde e che nel Bresciano dovrebbe entrare in vigore in autunno - la situazione possa peggiorare ulteriormente. «Già a ottobre dello scorso anno avevamo osteggiato questa riorganizzazione - spiega Vito De Rose, segretario regionale di UilPoste Lombardia -. Il sistema a giorni alterni è stato sperimentato per la prima volta in Italia in Alta Valle Camonica, a Edolo e Breno, e non ha funzionato. UilPoste Brescia e il segretario provinciale Angelo Lo Presti hanno continuato a ribadire la propria contrarietà all’ingresso di questa misura». Il progetto, infatti, «fa acqua da tutte le parti, se ne sono accorte anche le altre sigle.Unitariamente stiamo ritirando le firme dell’accordo di settembre preso con l’azienda che ha permesso l’avvio del modello a giorni alterni –continua De Rose -. Il problema del recapito si riflette poi anche sugli sportelli, che già soffrono disorganizzazione per carenze di personale».